Emilia-Romagna
Ricerca e imprese, dalla Regione 2,4 milioni

Ammontano a 2 milioni 400 mila euro le risorse in arrivo per sostenere progetti di ricerca in campo agroalimentare e ortofrutticolo. Si tratta di risorse stanziate dalla Regione Emilia-Romagna che permetteranno di erogare contributi in una percentuale compresa tra il 50 e il 100% dell'importo previsto.

Due milioni serviranno a finanziare progetti di ricerca in campo agroalimentare che affrontino temi di interesse diffuso quali la riduzione dell'impatto ambientale e il contenimento dei costi di produzione. Circa 400 milioni andranno invece a sostenere progetti di assistenza tecnica in campo ortofrutticolo con particolare riguardo agli interventi di programmazione, di certificazione, di aggregazione dell'offerta commerciale. Particolare attenzione è rivolta al rilancio della coltura del pero. I due bandi sono stati pubblicati sul Bollettino ufficiale della Regione del 25 maggio e prevedono come termine per la presentazione delle domande il prossimo 13 giugno.

"Il sostegno alla ricerca rappresenta un elemento fondamentale per salvaguardare la competitività delle nostre imprese agricole - ha detto l'assessore regionale all'agricoltura Tiberio Rabboni – per questo, nonostante un quadro di forte difficoltà della finanza pubblica, abbiamo deciso di destinare una cifra importante in questa direzione. Una scelta che giudichiamo strategica per crescere e innovare".

I progetti dovranno essere fatti pervenire al servizio 'Ricerca, innovazione e promozione del sistema agroalimentare' per il bando relativo alla  ricerca agroalimentare e  al servizio 'Sviluppo delle produzioni vegetali' per quello destinato all'assistenza tecnica nel settore ortofrutticolo (orario 9.00 - 13.00), in viale Della Fiera 8 a Bologna.

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Fonte: Regione Emilia-Romagna 

 

Sicilia
Frutticoltori preoccupati della 'mosca asiatica': attacca i frutti in via di maturazione

Nuova invasione di insetti nocivi in Sicilia. L'ultimo segnalato è la cosiddetta ‘mosca asiatica' (Drosophyla suzukii matsumara), che, a differenza di altre specie della stessa famiglia, attacca esclusivamente i frutti sani in via di maturazione. Al momento non sono disponibili idonei prodotti fitosanitari di difesa dall'insetto.

Gerardo Diana, presidente della Confagricoltura siciliana ha inviato una nota al presidente della Regione e all'assessore alle Risorse agricole chiedendo un intervento urgente nei confronti del ministro delle Politiche agricole, Mario Catania. Nella sua lettera Diana ha citato, come altre possibili minacce, la Bactrocera invadens, insetto già diffuso in Africa, e un nuovo ceppo del virus della Tristeza degli agrumi ha già fatto la sua comparsa nella penisola iberica.

"In attesa delle risposte da parte del mondo della ricerca scientifica sugli 'antidoti' da utilizzare per contrastare questa invasione, – scrive Diana – riteniamo che l'unica strada immediatamente percorribile sia quella di reintrodurre le barriere fitosanitarie per i prodotti di origine comunitaria ed extracomunitaria. Si tratta di una soluzione immediatamente adottabile, poiché sui tempi della ricerca scientifica gravano infatti le difficoltà finanziarie del momento".

Fonte: Confagricoltura Sicilia

 

Sardegna
Ritardi nei pagamenti dei Psr, la provocazione di Coldiretti

Marco Scalas e Luca Saba, presidente e direttore di Coldiretti Sardegna, hanno inviato una lettera al presidente della Giunta regionale Ugo Cappellacci e all'assessore all'Agricoltura Oscar Cherchi in cui pongono nuovamente la questione dei ritardi nei pagamenti del Programma di sviluppo rurale

"Abbiamo aziende che attendono i premi dal 2007, si è arrivati alla esorbitante somma di oltre 90.000.000 di euro non pagati", affermano i dirigenti regionali di Coldiretti. "Siamo di fronte ad uno Stato a due facce: inflessibile quando deve chiedere con Equitalia, lento e insolvente quando deve dare con Argea".

Scalas e Saba sottolineando che è un "circolo vizioso": "per via del ritardo nel pagamento dei premi le imprese si indebitano, vanno in sofferenza con le banche e nel pagamento dei tributi, e alla fine arriva Equitalia a dare il requiem".

"Immaginiamo allora - proseguono - un mondo a parti invertite, in cui Equitalia, per conto delle imprese, riscuote i mancati pagamenti dei premi comunitari: forse oggi le aziende agricole sarebbero proprietarie dell'intero patrimonio immobiliare di Argea!".

Fonte: Agrapress

 

Veneto
Treviso, in arrivo una stazione mobile per il controllo delle macchine per i fitofarmaci nei vigneti

Confagricoltura Treviso è fra i promotori di un'iniziativa che vedrà la realizzazione di una stazione mobile per il monitoraggio delle macchine utilizzate in vigneto per l'irrorazione dei fitofarmaci.

"Le motivazioni che hanno spinto Confagricoltura insieme ad altre associazioni di categoria quali Cia, Coopagri, Confcommercio, ad attivarsi - informa la federazione provinciale - sono senz'altro legate al fatto di dare risposte all'allarme sociale che si è diffuso, soprattutto in alcune zone, le più vocate alla viticoltura, per gli effetti sulla salute dei cittadini prodotti dalle irrorazioni".

Fonte: Agrapress

 

Toscana
Razza Chianina, la domanda supera l'offerta

Dal mercato la richiesta di carne di razza Chianina è in continua crescita, superiore alla capacità di offerta del sistema produttivo toscano. La tendenza è emersa  dal convegno organizzato dalla Cia Toscana sulla razza Chianina che si è svolto a Bettolle (Si), nella patria di Ezio Marchi 'padre' di questa razza bovina toscana.

A fronte di una richiesta da parte dei consumatori i dati parlano di una diminuzione dei capi di razza Chianina – negli ultimi cinque anni – del 4,9%, contro una crescita nelle regioni limitrofe di produzione, ovvero Lazio (+10,5%) e Umbria (+7,4%). Inoltre, negli ultimi tre anni, tante piccole aziende di allevamento sono state costrette a chiudere (-3,2% dal 2009 al 2011). 

"Fra le cause principali – ha sottolineato Giordano Pascucci, presidente della Cia Toscana – ci sono i costi di produzione, che in Toscana, sono sempre più elevati e gli allevamenti ancora di tipo tradizionale, che vuol dire produzioni di qualità più elevata ma con costi maggiori. Inoltre le nostre aziende sono sempre più di piccole e medie dimensioni. Bisogna puntare sul miglioramento genetico della razza, rendere competitivo il sistema di allevamento e avere rapporti più stretti all'interno della filiera".

Le proposte della Cia Toscana: tutelare l'origine e la qualità della carne Chianina attraverso un sistema di tracciabilità che va ulteriormente rafforzato e implementato. Promozione dell'immagine e del prodotto: ci vuole un salto di qualità nelle azioni concrete ed in termini di strategia; promuovendo l'immagine della Chianina con più spazio nella comunicazione pubblica agli allevamenti e agli allevatori per rinsaldare l'immagine del prodotto con il territorio. La Cia Toscana chiede anche un sostegno allo sviluppo della produzione e alla crescita degli allevamenti: lavorare per incrementare la produzione, attraverso azioni e scelte politiche che portino gli allevatori ad investire. Infine secondo la Cia regionale è fondamentale sviluppare e qualificare la commercializzazione: il produttore ha un interesse primario alla tutela del prodotto, dall'immagine, all'origine al contenuto che viene comunicato al consumatore.

Fonte: Cia Toscana

 

 

Lazio
Coldiretti, Cia e Confagri chiedono incontro sul prezzo del latte 

Le federazioni regionali di ColdirettiCia - Confederazione italiana agricoltori e Confagricoltura hanno inviato una lettera al sindaco di Roma, Gianni Alemanno, al presidente della Regione, Renata Polverini, e all'assessore regionale all'Agricoltura, Angela Birindelli, per chiedere un incontro per discutere del prezzo del latte conferito alla Centrale di Roma. Prezzo che, si legge nella lettera, "deve essere in grado di garantire una giusta remunerazione del lavoro svolto dagli allevatori, sia in termini quantitativi che qualitativi". 

"Negli ultimi mesi – prosegue la lettera – i costi di produzione sono lievitati a causa dell'aumento delle imposte che riguardano l'energia e i costi di trasporto, dell'introduzione dell'Imu, della volatilità dei prezzi dei mangimi e delle materie prime".

"Una riduzione dell'attuale prezzo del latte pagato agli allevatori – fanno notare le organizzazioni agricole – potrebbe rappresentare un ulteriore peso per gli stessi produttori arrivando a non remunerare nemmeno i costi di produzione".

Fonte: Agrapress