Campania
Costituito il comitato ortofloro-frutticolo

E' stato costituito l'8 luglio ad Angri (Sa), il Comitato ortoflorofrutticolo di Fedagri-Confcooperative Campania, istituito con l'obiettivo di favorire la crescita e lo sviluppo della cooperazione ortofrutticola campana, attraverso il lavoro, il confronto e la definizione di proposte concrete sui temi più stringenti che riguardano il comparto a livello regionale.

"Il settore ortoflorofrutticolo è da sempre uno dei settori leader di Fedagri Confcooperative - ha dichiarato Luigia Adiletta, presidente di Fedagri Campania - Lo scenario attuale che il comparto si trova ad affrontare richiede però un'attenzione ancora più forte verso questo settore, per mantenere quote di mercato e rafforzare la competitività delle nostre cooperative aderenti".

Tema centrale dell'incontro di presentazione del Comitato è stata la crisi della ortofrutta. Si è infatti registrato un drastico calo dei prezzi rispetto allo scorso anno, dovuto principalmente alle pressioni esercitate dalle catene distributive europee e all'esplosione della psicosi dell'E. Coli che ha inciso sulle esportazioni ortofrutticole, soprattutto di pesche e nettarine, facendone precipitare le richieste in Europa e in particolare in Germania, il maggiore importatore di ortofrutta italiana.

"La campagna ortofrutticola estiva ormai entrata nel vivo - ha spiegato nel suo intervento Francesco De Leo, responsabile nazionale del settore ortoflorofrutticolo di Fedagri - presenta dati di esordio allarmanti. E' necessario correre ai ripari prolungando le misure di sostegno al comparto terminate il 30 giugno e ampliando la gamma dei prodotti che più risentono della crisi".

Fonte: Fedagri Confcooperative

 

Veneto
Vino: buona produzione, grande export

Il vingneto veneto si conferma leader nazionale per produzione ed esportazione.

Da una superficie vitata di 73.000 ettari, con 1,1 milioni di tonnellate di uva raccolte (+2% sul 2009), sono stati ricavati 8,3 milioni di ettolitri di vino con un aumento medio dei prezzi di vendita delle uve del 14%. La quantità esportata è stata pari a 540 milioni di chili (+8,7% sul 2009) per un valore complessivo di 1.158 milioni di euro (+12,8%), pari al 30% circa del totale italiano esportato.

I dati, presentati da Veneto Agricoltura, riportano che più della metà del vino esportato è destinato a tre Paesi: Germania (33%), Regno Unito (13%) e Stati Uniti (11%) con gli ultimi due che registrano incrementi rispettivamente dell'8,6% e addirittura del 18,6% sul 2009.

Guardando ai fatturati le quote di mercato cambiano. Germania leader con uno share del 24%, seguita da USA (16%), Regno Unito (11%) e Canada (9%). Buone in assoluto le valorizzazioni del Nord America e interessanti le prospettive. Tra i Paesi 'new entry' da citare l'Ungheria (+340%), la Cina (+155%), la Turchia (+127%) e gli Emirati Arabi (+86%).

L'aumento delle vendite oltre confine acquista un significato ancora più particolare considerato il calo progressivo dei consumi registrati in Italia negli ultimi anni (-1,6% in quantità e -3,8% in valore nel 2010).

Più della metà dell'export (53%) proviene dalla Provincia di Verona che a fronte di una produzione che da sola non supera il 38% del totale regionale conferma una particolare predisposizione al commercio estero. Seguono Treviso (21%), Venezia (11%), Padova (9%) e Vicenza (6%).

Secondo le prime stime relative al 2011, Veneto Agricoltura riporta che la vendemmia sarà anticipata di 15-20 giorni rispetto allo scorso anno, con quantità probabilmente in calo ma buona sanità e qualità delle uve.

Fonte: Veneto Agricoltura

 

Trentino-Alto Adige
San Michele e Laimburg in sinergia per l'agricoltura regionale

L'Istituto agrario di San Michele all'Adige e il Centro per la sperimentazione agraria e forestale di Laimburg hanno sottoscritto il 13 luglio un accordo quadro per favorire la collaborazione scientifica, nel trasferimento tecnologico, nella formazione superiore e nella divulgazione nei settori agricoli, agroalimentare forestale e ambientale.

La sinergia tra i due enti riguarderà, in particolare, la realizzazione congiunta di progetti di ricerca e di formazione, e la messa in comune di uffici, laboratori, terreni, serre e attrezzature, risorse umane e finanziarie. Svilupperanno proposte e modalità innovative per valorizzare i risultati tecnico-scientifici delle ricerche svolte congiuntamente sia in termini di brevetti, di trasferimento tecnologico, ma anche di divulgazione alla comunità scientifica e agli operatori del settore.

"Questa sinergia tra i due enti - piega il presidente dell'Istituto agrario, Francesco Salamini - aiuterà a risolvere i problemi dell'agricoltura regionale attraverso la messa in rete di risorse, strumentazioni, metodi e piattaforme presenti nei due centri di ricerca e di divulgazione agricola. E' un segnale di buon vicinato in un settore in profonda evoluzione".

Fonte: Istituto agrario di San Michele all'Adige

 

Emilia-Romagna
I produttori di patate dicono 'no' al prezzo proposto dai commercianti

Fumata nera dopo l'incontro fra i produttori e i commercianti per fissare il prezzo alla produzione per le patate. Assopa e cooperative hanno fatto fronte comune e hanno opposto un netto rifiuto al prezzo, proposto dai commercianti, di 18 centesimi al chilo. 

"Non c'è ragione di accettare un prezzo analogo se non inferiore ai costi di produzione", ha affermato il presidente di Assopa, Alberto Zambon, che ha aggiunto: "Sono prezzi sensibilmente inferiori a quelli che si registrano nelle zone più vicine a noi, come il Veneto. I 18 centesimi al chilo proposti equivarrebbero alla svendita del nostro prodotto. E' impensabile fissare un prezzo alla produzione inferiore ai 20 centesimi, che poi dovrebbe salire minimo a 24, 25 al conto deposito".

"Invitiamo i produttori a contattarci - continua Zambon - per evitare di venire manipolati e strumentalizzati dai commercianti. Ricordiamoci che stiamo parlando dei prezzi della prima qualità. Un prodotto sano, privo di difetti ".

"L'affermazione dei nostri territori passa da un prodotto figlio di una filiera tutta agricola e tutta italiana – ha dichiarato il presidente di Coldiretti Bologna, Antonio Ferronon si può usare il marchio Bologna per vendere prodotti di altra origine. E' necessario riportare trasparenza nel nostro comparto". 

Fonte: Coldiretti Bologna

 

Veneto
Batterio killer, inizia la conta dei danni: chiesti 650mila euro

"Ammonta a circa 650 mila euro l'importo richiesto dai produttori agricoli veneti all'Unione europea come risarcimento del danno dovuto alla paura scatenata nei consumatori dalle notizie, peraltro errate, sul batterio killer".

Lo ha affermato l'assessore regionale all'Agricoltura Franco Manzato, tracciando un bilancio di quanto accaduto alla luce della chiusura dei termini per la presentazione delle domande di rimborso dei danni causati dal batterio Escherichia Coli, che ha penalizzato i produttori agricoli di tutta Italia con minori entrate dovute ai raccolti rimasti invenduti.

"Il Veneto – ha aggiunto Manzato – stima una sovrapproduzione di prodotto orticolo quantificato a 446,8 tonnellate (corrispondente al 2,4% rispetto al totale italiano), mentre la mancata raccolta di prodotti conta appezzamenti pari a circa 38,2 ettari (il 3,45% del dato nazionale)".

Il rimborso giungerà ai richiedenti entro il prossimo 15 ottobre, mediante due criteri di distribuzione dell'aiuto. Avranno diritto ad un rimborso maggiore coloro che hanno raccolto i prodotti orticoli, sopportando quindi il doppio onere per la mancata vendita. Viceversa avranno diritto ad un compenso in proporzione più ridotto coloro che hanno distrutto il campo di semina.

"L'importo totale stanziato dall'Ue ammonta a più di 200 milioni di euro – ha ricordato Manzato – dei quali più di 20 milioni saranno destinati all'Italia".

Fonte: Regione Veneto

 

Marche
Olivicoltura, avviata la formazione sull'utilizzo del registro telematico

Prime prove di utilizzo del registro telematico per la sezione Frantoiani dell'Apimai di Macerata che, venerdì 8 luglio ha riunito la maggior parte dei propri associati aderenti all'Unfo (Unione nazionale frantoi oleari, aderente a Unima) per affrontare concretamente i problemi applicativi legati all'entrata in vigore del D.M. 8077/2009, che impone ai molitori l'abbandono del vecchio registro cartaceo e il passaggio a quello telematico.

Tra i dubbi sollevati dalle aziende interessate quello della scarsa o assente dotazione informatica necessaria alla gestione del nuovo sistema, la mancanza di copertura di banda in molte delle zone in cui le aziende sorgono, forti difficoltà con l'utilizzo dei codici di invio necessari e, più in generale, una mancanza di percezione dell'utilità del nuovo sistema.

Durante la riunione di seminario Vincenzo Peluso, di Agea, ha proposto una serie di simulazioni pratiche di invio che hanno permesso ai circa sessanta imprenditori presenti di 'toccare con mano' la nuova realtà.

Circa l'utilità del registro telematico, invece, Angelo Mangoni dell'Icq 'Repressione Frodi' ha chiarito come un sistema di monitoraggio efficiente, come quello permesso dal registro telematico, sia fondamentale per la tutela della qualità dell'olio e quindi, direttamente, del lavoro e della professionalità delle aziende che lo producono.

Uno spiraglio, infine, si è aperto anche sul fronte dei problemi legati alla logistica dell'informatizzazione con due deroghe: l'invio dei dati può essere fatto entro sette giorni dalla molitura (in luogo dei sei previsti) nel caso l'azienda si trovi in un'area non coperta dalla banda larga e rimane possibile mantenere l'utilizzo facoltativo anche del registro cartaceo nel caso in cui insorgano problemi certificati nel sistema informatico di Agea.

Fonte: Unima