Si è concluso a Lerida, in Spagna, il 5° Congresso mondiale della pera, organizzato da Areflh, l'Associazione delle Regioni ortofrutticole europee e da Afrucat, l'Associazione delle imprese ortofrutticole di Catalogna.
Al congresso hanno partecipato circa 200 fra produttori, tecnici, ed addetti alla commercializzazione delle organizzazioni dei produttori e delle imprese private. I partecipanti provenienti dai principali Paesi produttori come Italia, Spagna, Francia, Belgio, Argentina e Sud Africa.
L'appuntamento, tornato in Spagna dopo cinque anni, è stato inaugurato da Luciano Trentini, vicepresidente di Areflh e Responsabile delle relazioni esterne ed europee del Cso e da Manel Simon, Direttore generale di Afrucat.
Nei due giorni di lavori sono stati numerosi i temi trattati, in particolare nella prima giornata, dopo alcune visite ad importanti imprese produttrici di Blanquilla e Conference sono stati analizzati gli aspetti innovativi legati alle tematiche ambientali, sia della fase produttiva, che del post raccolta. Per l'Italia Marco Cestaro della Regione Emilia-Romagna ha portato la sua esperienza in merito a quanto la Regione mette in atto per la produzione ortofrutticola a basso impatto ambientale. Paolo Bertolini dell'Università di Bologna ha illustrato le ricerche ed i risultati ottenuti nella conservazione delle pere dopo il divieto dell'uso dell'etossichina.
Dopo la presentazione dei dati sui costi di produzione effettuati da Cso, quest'anno si è voluto conoscere meglio l'andamento dei costi in Sud Africa ed in Argentina, due Paesi che guardano con estremo interesse al mercato europeo.
Nella seconda giornata sono stati analizzati i risultati negativi della campagna 2011, annata che, con buone produzioni in tutti i Paesi europei ed in particolare in Italia dove la produzione ha toccato le 915.000 tonnellate, ha sancito la massima produzione in assoluto di pere degli ultimi 10 anni. I risultati economici sono stati negativi in molti Paesi, con prezzi pagati agli agricoltori al di sotto del costo di produzione.
Le prime stime presentate per la prossima campagna produttiva, per le varietà precoci, indicano una riduzione della produzione, causata da andamenti climatici avversi.
Per le varietà medio-tardive e tardive, invece, non si possono ancora fare ipotesi; tuttavia, cascole importanti lasciano presagire, in generale, una riduzione della produzione a livello europeo. Tenuto conto della flessione dei consumi di pere, dall'incontro di Lerida è emersa la convinzione che l'Europa deve continuare ad esportare se si vogliono mantenere gli attuali investimenti produttivi e per non dovere gestire situazioni di crisi di mercato. Le barriere sanitarie dei Paesi importatori, però, impediscono di fatto la libera circolazione delle pere italiane (ed europee) nel mondo.
Il problema è stato affrontato nella sua relazione da Simona Rubbi del Cso che ha sottolineato come la trattativa con gli Stati Uniti stia diventando estenuante ed al momento non si intravedano soluzioni in tempi brevi.
Sulla situazione della gestione delle crisi Luciano Trentini ha spiegato che l'Areflh è da tempo impegnata a difendere a Bruxelles i meccanismi di sostegno a favore dell'ortofrutta, ma anche a cercare soluzioni ai problemi determinati dalle difficoltà di mercato e di sovrapproduzione.
"In questi giorni - ha detto Luciano Trentini - la Commissione sta apportando correttivi al meccanismo di ritiro; in particolare si richiedono condizioni tali da garantire maggior sicurezza per i redditi dei produttori".
Trentini ha sottolineato l'importanza di una politica di promozione attiva per rilanciare i consumi, che in Europa si sono ridotti a 5,1 chili pro-capite nel triennio 2009-2011. In Italia sono state consumate 365.000 tonnellate nella campagna 2010/11 contro le 455.000 quelle del 2000/01. "E' necessario aprire un dialogo più proficuo con i consumatori - ha concluso Trentini - che devono essere maggiormente informati sulle caratteristiche nutrizionali di questo frutto, a basso contenuto calorico e ricco di sali minerali".
Lucino Trentini ha espresso soddisfazione per i risultati ottenuti da Interpera 2012, sia per l'organizzazione, definita "eccellente", sia sotto l'aspetto scientifico.
"I dati presentati - conclude Trentini - sono un patrimonio dal quale attingere per ottenere una pericoltura sempre più competitiva. Per quanto riguarda il futuro di Interpera, abbiamo ricevuto la proposta di realizzare l'edizione 2013 in uno dei Paesi protutori dell'Emisfero Sud ma è ancora tutto da definire".
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