Durante l'incontro – fa presente Confagricoltura - è stata presa in esame l'ultima versione del decreto interministeriale ‘Criteri e norme tecniche generali per la disciplina regionale dell'utilizzazione agronomica degli effluenti di allevamento e delle acque reflue, nonché per la produzione e l'utilizzazione agronomica del digestato’.
“Si è compresa la necessità – osserva l’Organizzazione degli imprenditori agricoli – di procedere speditamente verso la semplificazione degli adempimenti amministrativi relativi alle comunicazioni, al Pua, ai documenti di trasporto e alla previsione di periodi di utilizzazione agronomica degli effluenti zootecnici più flessibili che tengano conto dei cambiamenti climatici; altresì si è preso atto che prevedere un limite alla presenza di colture dedicate nelle matrici utilizzabili nella digestione anaerobica, avrebbe portato ulteriore confusione e penalizzato i produttori”.
Ad avviso di Confagricoltura “è importante continuare a lavorare con questo nuovo approccio integrato degli interventi, per risolvere pure tutte le problematiche connesse ai nitrati e tenendo conto delle specificità e di tutti gli sforzi già fatti dagli agricoltori in questi anni, sulla base dei piani d’azione regionali, per migliorare la qualità delle acque superficiali e profonde”.
“Ora – conclude l’Organizzazione - occorre procedere all’aggiornamento delle aree vulnerabili sulla base dei risultati dello studio in corso di realizzazione da parte dell’Ispra, e richiedere a Bruxelles il rinnovo della deroga sui limiti di 170 kg di azoto per ettaro nelle aree vulnerabili”.
© AgroNotizie - riproduzione riservata
Fonte: Confagricoltura