La Commissione europea ha approvato una comunicazione sulla politica di qualità dei prodotti agricoli, in cui propone di estendere l'etichettatura che identifica il luogo in cui è stato ottenuto il prodotto agricolo; esaminare l'opportunità di introdurre specifici termini riservati facoltativi per prodotto di montagna e prodotto tradizionale. Quest'ultimo potrebbe sostituire l'attuale regime delle specialità tradizionali garantite; istituire un unico registro per tutte le indicazioni geografiche (per i vini, le bevande alcoliche e i prodotti agricoli e alimentari), preservando la specificità di ciascun regime; migliorare il mercato unico per i prodotti interessati da sistemi di etichettatura, in particolare per i prodotti biologici; aumentare a livello internazionale la tutela delle indicazioni geografiche e contribuire allo sviluppo di disposizioni internazionali per le norme di commercializzazione e i prodotti biologici; elaborare orientamenti in materia di "buone pratiche" per i sistemi di certificazione privati, per ridurre la potenziale confusione dei consumatori e gli oneri amministrativi per gli agricoltori.
"Estendere l'etichettatura che identifica il luogo in cui è ottenuto il prodotto agricolo è da sempre una battaglia di questo Governo e di questo ministero. Il commissario Fischer Boel ha fatto bene ad inserire questo principio". Così il
ministro delle Politiche agricole alimentari e forestali Luca Zaia ha commentato il documento diffuso dalla Commissione e varato con l'obiettivo di rafforzare la politica di qualità e rendere il settore agroalimentare più competitivo. "Ci trova d'accordo anche la proposta di un registro per le indicazioni geografich. In sede internazionale faremo la nostra parte per aumentare la tutela delle indicazioni geografiche, riscrivendo le regole per la commercializzazione: l'identità di un prodotto, e del territorio che vi sta dietro, è alla base di uno sviluppo economico rispettoso delle peculiarità di una regione".
"La volontà di estendere l'etichettatura raccoglie le nostre sollecitazioni per garantire maggiore trasparenza nell'informazione e consentire scelte di acquisto consapevoli". E' quanto afferma
Coldiretti nel sottolineare che
"il nuovo orientamento della Commissione è confermato da novità come l'entrata in vigore dal primo luglio dell'obbligo di indicare l'origine delle olive impiegate nell'extravergine grazie al pressing della Coldiretti che ha avviato una campagna per l'etichettatura obbligatoria di tutti gli alimenti. ci attendiamo ora scelte coerenti da parte della commissione europea che ha addirittura avviato una procedura di infrazione nei confronti dell'italia, con una propria decisione del 18 luglio 2007, con la quale si chiede di eliminare l'obbligo di indicare in etichetta la provenienza della carne avicola e derivati previsto dalla legislazione nazionale per frenare - precisa la Coldiretti - la psicosi generata nei consumi dall'influenza aviaria".
"L'indicazione d'origine dei prodotti agroalimentari è fondamentale. essa garantisce sia i produttori che i consumatori. un'etichetta chiara e trasparente è una scelta irrinunciabile per contrastare ogni tipo di falsificazione, rafforzare la politica di qualità e rendere il settore agroalimentare più competitivo". Così la
Confederazione italiana agricoltori, che esprime soddisfazione e sottolinea che le
"raccomandazioni, ora sottoposte al vaglio dei 27, rappresentano un passo avanti nell'azione per far sì che l'etichetta d'origine divenga una realtà per tutti i prodotti agroalimentari, così come richiesto dal mondo agricolo. In questo modo si permette di riconoscere la provenienza e si salvaguarda l'agricoltura di qualità".
“E' un passo avanti determinante - ha commentato il presidente di
Confagricoltura Federico Vecchioni -
per migliorare la comunicazione sulla qualità dei prodotti agricoli e rinsaldare il collegamento tra agricoltori e consumatori. Le proposte vanno nella direzione di dare maggiore evidenza al lavoro degli agricoltori europei che rispettano alcuni dei requisiti di produzione più rigorosi del mondo per quanto riguarda la tutela dell’ambiente, il benessere degli animali nonché, l’uso di antiparassitari e di medicinali veterinari”. Altro aspetto sollevato dal documento europeo è la necessità di r
endere l’etichetta maggiormente usufruibile da parte dei consumatori, dando maggiore coerenza e semplicità ai diversi sistemi europei di etichettatura e di certificazione.
“Tali obiettivi non sono solo esigenze dei consumatori - ha detto
Vecchioni -
ma anche degli agricoltori, che spesso devono confrontarsi con sistemi di certificazione numerosi, complessi, diversi tra i vari stati membri e spesso costosi”.
"La comunicazione è un passo importante, che auspichiamo possa presto trovare valore giuridico". Lo ha detto
Franco Verrascina, vicepresidente vicario della
Copagri. "La Commissione ha centrato il problema: individuare la via per colmare il gap esistente tra gli sforzi che gli agricoltori compiono per rispettare le rigorose norme europee in materia di produzione agricola e per puntare sulla qualità".