Il mondo della nutrizione delle colture si trova in una fase di transizione. Per anni infatti gli agricoltori hanno potuto contare su concimi a basso costo, in grado di mantenere alti i livelli produttivi dei campi. Oggi tuttavia questo modello è in crisi per diverse ragioni. Prima di tutto l'aumento del costo dei fattori produttivi. L'impennata dei prezzi nel 2022 ha messo infatti in luce la debolezza del comparto, che in un anno ha visto quadruplicare il prezzo dei concimi azotati.


A questo si deve sommare il fatto che l'Unione Europea e i consumatori chiedono una maggiore sostenibilità ambientale del settore agricolo e, tra le altre cose, spingono affinché si riduca l'uso dei fertilizzanti di sintesi. Si tratta infatti di prodotti che, benché fondamentali per la produttività dei campi, se usati in maniera disinvolta possono creare problemi ai suoli e alle falde acquifere. Senza contare che la loro produzione è altamente energivora.


Gli agricoltori hanno dunque l'arduo compito di dover continuare a produrre cibo buono e sano, riducendo il consumo di fertilizzanti e preservando la vitalità dei terreni. In questo scenario assai complesso si inserisce il modello di economia circolare promosso dall'Unione Europea, che ha come obiettivo quello di superare il modello di produzione lineare (produzione-consumo-rifiuto) per arrivare ad un modello circolare, dove ogni scarto diventa materia prima per un nuovo ciclo produttivo.

 

Il concime pellettato da economia circolare

Il concime pellettato da economia circolare

(Fonte foto: Tommaso Cinquemani - AgroNotizie®)


Per capire come questo approccio può innovare il settore della nutrizione delle colture siamo stati in Svezia per visitare alcune aziende agricole del Sud del Paese che hanno fatto dell'innovazione e della sostenibilità economica e ambientale la propria stella polare.

 

Da digestato a concime pellettato

Incontriamo l'agricoltore Carl Tornerhjelm una mattina di inizio giugno, mentre nell'Azienda agricola di famiglia sono intenti ad attivare il sistema di irrigazione per fornire acqua a grano, barbabietola da zucchero e colza.

 

"La Svezia sta attraversando un periodo di siccità davvero inusuale", ci racconta Carl mentre ci mostra un bacino artificiale da poco costruito per raccogliere le acque piovane durante l'inverno e riutilizzarle in estate. "Tra terreni propri e in affitto lavoriamo quasi 2mila ettari per produrre grano, avena, colza, barbabietola da zucchero e pisello proteico. A causa dell'alta presenza di argilla, che rende difficoltosa la lavorazione del suolo, abbiamo deciso nel 2016 di adottare la tecnica della minima lavorazione. Riusciamo comunque ad avere ottime produzioni, intorno alle 10 tonnellate di frumento all'ettaro".

 

Il bacino artificiale costruito presso Wrams Gunnarstorp Gods

Il bacino artificiale costruito presso Wrams Gunnarstorp Gods

(Fonte foto: Tommaso Cinquemani - AgroNotizie®)


L'Azienda di Carl, denominata Wrams Gunnarstorp Gods, ha investito in un imponente impianto di irrigazione, che sarà finito nel 2025, in grado di pompare acqua dal bacino artificiale e di distribuirla su 500 ettari di campi. L'Azienda dispone poi di un piccolo impianto a biogas alimentato con 65mila tonnellate di scarti organici all'anno (reflui zootecnici, residui colturali e dell'industria agroalimentare). Qui risiede il cuore dell'innovazione, poiché il digestato viene lavorato per la produzione di concimi liquidi e pellettati.


Ma andiamo con ordine. L'impianto di biogas sfrutta gli scarti della produzione zootecnica e agricola per la produzione di biogas, il quale viene poi raffinato e immesso nel sistema di distribuzione locale del metano. Come sottoprodotto il biodigestore produce digestato, il quale è ricco di composti azotati e di fosforo.

 

In Svezia ci sono seri problemi di coda di volpe (Alopecurus myosuroides) resistente

In Svezia ci sono seri problemi di coda di volpe (Alopecurus myosuroides) resistente

(Fonte foto: Tommaso Cinquemani - AgroNotizie®)

 

"Il problema del digestato è che è piuttosto costoso da spandere in campo, in quanto per il 95% è composto da acqua. Si spende dunque molto in gasolio e si compatta il terreno passando con la botte. Inoltre l'azoto è presente in una forma che si disperde nell'ambiente molto facilmente, sia per volatilizzazione, sia per percolazione", ci racconta Carl guidandoci attraverso l'impianto produttivo.


Da qui l'idea di fare un passo oltre, superando i limiti che caratterizzano l'uso del digestato tal quale. Grazie anche ad un finanziamento europeo nell'ambito del progetto EU Leader "Circularity from city to farmland", la startup Ekobalans ha sviluppato una tecnologia in grado di valorizzare il digestato.

 

La valorizzazione del digestato in azienda

"Prima di tutto separiamo la frazione liquida da quella secca", ci racconta Nicklas Froborg, tra i fondatori della startup Ekobalans. "La frazione liquida è molto ricca in azoto e grazie al nostro sistema di filtrazione viene utilizzata direttamente negli impianti di irrigazione dell'Azienda Warms Gunnarstorp".

 

A sinistra l'agricoltore Carl Tornerhjelm, a destra il rappresentante della startup Ekobalans, Nicklas Froborg

A sinistra l'agricoltore Carl Tornerhjelm, a destra il rappresentante della startup Ekobalans, Nicklas Froborg

(Fonte foto: Tommaso Cinquemani - AgroNotizie®)


I sensori presenti nell'impianto permettono di valutare la qualità di questo concime liquido, in modo che possa essere utilizzato in maniera ottimale per la concimazione di frumento, orzo e degli altri cereali a paglia.


"La frazione secca del digestato è però poco stabile in quanto contiene comunque ancora un 30% di acqua. Per poterla lavorare procediamo ad una ulteriore essiccazione che ci permette di ottenere del digestato disidratato. Si tratta di granuli stabili, ricchi di azoto, fosforo e di sostanza organica. A questa matrice aggiungiamo poi del solfato d'ammonio e procediamo alla produzione di pellet. Otteniamo così un concime granulare pronto all'uso, in grado di apportare azoto e fosforo alle colture", sottolinea Froborg.


Questo prodotto viene poi utilizzato all'interno delle aziende che aderiscono al progetto Circularity from city to farmland, alcune delle quali aderiscono anche a Odling i Balans (che significa coltivare in equilibrio), un'Associazione che riunisce aziende agricole particolarmente innovative della regione, che fungono da aziende dimostrative.

 

Partendo da sinistra: digestato, frazione secca del digestato, frazione liquida del digestato, digestato disidratato, solfato d'ammonio, concime pellettato

Partendo da sinistra: digestato, frazione secca del digestato, frazione liquida del digestato, digestato disidratato, solfato d'ammonio, concime pellettato

(Fonte foto: Tommaso Cinquemani - AgroNotizie®)

 

Il concime pellettato alla prova del campo

E proprio nella Contea della Scania abbiamo avuto modo di incontrare un altro agricoltore, Roland Andersson, il quale sta ospitando delle prove di fertilizzazione con l'uso di questo innovativo concime pellettato.


Osservando visivamente le parcelle è possibile notare immediatamente la differenza tra il testimone non trattato, caratterizzato da una crescita stentata delle spighe, e invece le tesi trattate con una concimazione minerale tradizionale e con l'uso del pellet.

 

"A livello di apporto di elementi nutritivi posso dire che questo nuovo concime pellettato offre delle performance sostanzialmente in linea con i risultati ottenuti attraverso la concimazione classica", ci racconta Andersson. "È probabilmente assimilato meno velocemente e dunque non si vede quell'effetto rinvingorente del concime minerale, tuttavia ci aspettiamo che l'apporto di sostanza organica migliori le qualità del suolo e che dunque, sul lungo periodo, generi dei benefici superiori".

 

L'agricoltore svedese Roland Andersson ha ospitato per tre anni le prove con il nuovo concime pellettato

L'agricoltore svedese Roland Andersson ha ospitato per tre anni le prove con il nuovo concime pellettato

(Fonte foto: Tommaso Cinquemani - AgroNotizie®)


Il nodo ancora da sciogliere riguarda il prezzo di questo prodotto. Con un costo del gas basso i fertilizzanti azotati di sintesi hanno sicuramente un prezzo inferiore, ma visti gli aumenti degli ultimi tempi avere la possibilità di autoprodursi il proprio concime rappresenta una interessante garanzia.

 

"Il nostro obiettivo è quello di riuscire a vendere il prodotto ad un prezzo leggermente superiore a quello dei concimi classici, facendo leva anche sul fatto che il nostro prodotto contiene sostanza organica ed è dunque in grado di migliorare le caratteristiche del suolo", conclude Froborg di Ekobalans.

 

RecoLab, città e campagne alleate nella produzione di concimi circolari

In questo interessante progetto di economia circolare c'è tuttavia un elemento critico, ovvero l'impiego di solfato d'ammonio in aggiunta al digestato, come elemento in grado di migliorare le caratteristiche nutritive del concime pellettato. Tuttavia, grazie ad una visita presso RecoLab scopriamo che anche l'origine di questo nutriente è di origine "circolare", in quanto proviene dalla rigenerazione delle acque reflue cittadine.

 

La sede di RecoLab a Helsingborg

La sede di RecoLab a Helsingborg

(Fonte foto: Tommaso Cinquemani - AgroNotizie®)


La cittadina di Helsingborg si è dotata infatti di un innovativo sistema di depurazione e di un Centro di ricerca chiamato RecoLab, che sorge in una ex area degradata del porto.

 

"Anni fa questa era un'area fatiscente, maleodorante, in cui nessuno voleva mettere piede", ci racconta Amanda Haux, Business developer di RecoLab. "Nel 2017 la municipalità, anche grazie ai fondi del progetto Horizon 2020 Run4Life, ha deciso di costruire questa nuova struttura che ha come obiettivo quello di rigenerare le acque di scarico provenienti dalla città per produrre acqua pulita e nuove materie prime da utilizzare ad esempio nel settore agricolo".

 

RecoLab è un impianto che ha l'ambizione di integrarsi perfettamente con l'ambiente circostante e vuole aprirsi alla cittadinanza, tanto che sopra al tetto della vasca di decantazione verrà realizzato un ristorante con tavolini all'aperto che guarderanno il canale che separa la Svezia dalla Danimarca.

 

Dal processo di purificazione delle acque reflue si ottengono elementi nutritivi come la struvite e il solfato d'ammonio

Dal processo di purificazione delle acque reflue si ottengono elementi nutritivi come la struvite e il solfato d'ammonio

(Fonte foto: Tommaso Cinquemani - AgroNotizie®)


Effettivamente all'interno dell'impianto di depurazione non si percepiscono cattivi odori. Il sistema si basa sul trattamento delle acque reflue attraverso metodi microbiologici, fisici e chimici. Come ci spiega Amanda, l'elemento di svolta è il fatto che nell'impianto convergono tre differenti tubazioni: una per le acque nere (provenienti dalle toilette), una per le acque grigie (ad esempio lavandini, docce, lavatrici e lavastoviglie), ed infine una terza tubazione proveniente dai tritarifiuti presenti nelle cucine, attraverso i quali gli svedesi smaltiscono la frazione umida dei rifiuti urbani (scarti di frutta e verdura, uova, carne e pesce, eccetera).


"Grazie a questa separazione dei rifiuti per noi è estremamente più facile procedere alla depurazione. In particolare le acque nere, se scarsamente diluite in acqua, possono essere gestite più facilmente", sottolinea Amanda. Se infatti l'uso di uno sciacquone tradizionale comporta il consumo di 6-8 litri di acqua, l'impiego di sistemi a pressione, che creano il vuoto per risucchiare gli escrementi, richiedono l'impiego di pochissima acqua.

 

Una parte degli impianti di RecoLab

Una parte degli impianti di RecoLab

(Fonte foto: Tommaso Cinquemani - AgroNotizie®)


Ecco dunque che, grazie ad un innovativo processo di recupero ancora in fase di test, dagli impianti di RecoLab esce come sottoprodotto (tra gli altri) anche il solfato d'ammonio, il quale viene successivamente utilizzato proprio per la produzione dei concimi pellettati.


"La bellezza di questa filiera è che è completamente circolare e vede la collaborazione delle aziende agricole con il tessuto cittadino per il recupero di quelli che un tempo erano considerati rifiuti da smaltire e che oggi invece vengono valorizzati e ritornano all'interno del ciclo di produzione", conclude Amanda Haux.

 

Quando la concimazione diventa di precisione

Per raggiungere livelli ancora più elevati di sostenibilità economica e ambientale è necessario anche ottimizzare l'impiego dei concimi, evitando dunque gli sprechi. Dare alle piante più di quello di cui hanno bisogno significa infatti non solo sprecare denaro, ma anche contribuire all'inquinamento del suolo e delle falde acquifere.


Ola Drevas è un agricoltore di Staffanstorp, cittadina vicino a Malmö, che da diversi anni ha abbracciato nella sua Azienda agricola i principi dell'agricoltura di precisione. Drevas produce frumento, orzo da birra, barbabietola da zucchero e colza su una superficie di mille ettari, gestita attraverso le più innovative tecnologie oggi disponibili. Trattori a guida automatica e attrezzature a rateo variabile permettono di avere una gestione di precisione degli apprezzamenti.

 

Al centro l'agricoltore Ola Drevas, a destra il padre e successivamente Hans Alvemar della Ditta Soyl. A sinistra i due dipendenti

Al centro l'agricoltore Ola Drevas, a destra il padre e successivamente Hans Alvemar della Ditta Soyl. A sinistra i due dipendenti

(Fonte foto: Tommaso Cinquemani - AgroNotizie®)


"Tutti gli agricoltori sanno che ogni campo è unico e anche all'interno dello stesso appezzamento ci possono essere enormi differenze nel potenziale produttivo del terreno", ci racconta Drevas, che da ragazzo è volato negli Usa per toccare con mano le tecniche di precision farming.

 

"Grazie all'agricoltura di precisione noi siamo in grado di gestire questa variabilità dando più fertilizzanti alle aree che ne hanno più bisogno e risparmiando invece in quelle zone che non necessitano di apporti aggiuntivi".

 

Ad illustrarci questo approccio ci pensa Hans Alvemar, agronomo di Soyl, Azienda britannica attiva proprio nella mappatura dei terreni e nel precision farming.


L'approccio di Soyl è suolocentrico. Prima di tutto i tecnici dell'Azienda sfruttano l'elettroconducibilità del suolo per mappare la composizione dei terreni aziendali a diverse profondità. È così possibile distinguere diverse aree omogenee all'interno delle quali vengono effettuati dei campionamenti volti non solo a comprendere la tessitura del terreno (argilloso, limoso o sabbioso), ma anche a comprenderne la quantità di sostanza organica presente, nonché dei principali nutrienti, come fosforo e potassio.

 

Presso l'Azienda agricola di Ola Drevas si utilizzano macchinari di dimensioni elevate, come una barra irroratrice da 36 metri della Horsch a rateo variabile

Presso l'Azienda agricola di Ola Drevas si utilizzano macchinari di dimensioni elevate, come una barra irroratrice da 36 metri della Horsch a rateo variabile

(Fonte foto: Tommaso Cinquemani - AgroNotizie®)


Sulla base delle scansioni e delle analisi vengono poi realizzate delle mappe del suolo che sono poi utili all’agricoltore per valutare il potenziale produttivo del terreno e dunque per avere una gestione di precisione della semina e della concimazione.


"Prima di tutto è per noi prassi effettuare una semina a rateo variabile utilizzando dosi maggiori nelle aree in cui il terreno è più fertile", ci spiega Drevas, che cerca di aggiornare periodicamente il proprio parco macchine. "Successivamente effettuiamo la concimazione a rateo variabile modificando la quantità di fertilizzanti da impiegare sulla base della tipologia del terreno e della vigorìa della coltura".


Questo sistema permette di gestire al meglio il potenziale produttivo del terreno ottimizzando l'impiego delle risorse. Questo non significa necessariamente risparmiare fertilizzante, quanto aumentare il rapporto tra unità distribuite e quantità di granella prodotta, consentendo dunque all'agricoltore di aumentare la redditività dei propri appezzamenti.

 

Una delle colture principali in Svezia è la barbabietola da zucchero

Una delle colture principali in Svezia è la barbabietola da zucchero

(Fonte foto: Tommaso Cinquemani - AgroNotizie®)


Il futuro dell'agricoltura passa dalla circolarità

I cambiamenti climatici, le nuove necessità dei consumatori e le normative impongono agli agricoltori una modifica nell'approccio alla nutrizione delle colture. Se le prove condotte in Svezia avranno successo, il modello basato sul riutilizzo in azienda degli scarti di produzione per la produzione di concimi rappresenta sicuramente una iniziativa interessante, che permette non solo di aumentare la sostenibilità ambientale, ma anche di dare maggiori certezze agli agricoltori sul fronte dell'approvvigionamento dei mezzi produttivi.


Quello che non può mancare è tuttavia una particolare attenzione al tema della sostenibilità economica, poiché ogni innovazione può avere successo solamente nel momento in cui si ripaga da sola.