Con un valore superiore ai 17,2 miliardi di euro, la zootecnia italiana, sottolineano gli organizzatori, rappresenta poco meno del 35% del valore dell’intera produzione del settore primario del Paese. Negli ultimi anni lo scenario per la zootecnia nazionale è mutato radicalmente, sia per effetto dei cambiamenti profondi che sono intervenuti a livello della Politica agricola comune, sia per le tendenze emerse sui mercati internazionali, anche a causa della crisi economica e finanziaria.
La filiera alimentare rappresenta il percorso che compie un prodotto alimentare dalla terra alla tavola, ossia dalle materie prime a quello che mangiamo. È un processo scandito secondo precise fasi e che vede coinvolti numerosi attori: agricoltori, produttori di mangimi e sementi, allevatori, industria di trasformazione, trasportatori e distributori, commercianti all'ingrosso e al dettaglio, fino al consumatore. Il settore agroalimentare riveste un ruolo di primo piano nelle dinamiche tra uomo e ambiente poiché interagisce con il suolo, con l’acqua e con le risorse naturali, sia in modo diretto, coltivando e raccogliendo organismi vegetali e allevando specie animali, sia in modo indiretto, trasformando, trasportando e distribuendo le materie prime e i prodotti finiti ai consumatori.
Recentemente sono aumentate inoltre le sensibilità dei consumatori sui temi della sostenibilità complessiva delle filiere. Quindi di conseguenza è aumentata l’esigenza comunicare ai maggiori informazioni sui metodi di produzione e sul percorso del cibo “dalla terra alla tavola”, esaltando processi e qualità intrinseche dei vari prodotti. Non è un caso che negli ultimi anni infatti si sia affermato anche nell’agroalimentare il concetto di responsabilità sociale ed ambientale.
Una sfida in più per gli operatori che si sono già dovuti confrontare con uno scenario di mercato e socio-economico profondamente mutato: un aumento sostanziale della volatilità dei prezzi delle materie prime e dei prodotti trasformati, una sostanziale eliminazione delle forme di intervento diretto sui mercati da parte dell’Ue, un diverso modello di consumo alimentare in un mercato globale sempre più ampio.
“In questo complesso contesto – ha rimarcato in occasione della tavola rotonda Giovanna Parmigiani - si è aggiunta un'evoluzione delle normative in tema di sostenibilità e di benessere animale con conseguenze che non si possono trascurare. Gli effetti di talune scelte possono infatti incidere sulla tenuta della competitività delle imprese agricole e, in particolare, degli allevamenti".
"Dobbiamo quindi – ha precisato la Parmigiani – affrontare questi temi con un occhio attento sia al mercato ed alle imprese. Non è affatto scontata l’introduzione di certe innovazioni; e non è neanche scontato che le diseconomie di queste novità si possano trasferire al consumatore con un prezzo che premi il nostro prodotto rispetto a quello ad esempio importato da Paesi che non rispettano i nostri stessi standard”.
“Come azienda operante nel settore degli animali Zoetis è consapevole della responsabilità sociale della propria organizzazione - afferma Chiara Durio, amministratore delegato di Zoetis - Salute animale significa, animali che non soffrono, che vengono curati correttamente, il cui stato di benessere influenza positivamente quello dei cittadini e della popolazione, per salubrità e qualità degli alimenti”.
"A causa di questa consapevolezza Zoetis si è da sempre preoccupata - prosegue Durio - di avere un ruolo proattivo nello stimolare il dibattito su temi importanti per la salute animale. Il biennio 2014-2015 sarà un periodo cruciale in questo senso: il semestre europeo, Expo 2015, il crescente interesse per i temi del benessere animale e la sostenibilità. E’ questo il momento giusto per sostenere il settore favorendo il dibattito fra il mondo politico, le istituzioni e gli altri attori del mercato, per il bene delle produzioni Italiane”.
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Fonte: Confagricoltura