La potatura dell'olivo (Olea europaea) è senza dubbio l'operazione più importante da effettuare in oliveto, nonché la seconda voce di costo dopo la raccolta. Conoscere quindi quali sono i tagli corretti da effettuare è fondamentale non solo per garantire un'adeguata produttività in termini di olive, ma anche per mantenere le piante in buona salute.

 

In questo articolo andremo a vedere quali sono i principi generali che dovrebbero guidare la mano del potatore quando si appresta a potare una pianta di olivo. Successivamente invece andremo a vedere una delle forme di allevamento più diffuse in Italia: il vaso policonico. Infine si analizzeranno alcuni elementi pratici da tenere sempre in considerazione quando si prendono forbici e seghetto.

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A che cosa serve la potatura 

La potatura dell'olivo è un'attività indispensabile per avere piante sane e produttive, abbiamo detto. Questo vale sia nella fase giovanile di un ulivo, per dare la forma all'albero e farlo produrre in maniera continua, sia in quella matura, per eliminare i rami vecchi e rinnovare la chioma, mettendola nelle condizioni di generare abbondanti drupe anno dopo anno.

 

Una delle funzioni più importanti della potatura è quella di favorire un corretto arieggiamento e di permettere alla luce di entrare in tutte le zone dell'albero. In particolare, un'illuminazione adeguata svolge un ruolo essenziale per stimolare la fioritura delle gemme che poi produrranno i frutti.

 

Ma la potatura impatta anche sul fronte della raccolta. Ad esempio accorciare le branche secondarie contribuisce a rendere l'albero più compatto e rigido. In questo modo le vibrazioni vengono trasmesse ai frutti nella fase della raccolta, qualora quest'ultima venga effettuata attraverso uno scuotitore meccanico.

 

Il periodo migliore per potare gli ulivi 

Sul piano temporale la potatura è sfalsata rispetto al momento della raccolta, che avviene nella stagione autunnale. Mentre la potatura viene effettuata generalmente verso la fine dell'inverno, prima che si dischiudano le gemme degli ulivi.

 

 

Questo vale soprattutto per il Centro Sud. Nelle zone più fredde, per esempio nel Nord Italia, è meglio spostarla verso l'inizio della primavera, tra marzo e aprile. Bisogna infatti stare molto attenti a non anticipare la potatura, perché un'eventuale gelata (come quella avvenuta ad aprile dello scorso anno) potrebbe arrecare seri danni alla pianta. Allo stesso modo, è bene non andare troppo in là con la potatura per evitare il rischio di sovrapporsi con il periodo della fioritura.

 

Che cos'è la potatura a vaso policonico

Quella a vaso policonico è la forma di allevamento più diffusa nel nostro Paese. Consiste in un tronco unico, alto tra i 70 e i 120 centimetri circa, da cui dipartono tre o quarto branche primarie che formano un angolo non inferiore ai 45 gradi. Questa particolare conformazione della pianta permette una distribuzione ottimale della luce e consente una maggiore circolazione dell'aria all'interno della chioma.

 

Vaso policonico

(Fonte foto: Wikipedia)

 

Nella parte centrale si crea una sorta di vuoto, mentre ogni branca primaria (insieme a tutte le sue branchette secondarie) si sviluppa assumendo una forma che ricorda vagamente quella di un cono - policonico significa proprio "molti coni" - con una vegetazione più fitta alla base e più rada verso la cima. Se eseguita correttamente, una potatura annuale dell'olivo allevato a vaso policonico permette di regolare meglio la produzione e limitare il fenomeno dell'alternanza rispetto a una potatura fatta ogni due o tre anni.

 

 

Quando togliere i succhioni e i polloni

I succhioni sono rami puramente vegetativi, e quindi non fruttiferi. Si possono formare nel tempo anche come risposta dell'albero di fronte a un eccesso di potatura, che, come sappiamo, altera il rapporto tra radici e chioma.

 

"La pianta infatti si basa su un equilibrio tra questi due elementi, e quando avverte che si è verificata una qualche modificazione (come una potatura, per l'appunto) si attiva per ripristinare il più velocemente possibile la chioma", spiega Riccardo Gucci, professore ordinario di Coltivazioni Arboree presso il Dipartimento di Scienze Agrarie, Alimentari e Agro-ambientali dell'Università di Pisa. "Ecco perché conviene non esagerare, soprattutto nel caso delle piante più giovani, nella potatura".

 

 

Il consiglio degli esperti è quello di eliminare i succhioni più vigorosi o comunque inseriti male, per esempio quelli che ostacolano il passaggio della luce nella parte interna della chioma. Il loro taglio di solito avviene in estate, proprio perché nascono come risposta alla potatura invernale e non gli si deve lasciare il tempo di crescere troppo.

 

Non tutti i succhioni devono però essere eliminati. Alcuni vanno lasciati per mantenere vitale il flusso della linfa, inoltre permettono di avere in una fase successiva un possibile rinnovo di vegetazione produttiva. Per quanto riguarda invece i polloni, dal momento che si tratta di rami a legno che vengono fuori dalla ceppaia, vengono solitamente eliminati tutti durante la potatura.

 

Errori da non fare quando si pota un olivo

Il primo errore da evitare è quello di potare nel periodo sbagliato, come accennavamo prima. Una potatura precoce, così come una tardiva, potrebbe compromettere la produttività della pianta. Ogni olivicoltore deve conoscere l'andamento stagionale del proprio areale ed agire di conseguenza.

 

C'è poi da considerare un fattore come l'alternanza, che in parte è insita nella biologia della specie. Se bene eseguita, la potatura può essere molto utile nell'attenuare il fenomeno. Ricordiamoci però che è un errore potare poco dopo un'annata di scarica, pensando di produrre di più l'anno dopo. In questo modo infatti la pianta si sovraccarica e l'anno successivo produrrà ancora meno. Insomma, l'alternanza si amplifica anziché ridursi.

 

Un'altra regola generale è quella di non effettuare mai tagli rasi. Se per esempio volessimo rimuovere una branca secondaria in fase di potatura, con un taglio raso andremmo a danneggiare i tessuti della branca primaria, alterando il naturale flusso dei vasi linfatici ed esponendo la pianta a possibili attacchi da parte di funghi e batteri (come nel caso della carie). Allo stesso modo, è sbagliato lasciare un moncone: il taglio corretto va invece eseguito a un paio di centimetri dal colletto.

 

Un'altra malattia dalla quale occorre difendere l'ulivo è la rogna. L'agente patogeno, il batterio Pseudomonas savastanoi, è in grado di penetrare all'interno della pianta attraverso lesioni provocate da agenti atmosferici, come la grandine, oppure proprio dagli attrezzi impiegati durante la potatura. Forbici e seghetti possono quindi diventare un veicolo del contagio. Per contenere il rischio di diffusione dell'infezione è sempre bene sanificare la lama di taglio con prodotti a base di rame quando andiamo a potare olivi che presentano in maniera vistosa i sintomi della malattia.

 

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Un ultimo consiglio? "L'olivo può disorientare perché presenta una vegetazione piuttosto disordinata. Però è anche vero che si tratta di una specie con una tale attività vegetativa che può compensare molti dei nostri errori", conclude il professor Gucci. "Che cosa mi sentirei di consigliare? Un buon corso di potatura di un paio di giorni come avviamento, e poi esercitarsi".

 

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