L’accordo raggiunto in sede di ‘Tavolo Nitrati’ sull’utilizzo agronomico del digestato, pone fine a una problematica rimasta insoluta da anni. Finalmente si è compreso che questo ottimo fertilizzante di origine naturale, nel rispetto delle regole di buona pratica agronomica, può dare un notevole contributo alla fertilità dei terreni aumentandone il contenuto in sostanza organica e diminuendo l’uso di concimi chimici”. È questo il commento di Confagricoltura in relazione alle decisioni assunte dal ‘Tavolo Nitrati’ con i ministri per le Politiche agricole Martina e dell’Ambiente Galletti e le Regioni.

Durante l'incontro – fa presente Confagricoltura - è stata presa in esame l'ultima versione del decreto interministeriale ‘Criteri e norme tecniche generali per la disciplina regionale dell'utilizzazione agronomica degli effluenti di allevamento e delle acque reflue, nonché per la produzione e l'utilizzazione agronomica del digestato’.

Si è compresa la necessità – osserva l’Organizzazione degli imprenditori agricoli – di procedere speditamente verso la semplificazione degli adempimenti amministrativi relativi alle comunicazioni, al Pua, ai documenti di trasporto e alla previsione di periodi di utilizzazione agronomica degli effluenti zootecnici più flessibili che tengano conto dei cambiamenti climatici; altresì si è preso atto che prevedere un limite alla presenza di colture dedicate nelle matrici utilizzabili nella digestione anaerobica, avrebbe portato ulteriore confusione e penalizzato i produttori”.

Ad avviso di Confagricoltura “è importante continuare a lavorare con questo nuovo approccio integrato degli interventi, per risolvere pure tutte le problematiche connesse ai nitrati e tenendo conto delle specificità e di tutti gli sforzi già fatti dagli agricoltori in questi anni, sulla base dei piani d’azione regionali, per migliorare la qualità delle acque superficiali e profonde”.

Ora – conclude l’Organizzazione - occorre procedere all’aggiornamento delle aree vulnerabili sulla base dei risultati dello studio in corso di realizzazione da parte dell’Ispra, e richiedere a Bruxelles il rinnovo della deroga sui limiti di 170 kg di azoto per ettaro nelle aree vulnerabili”.