Le uova possono competere con trote e salmoni in quanto a valori salutistici del loro apporto nutrizionale.
Il merito è della ricchezza in omega 3 e antiossidanti che può essere indotta attraverso l'alimentazione delle galline ovaiole.

Gli omega 3, come già approfondito da AgroNotizie, sono acidi grassi polinsaturi ai quali è associato un importante ruolo nella prevenzione delle malattie dell'apparato cardiovascolare.
 

La Camelina

Per aumentare la presenza di queste sostanze nelle uova si è sperimentato l'impiego del panello di Camelina sativa (Brassicacea conosciuta anche con il nome di "falso lino") nella dieta delle galline.

E' la stessa Camilina ad aver suggerito il nome del progetto, battezzato "CamFeed", al quale hanno collaborato, con il sostegno di Fondazione Cariplo, vari gruppi scientifici e fra questi l'Istituto di Biologia e biotecnologia agraria (Ibba-Cnr), l'Istituto di Scienze delle produzioni alimentari (Ispa-Cnr), il Dipartimento di Scienze e politiche ambientali e il Dipartimento di Medicina veterinaria dell'università di Milano.
 

Appuntamento a Milano

I risultati ottenuti sono incoraggianti e saranno illustrati il 2 aprile in occasione del convegno organizzato presso l'aula Auditorium dell'Università di Milano, in via Alfonso Corti 12, con inizio alle ore 9, per concludersi alle 13.

Il programma dell'evento, a ingresso libero, prevede la discussione di numerosi temi, dal benessere delle ovaiole ai dati sul consumo delle uova.
Fulcro dell'incontro saranno le conclusioni delle ricerche sull'impiego del panello di Camelina sulla qualità delle uova.


La ricerca sposa il sociale

Il progetto CamFeed si fa apprezzare non solo per gli aspetti scientifici, ma anche per quelli di carattere sociale.
La sperimentazione si è svolta presso il Centro zootecnico didattico sperimentale di Lodi, dove tra il 2017 e il 2018 sono state allevate a fini sperimentali 240 galline e 350 polli.
Un mini allevamento dal quale si sono ottenuti per sei mesi circa 200 uova al giorno.

Con una felice intuizione, si è pensato di donarle al Banco Alimentare della Lombardia e il progetto si è concluso con la donazione di 34mila uova alle persone indigenti.

Un gesto che è valso al rettore dell'ateneo milanese, Elio Franzini, la consegna di una targa a testimonianza dell'alto valore sociale e di sostenibilità dell'iniziativa.
Una ricerca attenta al sociale che potrebbe essere replicata in analoghe sperimentazioni in campo agroalimentare.