Frumento: Il settore molitorio un ha fatturato di oltre 2.200 mln di euro, conta 5.100 addetti e 500 molini. L’Italia detiene una posizione di leadership per numero di impianti.
Considerate l’importanza e la notorietà di pane, pasta e pizza e delle specialità dolciarie, prodotti simbolo del “made in Italy", si può comprendere come possa essere strategico il ruolo delle imprese del comparto molitorio, la cui associazione di categoria Italmopa, rende noti alcuni dati: il settore ha un fatturato complessivo di oltre 2.200 milioni di euro, conta 5.100 addetti e 500 molini, 178 dei quali a frumento duro, che garantiscono all’Italia una posizione di leadership internazionale per numero di impianti e capacità di macinazione. Nel 2005 si è avuto un incremento produttivo dell’1,2% in volume. Dalla lavorazione di 10.990.000 tonnellate di frumento sono stati prodotti 7.800.000 tonnellate di sfarinati, pari ad un fatturato di 2.205 milioni di euro. Al mercato interno sono state destinate 1.831.000 tonnellate di frumento duro mentre alle esportazioni sono stati destinati 1.680 milioni di tonnellate di sfarinati di grano duro. L’articolo L’industria molitoria italiana fra tradizione e innovazione è su Largo Consumo 07/07. Elenco dei Citati nell’articolo. Percorsi di lettura correlati: Pasta secca,Pasta fresca. Se non sei abbonato, richiedi copia del fascicolo o visualizza gli Elementi a corredo: Tab1, Tab2, Tab3.

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Biologico: In Italia si registra un giro di affari di 319,2 mln di euro. Coop ed Esselunga ne 2005 hanno rappresentato oltre il 50% del fatturato nella gdo.
Nell’ultimo decennio le grandi mutazioni del settore biologico sono state quelle legate ai meccanismi distributivi e ai consumi, fattori che hanno obbligato anche i paesi “storici" del biologico a evolversi rapidamente per diventare nuovi soggetti produttivi e distributivi. Per quanto riguarda l’Italia un dato importante è quello della quota di biologico rispetto al totale della spesa alimentare degli italiani. Fino al 2003 il biologico “italiano" ha fatto registrare una crescita sostenuta, per subire successivamente una leggera flessione tra il 2003 e il 2005. Nel 2006 i prodotti biologici confezionati hanno fatto registrare un giro d’affari di 319,2 milioni di euro. Le private label, gli assortimenti dei prodotti d’insegna, hanno raggiunto una discreta visibilità, in particolare Coop ed Esselunga, rispettivamente con 80 e 73 milioni di euro nel 2005 hanno rappresentato oltre il 50% del fatturato realizzato dal biologico nella gdo. L’articolo Le prospettive europee è su Largo Consumo 07/07. Elenco dei Citati nell’articolo. Percorsi di lettura correlati: Biologico. Se non sei abbonato, richiedi copia del fascicolo o visualizza gli Elementi a corredo: Tab1, Tab2.

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Alimentare etico: I prodotti invenduti diventano una ricchezza per chi è in difficoltà. E il guadagno è per tutti. Un accordo tra Comune di Sesto San Giovanni e Coop Lombardia.
Il Comune di Sesto San Giovanni ha stabilito un accordo con Coop Lombardia volto al recupero per fini sociali di alimenti destinati allo smaltimento. E’ il Progetto Buon Fine che da gennaio coinvolge i due supermercati Coop di viale Sarca e di viale Italia. I prodotti ritenuti invendibili ma ancora in condizione di essere consumati sono stati inseriti in un circuito costruito da Comune e Coop, che ne ha previsto la consegna gratuita a cooperative sociali. A guadagnarci un po’ tutti. Le cooperative sociali La Grande Casa, da quasi vent’anni a fianco dei minori in difficoltà attraverso comunità alloggio, e Lotta contro l’Emarginazione, dal 1980 operativa accanto a malati mentali, tossicodipendenti e stranieri, grazie a quel cibo hanno decurtato del 30% le spese alimentari. I 90.000 euro circa risparmiati sono finiti a potenziare l’accoglienza ed a migliorare le condizioni di vita di coloro che vengono ospitati. Le 255 persone aiutate ringraziano e 2 disabili hanno così trovato un lavoro. L’articolo Ogni alimento arriva a buon fine è su Largo Consumo 07/07. Elenco dei Citati nell’articolo. Percorsi di lettura correlati: Etica e imprese nel largo consumo. Se non sei abbonato, richiedi copia del fascicolo o visualizza gli Elementi a corredo: Tab1.

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Internet: L’Italia sotto il focus dell’Osservatorio Findomestic, nel confronto europeo sull’utilizzo della Rete. Il nostro Paese 4° nella classifica guidata dalla Russia.
L’Osservatorio Findomestic ha sviluppato un’analisi sul comportamento degli italiani rispetto al web. In questa classifica l’Italia si colloca al quarto posto a livello europeo con il 60% dei soggetti che hanno accesso al web e superiore di 6 punti percentuali alla media europea, quest’ultimo dato frutto di percentuali esigue dei Paesi dell’Est come Slovacchia, Polonia, Ungheria, ma anche del Portogallo, dove solo il 45% degli intervistati dichiara di avere accesso a Internet. La Russia, con particolare riferimento a Mosca e San Pietroburgo, è il Paese che mostra maggiore predisposizione al mondo multimediale con il 67% di soggetti con accesso a Internet. Nel 54% dei casi, Internet è utilizzato come fonte per informazioni su settori quali “svago" e “viaggio", in particolare da parte di inglesi e belgi. Altri settori che riscuotono grande successo sono i prodotti culturali, gli elettrodomestici e l’auto. In Italia la percentuale di intervistati che acquista on line è ancora molto bassa. L’articolo Internet: a che punto è l’Italia? è su Largo Consumo 07/07. Elenco dei Citati nell’articolo. Percorsi di lettura correlati: Commercio elettronico. Se non sei abbonato, richiedi copia del fascicolo o visualizza gli Elementi a corredo: Tab1.

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Tracciabilità: Alimenti sicuri, requisito verso cui cresce la sensibilità. L’86,2% degli italiani è più propenso ad acquistare prodotti a marchio anziché non certificati.
Le imprese agroalimentari italiane sono sempre più consapevoli della centralità del ruolo delle certificazioni: l’80% ha ottenuto almeno una certificazione, il 76,7% le considera uno strumento fondamentale per migliorare le performance aziendali e il 92,5% ritiene essenziale comunicarle al mercato. L’86,2% degli italiani è più propenso a acquistare prodotti con marchi di certificazione rispetto a prodotti non certificati. E il 93,2 % vorrebbe ricevere maggiori informazioni sulle diverse certificazioni. Il consumatore chiede soprattutto trasparenza e chiarezza. In tal senso le informazioni presenti sul prodotto sono fondamentali in quanto aiutano a rassicurarlo su aspetti percepiti come essenziali: origine del prodotto, tipicità, qualità, controlli di sicurezza. Tutte queste informazioni possono essere riassunte e comunicate anche attraverso marchi o loghi di certificazione che assumono così un ruolo centrale nel rispondere alle aspettative del consumatore e nel sostenerlo nelle scelte. L’articolo Un marchio che pesa sul marketing è su Largo Consumo 07/07. Elenco dei Citati nell’articolo. Percorsi di lettura correlati: Tracciabilità della filiera. Se non sei abbonato, richiedi copia del fascicolo o visualizza gli Elementi a corredo: Tab1, Tab2.

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Fiori e piante: Il costo del lavoro ha un peso rilevante nel settore. Il confronto con altri settori industriali e del commercio indica un regime penalizzante per le aziende.
Il florovivaismo, considerato una delle realtà di punta dell’agricoltura italiana, ha un costo del lavoro sensibilmente elevato, sia in assoluto sia rispetto a altri Paesi Ue. Il raffronto della contribuzione ordinaria con quella degli altri principali settori dell’industria e del commercio mostra come l’attuale regime sia penalizzante per le aziende agricole. In particolare il confronto tra le contribuzioni dei vari Paesi Ue per il lavoro agricolo stagionale mostra come le imprese agricole italiane siano penalizzate rispetto ai Paesi direttamente concorrenti che prevedono nella maggior parte dei casi un regime previdenziale particolare per il lavoro stagionale. Per consolidare l’occupazione sarebbe utile riconoscere incentivi fiscali e/o contributi alle imprese che operano nuove assunzioni o che incrementano il numero delle giornate di lavoro e estendere la riduzione del cuneo fiscale ai rapporti a tempo determinato di media-lunga durata, ricorrenti nel tempo presso la stessa impresa. L’articolo Florovivaisti all’opera è su Largo Consumo 07/07. Elenco dei Citati nell’articolo. Percorsi di lettura correlati: fiori e piante. Se non sei abbonato, richiedi copia del fascicolo o visualizza gli Elementi a corredo: Tab1.

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Ortofrutta: I bilanci di realtà della produzione e distribuzione di frutta e verdura: Battaglio, Spreafico, Amaglio e Mazzoni rispettivamente nelle classi A2, B2, B2, A2.
Quattro tra le principali società italiane dell’ortofrutticolo: Mazzoni SpA, Spreafico F. & F.lli, Amaglio Srl, Battaglio Srl. Da un gruppo produttore e distributore di frutta e di verdura, con un’attività di gestione di vivai e commercializzazione di freschi e surgelati; a un’impresa di commercializzazione e vendita di ortofrutta, che oggi si qualifica al mercato nazionale ed internazionale per diversificazione dei prodotti trattati e molteplicità di canali distributivi che è in grado di fornire; ad un precursore dell’import di frutta esotica e contro-stagione, oggi ai vertici del panorama ortofrutticolo europeo; alla prima cooperativa agricola riconosciuta tra le organizzazioni di produttori. Dai rispettivi ultimi bilanci 2005 tre su quattro risultano in evidente crescita, anche se con forti differenze, dal 62,8% al 15,9%, nei margini percentuali di contribuzione sul fatturato. Alla fine Battaglio, Spreafico, Amaglio e Mazzoni si collocano rispettivamente nelle classi A2, B2, B2, A2. L’articolo Il buon livello del commercio di ortofrutta è su Largo Consumo 07/07. Elenco dei Citati nell’articolo. Percorsi di lettura correlati: Ortofrutta. Se non sei abbonato, richiedi copia del fascicolo o visualizza gli Elementi a corredo: Tab1, Tab2, Tab3.

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Vitivinicolo: Sostenibilità ambientale e certificazione sono strumenti competitivi nella filiera del vino. L’Italia è leader nel settore biologico con 5900 viticoltori biologici
Le pressioni della concorrenza sui mercati nazionali e internazionali e la crescente consapevolezza dei consumatori hanno sottoposto negli ultimi anni il settore agroalimentare a spinte competitive che si sono tradotte in una richiesta di forte standardizzazione delle caratteristiche rilevanti per la qualità del prodotto, in modo da poter efficacemente supportare le strategie competitive sui mercati globali, e, nella richiesta di valorizzare i connotati specifici e distintivi dei prodotti, legati soprattutto alle peculiarità del loro contesto locale di provenienza. Le tendenze di mercato hanno orientato molti viticoltori verso le certificazioni “bio". Va sottolineato che l’Italia è oggi leader europeo in questo campo, con circa 5.900 viticoltori biologici e 32.000 ettari di superficie coltivata nel 2005, ma il dato è in decrescita in confronto all’anno precedente in cui gli ettari coltivati erano ben 37.800, con una produzione stimata in 320.000 tonnellate di uve. L’articolo Un vino prodotto in sicurezza è su Largo Consumo 07/07. Elenco dei Citati nell’articolo. Percorsi di lettura correlati: Vino,Tutela dei prodotti alimentari tipici,Sicurezza agroalimentare. Se non sei abbonato, richiedi copia del fascicolo o visualizza gli Elementi a corredo: Tab1, Tab2.

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Fonti alternative: Produrre energia con impianti di potenza inferiore al megawatt, che sfruttano vento, sole, acqua e biomasse. L’utente diventa a sua volta produttore e risparmia.
Un insieme di tecnologie ruota intorno a un modo diverso di produrre energia grazie a impianti di piccole dimensioni, di potenza inferiore al megawatt, capaci di sfruttare vento, sole, acqua, biomasse a livello industriale ma anche domestico: è la microgenerazione (MG) da fonti rinnovabili. Altro settore dalle enormi potenzialità è la microcogenerazione, produzione combinata di energia elettrica e termica da parte di piccole e medie imprese, sistema integrato che consente un notevole risparmio di energia rispetto alla produzione separata delle stesse quantità con una riduzione sostanziale delle immissioni in atmosfera di anidride carbonica. Di base, un nuovo modo di concepire l’energia: non più produzione centralizzata di poche grosse centrali e una rete “passiva", capace solo di portare l’energia al consumatore ma una generazione distribuita sul territorio, costituita da microimpianti collegati alla rete a bassa tensione; dove l’utente finale diventa a sua volta produttore di energia. L’articolo Una centrale in ogni casa è su Largo Consumo 07/07. Elenco dei Citati nell’articolo. Percorsi di lettura correlati: Energia: fonti, consumo ed effetti ambientali. Se non sei abbonato, richiedi copia del fascicolo o visualizza gli Elementi a corredo: Tab1, Tab2.

Le notizie riportate sono pubblicate da Largo Consumo - Rivista di Economia e Marketing sulla filiera dei beni di consumo
Per approfondimenti: Largo Consumo - 07/2007 www.largoconsumo.info