Nel programma della VI Festa nazionale dell'agricoltura della Cia, la Confederazione italiana agricoltori, più agricoltura per il territorio nazionale sommata all'importanza, ai sogni e alle ambizioni di giovani e donne, ma anche crisi dei redditi e del comparto agricolo. Il tutto consumato su una fetta di pane, eletto quale simbolo degli italiani a tavola.

 

Agricoltura e territorio

Secondo uno studio presentato dall'associazione, sarebbero quasi 10milioni gli ettari di paesaggio rurale persi negli ultimi 150 anni. In questo lasso di tempo, infatti, si sarebbe passati dai 22milioni di ettari iniziali agli attuali 12.
Un colpo durissimo per un'agricoltura i cui obiettivi si ripropongono criteri di produttività, ma nel contempo, anche lo sviluppo di una componente culturale e di conoscenza, ha spiegato il vicepresidente Cia, Dino Scanavino.

 

Per l'imprenditoria giovanile

Serve la garanzia di una connessione di rete in tutte le aree del territorio nazionale, anche quelle montane, quindi informazione diffusa, associata ad un maggiore ricambio generazionale non senza un più facile accesso al credito e un più basso impatto burocratico.
Queste le leve individuate dall'Agia, l'Associazione giovani imprenditori agricoli della Cia, che portando come argomento il contenuto del documento 'futuro giovane' , ha ribadito per voce del presidente Luca Brunelli, l'importanza di un futuro di unità del mondo agricolo, la necessità di offrire ai giovani nuove opportunità e di abbattere, nel contempo, gli ostacoli che impediscono l'accesso alla terra.

 

L'agricoltura è donna

E vuole continuare ad esserlo in barba alla crisi.
Unite, in una rete di reciproco supporto, sono le imprenditrici di Donne in Campo. A ribadirlo il presidente Mara Longhin, in occasione della presentazione del nuovo logo associativo: un papavero e una spiga. Le donne, secondo l'associazione, da sempre attente a qualità e tipicità delle produzioni, conducono il 35% delle aziende agrituristiche. Per questo, spiegano, le richieste dell'associazione di politiche atte a valorizzare l'attività imprenditoriale femminile assumono una valenza più che mai attuale.

 

 

Torino, VI Festa nazionale dell'agricoltura organizzata dalla Cia

La Carta di Matera

Politi ha poi ricordato l’importanza della Carta di Matera, il manifesto programmatico delineato dalla Confederazione per coinvolgere i Comuni italiani nella costruzione di “un futuro con più agricoltura”. Un documento firmato anche dal sindaco di Torino, Piero Fassino nell’ambito convocazione.
“Il risultato finora ottenuto dalla ‘Carta’ è di grandissimo valore e di riconoscimento delle nostre scelte - ha detto il presidente confederale -. Su questa strada proseguiremo con incisività, coinvolgendo un numero sempre maggiore di comuni e province. Anche perché la firma della ‘Carta di Matera’ non è un semplice atto formale da parte delle amministrazioni locali: da parte loro c’è un preciso impegno a garantire all’agricoltura i sostegni e gli strumenti necessari per crescere, in modo da assicurare uno sviluppo equilibrato e compatibile dei territori”.

Fare squadra

Per un impegno forte e comune che dia valide risposte agli imprenditori alle prese con un aumento drammatico dei costi produttivi, contribuitivi e burocratici, con redditi falcidiati e prezzi sui campi non competitivi.
E' quanto ha sostenuto Giuseppe Politi, presidente Cia, nel confronto con il presidente di Coldiretti Sergio Marini, di Confagricoltura, Mario Guidi e di Copagri, Franco Verrascina.
L'impegno comune e le azioni condivise” sono per Politi gli “elementi fondamentali per rendere più incisivo il ruolo primario del mondo agricolo”.
In virtù della scarsa attenzione che il Governo riserva al comparto Cia - "la manovra ignora completamente l’agricoltura" ha detto Politi - il numero uno della Cia ha poi lanciato "un appello al Governo affinché nel suo insieme guardi con occhio diverso e più attento al mondo agricolo. I problemi del settore non possono riguardare soltanto il ministro delle Politiche agricole e gli assessori regionali all'Agricoltura”.

Sono ben trenta i punti percentuali che costituiscono il gap negativo che separa i redditi agricoli dal 2000 al 2010 e “con la nuova caduta registrata lo scorso anno, i nostri produttori” spiega Cia, “occupano il fanalino di coda nella classifica Ue” dove, conclude l'associazione, “nel periodo 2000-2010 si è registrato complessivamente un aumento del 15%. Servono interventi urgenti, straordinari e concreti. Oltre a misure tempestive, serve un nuovo progetto di politica agraria”.