San Michele all'Adige ha ospitato l'11esimo congresso nazionale di agrometeorologia a cui hanno partecipato un centinaio di studiosi provenienti da tutta Italia.
Al congresso si è parlato delle novità in tema di applicazioni meteorologiche all'agricoltura, comprese le più moderne tecnologie e i più recenti modelli messi a punto dall'Istituto Agrario per individuare, ad esempio, per quanto riguarda le fragole, i momenti ottimali per i trattamenti fitosanitari, al fine di ridurne il numero, per misurare l'umidità del suolo, la radiazione solare e la temperatura o, ancora, per simulare la maturazione della vite. Per quanto riguarda quest'ultimo aspetto, i ricercatori di San Michele hanno prodotto un'applicazione Gis (Geographic Information System) che consente di simulare la maturazione dell'uva partendo dai dati meteorologici riprodotti sul territorio ad alta risoluzione; previsioni di date di raccolta e simulazione del processo di maturazione saranno quindi 'controllabili' per i vigneti trentini in modo sempre più capillare - e anche da internet - simulando i processi di maturazione a partire dalle misure puramente meteorologiche raccolte dalle tante stazioni presenti sul territorio.
Infine, sempre presente 'sotto traccia', quando si tratta di meteorologia, la tematica del cambiamento climatico, che naturalmente impatta in modo sostanziale sulle attività agricole. Dopo una fase in cui ha prevalso la quantificazione del cambiamento e la sua previsione, ora la ricerca applicata pare orientata allo studio delle strategie di adattamento; gli areali di vocazione colturale sono in movimento, fino a considerare ormai le coltivazioni di frutti sub-tropicali in Sicilia, ma anche in Trentino le simulazioni sono in grado di immaginare, ad esempio, nuove aree viticole e a prevederne le potenzialità.
Altro aspetto affrontato, la corretta gestione della risorsa irrigua, un punto cruciale nelle moderne pratiche agronomiche. Il sistema WebGIS-geodatabase messo a punto dall'Istituto di San Michele nell'ambito del progetto Irriweb, partendo da diverse banche dati, simula il bilancio idrico del terreno in un determinato punto consultando la mappatura on-line. Il sistema, interpolando spazio-temporalmente gli apporti idrici superficiali dei cinque/sette giorni precedenti alla consultazione, prevede il contenuto d'acqua del terreno.
Lo strumento di gestione è stato messo a punto per una zona del Trentino, la Val di Non, in previsione di una possibile copertura di tutto il territorio provinciale coltivato.
In primo piano anche le agroenergie
L'obiettivo europeo di raggiungere entro il 2020 una quota del 20% del consumo di energia da fonti rinnovabili spinge verso l'espansione delle colture energetiche: biodiesel, bioetanolo, biocarburanti ma anche energia dalle biomasse legnose.
Di agroenergie, cioè della possibilità di sfruttamento energetico dei prodotti agricoli, si è parlato nella prima giornata. Anche nella realtà trentina la ricerca applicata si muove, aprendo spazi per l'ottimale uso degli scarti agricoli e soprattutto della lavorazione del legname. In questa cornice, cresce l'interesse verso un migliore, più esteso e più razionale utilizzo delle biomasse legnose, di cui peraltro il territorio trentino è potenzialmente ricco. Sono 105 mila i metri cubi di ramaglie e cimaglie prodotte nei boschi trentini che potrebbero essere utilizzate a scopo energetici. Di fatto solo il 10 % viene utilizzato.
'L'interesse locale per la tematica - ha sottolineato Nico Salmaso, responsabile del Dipartimento Valorizzazione risorse naturali del Centro Sperimentale Iasma - nasce anche dall'impegno della Fondazione Mach verso la ricerca nel campo delle risorse energetiche rinnovabili, con la partecipazione al 'Distretto Tecnologico Trentino' e con il progetto 'Parco dell'energia', che comprende la creazione di un osservatorio per l'energia sostenibile dedicato alle imprese agricole'.
© AgroNotizie - riproduzione riservata
Fonte: Fondazione Edmund Mach - Istituto Agrario di San Michele all'Adige