Dopo la chiusura del week end, il nuovo stop nei giorni feriali con la ripresa delle attività economiche aggrava il bilancio dei danni al trasporto merci provocato dal caos nei voli che blocca la partenza di prodotti agroalimentari made in Italy per un valore di circa 10 milioni di euro, che vengono esportati per via aerea all’estero in una settimana.

E’ quanto stima la Coldiretti in riferimento agli effetti  dell’eruzione del vulcano islandese sotto il ghiacciaio Eyjafjallajokull, nel sottolineare che sono soprattutto prodotti ad alto valore aggiunto ad utilizzare questo mezzo di trasporto. In pericolo, sottolinea la Coldiretti, ci sono i prodotti dell’agroalimentare più deperibili, dalla frutta alle mozzarelle, fino ai fiori.

A preoccupare, precisa la Coldiretti, è il prolungamento del blocco dei voli per i gravi danni economici a danno delle imprese che esportano nei mercati esteri, in un momento in cui si stanno raccogliendo nei campi le primizie di stagione.

Scarseggerà la frutta estera

"Indubbiamente, proprio a causa del blocco aereo, sulle nostre tavole - afferma la Cia - Confederazione italiana agricoltori - vedremo nei prossimi giorni scarseggiare produzioni che vengono da altri continenti, come la frutta fuori stagione (è il caso dell’uva, delle albicocche, delle pesche, delle ciliegie, delle susine, dei meloni) e quella tropicale (ananas, avocado, mango e banane) o le carni estere. Ma questo è un problema marginale, visto che gli italiani hanno la possibilità di acquistare e consumare prodotti di stagione nazionali, che, in questi giorni, sono molti sui banchi dei mercati e la scelta è variegata, a cominciare dalle primizie, come asparagi e fragole. E i prezzi pagati ai produttori continuano a scendere (a marzo il calo è stato di circa il 10 per cento) e, di conseguenza, non è giustificato alcun rincaro al consumo".

Quello che preoccupa è, dunque, il blocco negli scali dei nostri prodotti. Se lo stop aereo dovesse proseguire ulteriormente, sottolinea la Cia, gli effetti economici potrebbero essere disastrosi. Tutta la merce deperibile dovrà essere buttata e non è previsto, almeno per ora, alcun tipo di risarcimento per gli operatori dell’agroalimentare.