Si è fatto un gran scrivere in questi ultimi giorni della pasta “made in Italy”, fatta esclusivamente con grano di produzione nazionale. Se ne è parlato su “Avvenire” del 21 aprile e poi su “Italia Oggi”, “L'Unità” e “Il Sole 24 Ore”, per citare alcune delle testate che si sono occupate di questo argomento. Il tutto per un accordo fra Coldiretti, Legacoop alimentare e Coop per realizzare quella che è stata definita in qualche caso la “prima” vera pasta 100% made in Italy. Ma a rivendicare la primogenitura sono altri, come il pastificio Ghigi (se ne è parlato oltre un anno fa su Agronotizie) o come la trevigiana Jolly, della quale si parla sulla “Tribuna di Treviso” del 21 aprile. A chi vada il merito di essere stata la prima pasta made in Italy è tuttavia un argomento che lascia indifferenti molti agricoltori, alle prese invece con una crisi che secondo le stime riportate da “Avvenire” del 22 aprile avrebbe portato alla chiusura di ben 28mila aziende solo nei primi tre mesi di quest'anno. Un dato quest'ultimo confermato sulle pagine della “Gazzetta del Mezzogiorno”. La colpa di questa “debacle” non è solo della crisi, ma anche della stretta creditizia, questa la denuncia che viene dalle colonne della “Padania” del 24 aprile. A proposito di credito, un'altra emergenza sta avanzando su molte imprese del comparto, come nel caso del gruppo Granarolo che vanta crediti dallo Stato per 65 milioni di euro, crediti che tardano ad arrivare. Se ne parla su “Il Sole 24 Ore” del 25 aprile. Ma il problema dei crediti Iva in attesa di essere erogati riguarda un po' tutto il settore agroalimentare, come denuncia “Italia Oggi” il 21 aprile. E un altro esempio di queste difficoltà viene dalle pagine de “Il Sole 24 Ore” che il 24 aprile descrive le difficoltà vissute da un impresa del settore mangimistico. Il 26 aprile è ancora “Il Sole 24 Ore” che torna sull'argomento descrivendo questa volta il caso di un'industria casearia che vanta 11 milioni di crediti dallo Stato.

 

Frodi e Imu

Come se non bastasse la crisi, a togliere soldi dalle tasche dei produttori agricoli ci si mettono anche le frodi in campo alimentare, che costano ogni giorno, secondo i calcoli di “Finanza e Mercati” la imponente cifra di 164 milioni al giorno. I conteggi riportati da “Il Sole 24 Ore” del 25 aprile si fermano a “soli” 37 milioni in quanto riguardano esclusivamente il valore dei sequestri compiuti nel 2011. Sull'argomento interviene il ministro dell'agricoltura Mario Catania, che dalle pagine di “Italia Oggi” del 25 aprile propone che da parte di Bruxelles si proceda d'ufficio contro ogni falso alimentare.

Ai soldi persi per le frodi si aggiungo quelli che saranno “devoluti” al pagamento dell'Imu, sebbene ci si possa consolare con gli “sconti” ottenuti con alcuni emendamenti che hanno esteso le agevolazioni anche alle società agricole, come si apprende da “Italia Oggi” del 20 aprile. Il giorno seguente “Libero” si spinge oltre salutando con soddisfazione i risultati ottenuti da Mario Catania con alcune esenzioni e con l'esclusione dei fabbricati agricoli dalla revisione del catasto. Superata, si fa per dire, l'emergenza Imu, già se ne profila un'altra con la riforma del lavoro e con le conseguenze che questa potrebbe avere in campo agricolo nell'applicazione dei voucher, argomento del quale si occupa il 25 aprile “Il Sole 24 Ore”.

 

Da Roma a Bruxelles

Mentre a Roma si passa da una manovra all'altra, a Bruxelles si continua a discutere della riforma della Pac e questa volta entra in scena inaspettatamente la Corte dei Conti che critica l'eccesso di burocrazia contenuto nelle proposte in discussione. Ne scrive il 20 aprile “L'Unità” e l'argomento rimbalza il giorno seguente sulle pagine di “Italia Oggi”. Oltre all'eccesso di burocrazia, scrive “Il Sole 24 Ore” del 21 aprile, la Pac annovera fra i suoi difetti quello di erogare troppi aiuti a soggetti non agricoli.

 

L'export sta cedendo

Segnali negativi per l'agroalimentare arrivano dai mercati con la flessione del nostro export, che sino a ieri aveva consentito al settore di sopportare meglio i venti della crisi. Un segnale preoccupante del quale scrive “Avvenire” del 21 aprile. Difficoltà si registrano poi per il riso che in Lombardia, secondo le stime riportate dal “Corriere della Sera” del 22 aprile, vedrà scendere del 7% le superfici destinate a questa coltura. Se in Italia si fatica a far quadrare i conti, c'è chi decide di “delocalizzare” investendo capitali sui terreni della Romania dove meno tasse e meno burocrazia rendono più facile la vita delle imprese. Questa l'analisi pubblicata su “Italia Oggi” del 24 aprile. Sul piano internazionale l'India fa registrare un raccolto di grano superiore alle attese, come evidenzia una foto-notizia pubblicata da “La Stampa” del 22 aprile. Da “Il Sole 24 Ore” del 26 aprile si apprende del nuovo balzo in avanti dei listini della soia, mai così in alto dall'estate del 2008. A proposito di mercati internazionali, un'approfondita analisi della produzione di pomodoro in Cina la si può leggere su un nuovo mensile in edicola dal 21 aprile con l'enigmatico nome “Karpòs, traducibile in “frutto”, se si va a scavare nell'etimologia greca di questa parola.