Che la pandemia avrebbe cambiato molte cose nelle abitudini quotidiane come in quelle alimentari lo si è subito capito.
Il paniere della spesa degli acquisti domestici è stato riorganizzato prestando più attenzione agli ingredienti a scapito dei piatti pronti.

Una scelta dettata dalla maggiore disponibilità al “fai da te” sul fornello di casa piuttosto che sulla tavola del ristorante. In parallelo è aumentata l’attenzione e la preferenza al made in Italy, verso i prodotti sostenibili e a maggior “contenuto” salutistico. Tendenze che si manterranno anche nel prossimo anno.

Questo, in sintesi il quadro presentato da Denis Pantini, responsabile agroalimentare di Nomisma, in occasione della 51esima Assemblea dell’Uniceb, l’Unione italiana della filiera delle carni.


Bovini e suini in difficoltà

Al centro del dibattito la situazione del comparto carni, dove la filiera bovina stenta a trovare una adeguata remunerazione, mentre le carni suine fanno i conti con la frenata dell’export europeo dopo l’epidemia di peste suina africana in molti paesi europei e che nelle ultime settimane ha fatto sua comparsa anche in Germania.
Pesanti le conseguenze sul mercato italiano, sul quale si sono riversati i flussi di prodotto prima destinato ai mercati terzi.

Temi che Carlo Siciliani, riconfermato alla presidenza di Uniceb, ha posto all’attenzione della ministra Teresa Bellanova, sollecitando una maggiore visibilità e valorizzazione della carne italiana e invitando alla realizzazione di un tavolo di concertazione con la grande distribuzione organizzata e all’avvio di un programma di promozione.
Un appello raccolto da Bellanova che in questa occasione ha confermato il potenziamento degli incentivi ai contratti di filiera, che saranno sostenuti con ulteriori 150 milioni di euro.


Nuovi vincoli

Incentivi che contribuiranno ad affrontare le nuove sfide che attendono il settore e che si riassumono nelle politiche contenute nel Green New Deal e nella strategia Farm to Fork.

A questo proposito Paolo De Castro, coordinatore della commissione Agricoltura del Parlamento europeo, ha ricordato le opportunità offerte dal Next generation Eu e i vincoli delle crescenti spinte ambientaliste, destinate ad avere importanti ripercussioni sul trasporto, tese a privilegiare la movimentazione delle carni piuttosto che degli animali vivi.


Passi avanti

Nel dibattito è intervenuta fra gli altri Clara Fossato, nella sua veste di Segretario generale di Uniceb, per ricordare il lavoro sin qui svolto dall’Italia nella riduzione degli agrofarmaci, nel miglioramento del benessere animale e nella lotta all’antibiotico resistenza.
Risultati che vanno difesi nelle trattative che si svolgono a Bruxelles, ribadendo che “in Europa non partiamo tutti dallo stesso punto”.


Concorrenza sleale

Forti di questa nostra posizione di eccellenza nel panorama europeo, il dibattito è proseguito segnalando i pericoli di una visione miope della sostenibilità delle produzioni agroalimentari europee.
Si corre infatti il rischio di aprire le porte a prodotti che provengono da paesi dove l’attenzione a questi temi è più bassa, per non dire assente.

Generando così una concorrenza sleale con le produzioni interne e lasciando irrisolto il tema della sostenibilità.
Perché a poco servirebbe avere allevamenti “perfetti” in Europa per poi importare prodotti di origine animale provenienti da paesi ove argomenti come il benessere animale, la sostenibilità e la lotta all’antibiotico resistenza sono parole prive di significato.