Continua il braccio di ferro fra Italia e Turchia in tema di import-export di prodotti agroalimentari dopo il blocco delle frontiere turche ai nostri formaggi a base di latte crudo. A causare lo stop la preoccupazione delle autorità sanitarie turche nei confronti della brucellosi, argomento che Agronotizie ha già affrontato nelle scorse settimane commentando l'uso della barriera sanitaria come strumento per ostacolare scambi commerciali. Ora un analogo problema di verifica per le carni, cosa che ha indotto Uniceb, l'associazione che riunisce i commercianti di bestiame e carni, a rivolgersi alle autorità comunitarie per evidenziare la difficile situazione che si è creata per gli scambi con alcuni Paesi Terzi. Il presidente di Uniceb, Renzo Fossato, ha indirizzato a Joao Josè Pacheco, direttore generale aggiunto della DG Agri della Commissione europea, una lettera nella quale chiede che nello sviluppare accordi di libero scambio sia previsto il “contestuale esame delle condizioni sanitarie richieste dal Paese terzo affinché l'avvio dei flussi di esportazione possa effettivamente essere operativo ed uguale per tutti i Paesi dell'Unione europea.” Un appello, questo di Uniceb, che nasce dalla constatazione dell'importanza di questi accordi per tonificare i mercati delle carni all'interno della Ue, e che vedono la Commissione europea attiva con molti Paesi del Mediterraneo e fra questi il Marocco, l'Egitto, la Tunisia e la Giordania, dove le produzioni italiane potrebbero giocare un ruolo di primo piano.