Un nuovo approccio basato sulla tecnologia dell'Rna interferente potrebbe portare novità interessanti per il controllo dell'afide verde del pesco Myzus persicae.
Uno studio condotto dai ricercatori dell'Università agraria di Pechino, e recentemente pubblicato sulla rivista scientifica Insect Science, ha portato allo sviluppo di un Rna interferente per alterare lo sviluppo delle ali di questi afidi e quindi poterne contrastare la diffusione.
L'Rna interferente è un tecnologia in grado di contrastare l'attività (tecnicamente l'espressione) di un gene senza modificarlo.
Un metodo che sta suscitando sempre più interesse in agricoltura e in medicina perché può permettere di sviluppare trattamenti efficaci e specifici, con una elevatissima sicurezza sia per gli essere umani che per l'ambiente.
Per capire come funziona dobbiamo fare un piccolo ripasso di biologia: un gene è una sequenza di Dna (quindi un pezzo di Dna) che contiene l'informazione necessaria alla cellula per produrre una determinata proteina.
Per poter produrre la proteina però l'informazione contenuta nel Dna deve essere trascritta (il termine scientifico è proprio "trascrivere") su una molecola di Rna, che viene prodotta dalla cellula stessa.
La molecola di Rna poi andrà fisicamente su un organello della cellula chiamato ribosoma che tradurrà l'informazione dell'Rna (il termine scientifico è proprio "tradurre") e farà la proteina.
Quindi ogni gene è fatto di Dna che contiene un' informazione specifica per fare una determinata proteina, che viene trascritta su una molecola di Rna specifica per quella proteina, che verrà usata per produrre quella proteina. Schematicamente: Dna > Rna > proteina.
L'Rna interferente è una molecola di Rna fatta su misura in laboratorio in grado di legarsi ad una specifica molecola di Rna rendendola non più funzionale, impedendo quindi la traduzione e quindi la produzione della proteina. Schematicamente: Dna > Rna + Rna inteferente > NO proteina.
Se si conosce come è fatto l'Rna specifico per una data proteina, si può costruire un Rna interferente in grado di legarcisi e di renderlo non funzionale. E bloccherà la produzione solo di quella proteina e di nessun altra.
Se si mette a punto un Rna interferente per impedire la produzione di una proteina specifica presente solo in un determinato organismo, come in questo caso l'afide verde del pesco, si andrà a interferire con un meccanismo biologico solo di quell'organismo e di nessun altro.
È per questo che questa tecnologia è sicura per l'uomo e per l'ambiente: l'Rna interferente colpirà solo l'Rna per il quale è stato progettato. Le molecole di Rna interferente che non "colpiranno" il bersaglio verranno semplicemente degradate dall'ambiente o digerite.
L'Rna, come anche il Dna, è una molecola naturalmente presente in ogni cellula vivente e normalmente decomposta o digerita, anche da noi. Se questa molecola invece che essere prodotta da una cellula è prodotta in laboratorio, non cambia praticamente niente.
Quando buttiamo una foglia di insalata, un pomodoro o uno yogurt nella compostiera, verrà compostato anche l'Rna e il Dna dell'insalata, del pomodoro e dei batteri lattici dello yogurt, senza problema alcuno.
Lo stesso se mangiamo quell'insalata, quel pomodoro e quello yogurt mangiamo e digeriamo senza problemi anche il loro Rna e il loro Dna. Lo stesso accadrebbe con una molecola di Rna interferente.
Torniamo allora agli afidi verdi del pesco. I ricercatori cinesi hanno individuato due geni che servono a produrre due proteine necessarie allo sviluppo delle ali di questi insetti e hanno realizzato i due Rna interferenti specifici.
E, cosa non secondaria, hanno messo a punto un preparato per trasferire l'Rna interferente nelle cellule degli afidi, che è stato applicato o direttamente sul corpo degli insetti, o sulle radici delle piante in modo che gli afidi lo assumessero quando si vanno a nutrire delle linfa.
I risultati sono stati incoraggianti, portando ad anomalie nello sviluppo delle ali in percentuali variabili dal 32% al 63% degli afidi presenti.
Perfezionando le tecniche di somministrazione probabilmente si può arrivare a percentuali di insetti colpiti anche maggiori, impedendo lo sviluppo e la diffusione di questi parassiti.
Nel caso di questo studio infatti l'obiettivo non è stato quello di uccidere gli afidi (anche se in teoria si possono progettare Rna interferenti in grado di causare la morte dell'organismo che ci interessa), ma di limitarne la diffusione, in un'ottica di controllo su larga scala territoriale che possa permettere un minore impatto di questi insetti sulle colture.