Il pollo allevato in una filiera agroindustriale può essere più sano, più sostenibile per l'ambiente e inserito in un modello di economia circolare. Per raggiungere questi obiettivi il Gruppo operativo "Abriopack" finanziato dal Psr della Regione Marche e con capofila Carnj Sca, azienda della Filiera Fileni, ha seguito tre filoni di attività, ottenendo risultati molto interessanti grazie alle competenze di tutti i partner di progetto: Università degli studi di Camerino, Novamont Spa e Istituto zooprofilattico sperimentale Umbria e Marche.


Ottenere carne antibiotic free contrastando l'antibiotico resistenza

Nel corso del progetto sono state realizzate prove in allevamento convenzionale, biologico e antibiotic free per valutare la presenza di Escherichia coli, un batterio la cui presenza è sintomo di antibiotico resistenza (Amr). Le prove hanno confermato una maggiore incidenza del batterio nel sistema convenzionale. Successivamente, per ridurre l'antibiotico resistenza nell'allevamento dei broiler, si è testato come trattamento il Trapianto di microbiota fecale (Fmt).

Allo scopo sono stati selezionati donatori con bassa Amr (provenienti da allevamenti bio) e sono stati prelevati alla macellazione i contenuti cecali, i quali sono stati poi somministrati a pulcini alla schiusa. Il monitoraggio di questi ultimi per tutta la vita produttiva ha dimostrato che l'inoculo ha avuto un effetto protettivo nei confronti della colonizzazione di E. coli, con una minore insorgenza di resistenze.

Il Trapianto di microbiota fecale può essere quindi considerato una metodica alternativa per il contrasto dell'antibiotico resistenza dei broiler. Per questo è stato messo a punto un protocollo preciso, puntuale e ripetibile in merito alla selezione dei donatori e alla preparazione dell'inoculo.


Realizzare un imballaggio costituito da materiale biodegradabile e compostabile

Il packaging immaginato dal progetto doveva essere idoneo al contatto con gli alimenti e resistente alle temperature, smaltibile nella filiera dell'organico così da ridurre i rifiuti indifferenziati e da recuperare come materia organica attraverso un fine vita virtuoso e sostenibile economicamente (compostaggio).

Il progetto ha testato un packaging formato da un vassoio realizzato con un'innovativa bioplastica biodegradabile e compostabile messa a punto da Novamont e certificata dal Consorzio italiano compostatori (Cic). Il film protettivo (pellicola) è realizzato con un'altra bioplastica (Pla - acido polilattico) derivante dagli zuccheri di mais, barbabietola, canna da zucchero e altri materiali naturali e rinnovabili; mentre l'etichetta è di carta biodegradabile Vellum, un tipo di pergamena particolarmente fine, liscia e molto resistente.

Le prove comparative effettuate su carne bianca biologica e carne bianca antibiotic free con le plastiche tradizionali hanno permesso di verificare come le caratteristiche termiche e meccaniche del packaging innovativo siano comparabili e alle prove di biodegradabilità la vaschetta testata è risultata biodegradabile al 98%. Analisi su indicatori chimici, microbiologici e sensoriali hanno mostrato andamenti simili ai packaging tradizionali durante l'intera shelf life della carne.


Rigenerare i suoli

Infine, la terza parte del progetto, l'ultima avviata, riguarda la valutazione degli effetti del biocompost ottenuto dal biopackaging sulla rigenerazione del suolo in termini di microflora, microfauna e humus, tramite prove in campo e valutazione degli indicatori chimici, fisici e biologici grazie alle collaborazioni con il Cermis, Cic e Cosmari

Visita la pagina dedicata ad Abriopack o chiedi maggiori informazioni a: info@arca.bio.

Tabella: Abriopack
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