E' quanto emerge da una ricerca coordinata da Luca Fontanesi dell'Università di Bologna, pubblicata dalla rivista Scientific Reports del Gruppo Nature, periodico fra i più accreditati in campo scientifico.
Obiettivo della ricerca quello di monitorare la resistenza agli stress ambientali di questa specie animale e le sue capacità di adattamento a condizioni climatiche caratterizzate da alte temperature.
Per raggiungere questo scopo si è andati alla ricerca dei marcatori genetici che influenzano alcune caratteristiche del sangue del suino, fra queste il numero di globuli bianchi e rossi, piastrine e livelli di colesterolo e trigliceridi.
Doppio risultato
Duplice l'impatto dei risultati ottenuti. Da un lato si sono ottenute informazioni utili a indirizzare la selezione verso animali con migliori capacità di adattamento all'innalzamento delle temperature conseguenti ai fenomeni di riscaldamento globale.Dall'altro il suino si conferma come un modello animale di interesse per la medicina umana, consentendo di migliorare le conoscenze su alcuni meccanismi biologici, come la regolazione del livello di colesterolo nel sangue.
Si è partiti dunque dalle analisi del sangue, "termometro" da sempre privilegiato per monitorare lo stato di salute.
A queste analisi si sono però affiancati avanzati studi genetici per individuare i marcatori responsabili della regolazione di diversi parametri ematologici.
La parola alla scienza
"Capire come questi parametri sono geneticamente regolati ha importanti conseguenze" spiega Luca Fontanesi. "Può permettere infatti di migliorare l'animale, rendendolo più sano e resistente a malattie e stress ambientali. E offre prospettive interessanti anche in relazione allo studio di patologie umane come l'arteriosclerosi e l'obesità".Numerosi i parametri del sangue presi in esame, per i quali si è osservata al contempo, grazie ad approfondite analisi del Dna, la variabilità genetica.
"Siamo stati così in grado - spiega il ricercatore dell'Università di Bologna Samuele Bovo, primo autore dello studio - di identificare i geni che regolano il metabolismo cellulare, il livello di trigliceridi, di colesterolo e di diversi altri parametri, tra cui linfociti, globuli rossi e piastrine nel sangue".
Un impulso alla selezione
Grazie a queste informazioni è possibile comprendere come il suino risponda agli stress ambientali e come resista ad alcune malattie.Importanti le ripercussioni pratiche di queste esperienze sperimentali sulla selezione dei suini.
Si potranno avere animali che meglio sopportano condizioni climatiche caratterizzate da temperature più elevate, come quelle che il riscaldamento globale porta alle nostre latitudini.
Ma al contempo si aprono nuove opportunità per l'allevamento del suino in ambienti caratterizzati da climi più caldi, dove questa specie animale ha difficoltà di adattamento.
Un aiuto alla salute dell'uomo
Altro aspetto, di non minore importanza, riguarda la medicina umana.Grazie ai suini si potranno aprire nuovi fronti di ricerca per lo studio di patologie croniche che colpiscono l'uomo e il pensiero corre subito a molte malattie cardiovascolari.
Il merito di questi risultati andrà riconosciuto al gruppo di ricerca del dipartimento di Scienze e tecnologie agroalimentari dell'Università di Bologna, che oltre a Fontanesi e Bovo comprende anche Giuseppina Schiavo e Stefania Dall'Olio.
Per l'Università di Bologna è stato coinvolto inoltre Giuliano Galimberti del dipartimento di Scienze statistiche "Paolo Fortunati".
Non meno importanti i contributi di Gianluca Mazzoni e Francesca Bertolini della Technical University of Denmark (Danimarca) e Maurizio Gallo dell'Associazione nazionale allevatori suini (Anas).