In calo dello 0,9 per cento il valore aggiunto dell’agricoltura. Lo rende noto l'Istat che ha divulgato i dati relativi al Pil nel terzo trimestre 2011.

“Se si attendeva un segnale, questo è venuto puntuale e allarmante. Per l’agricoltura, che esce penalizzata dagli ultimi provvedimenti del governo, la situazione è sempre più difficile. Il valore aggiunto del settore registra un’ulteriore diminuzione che conferma l’impellente esigenza di una nuova politica di rilancio dello sviluppo e della competitività. Misure fondamentali che nella manovra economica non hanno trovato spazio”. Così il presidente della Cia, Giuseppe Politi.

“Sono dati che confermano come le imprese agricole - ha aggiunto Politi - continuano a vivere una preoccupante fase di crisi, con alti costi produttivi (soprattutto quelli relativi ai carburanti), previdenziali e burocratici, mentre i prezzi all’origine non sono affatto remunerativi e in alcuni casi si hanno anche accentuate diminuzioni. Un quadro che la manovra economica ha reso ancora più fosco, accrescendo gli oneri per gli agricoltori, anche per beni strumentali, quali i fabbricati rurali e i terreni agricoli. Problemi, quest’ultimi, che devono essere al più presto corretti, in modo da evitare traumatici contraccolpi su migliaia di aziende”.

“Le cifre dell’Istat - ha rimarcato il presidente della Cia - mettono in evidenza un settore in difficoltà e in grande affanno, con aziende sempre meno competitive e alle prese con problemi di complessa soluzione. Per questa ragione rinnoviamo l’appello al Parlamento e al Governo affinché si guardi al settore agricolo con una diversa attenzione. C’è l’esigenza di un vero progetto di politica agraria nazionale, di immediati interventi, al fine di dare reali certezze e prospettive concrete ai produttori, soprattutto in vista della riforma della Pac post 2013”. “I prossimi mesi saranno un importante banco di prova - ha concluso Politi - per verificare un indispensabile cambiamento di rotta nei confronti del settore primario". 

"L’agricoltura è il settore economico nel quale si è verificato sul piano congiunturale il maggior calo di un valore aggiunto che ora non potrà reggere agli effetti della manovra la quale, solo con l’Imu, costerà le imprese agricole nel 2012 un miliardo di euro in più". E’ quanto afferma la Coldiretti. “La manovra riserva forti iniquità al settore primario che devono essere corrette - ha affermato il presidente, Sergio Marini -. E’ evidente che finita ‘l’emergenza manovra’ dobbiamo aprire un serrato confronto con il Parlamento e il Governo per riaffermare il ruolo strategico di un settore determinante dell’economia reale".

“In un quadro generale particolarmente difficile, l’agricoltura - commenta Confagricoltura - accusa i contraccolpi dell’instabilità. Instabilità dei mercati, instabilità finanziaria, instabilità politica. Tutti fenomeni che si ripercuotono sulla crescita”.