Negli ultimi anni è profondamente cambiato l'approccio dei viticoltori nella gestione della flora spontanea in vigneto. Da un lato infatti abbiamo assistito all'introduzione di alcune restrizioni all'impiego di certe sostanze attive, dall'altro sono mutate le condizioni ambientali, che hanno influito sulla biologia delle malerbe. Ed infine sono emerse popolazioni resistenti al glifosate.
Per fare il punto della situazione si è tenuto il 7 giugno scorso Campo Demo Diserbo Vite 2022, un evento organizzato dal Centro di saggio Agricola 2000 presso l'Azienda agricola Miltonia, 13 ettari in provincia di Ravenna vitati principalmente a Trebbiano Romagnolo e in parte a Merlot.
Agricola 2000 ha testato in campo diverse strategie di diserbo del vigneto, sia proposte dalle case produttrici di agrofarmaci, sia messe a punto dal Centro di saggio stesso.
Un momento del Campo Demo Diserbo Vite 2022
(Fonte foto: AgroNotizie)
Infestanti e andamento stagionale
All'interno del vigneto utilizzato per le prove è stato possibile rinvenire le principali specie che caratterizzano la flora spontanea in vigneto, quali ad esempio l'orzo selvatico (Hordeum murinum), la piantaggine (Plantago lanceolata), Erigeron canadensis, Cynodon dactylon, il trifoglio (Trifolium repens) e il geranio molle (Geranium molle).
"Le precipitazioni in quest'areale, come del resto in tutto il Nord Italia, sono state scarse se non nulle durante l'inverno", spiega Matteo Antonelli, tecnico di Agricola 2000 che ha seguito in prima persona le prove. "Abbiamo invece avuto delle piogge nel mese di aprile, al momento giusto per attivare i diserbi applicati ad inizio marzo".
Nello specifico i trattamenti sono stati eseguiti il 3 febbraio scorso, l'8 marzo scorso e successivamente il 12 maggio scorso. Tipicamente le prove hanno previsto solo due applicazioni ciascuna.
Un esemplare di Erigeron canadensis dopo uno sfalcio. Si notino i tanti apici emersi dal terreno
(Fonte foto: AgroNotizie)
Accanto al testimone non trattato e a quello gestito tramite diserbo meccanico, troviamo differenti strategie di diserbo. "Gli approcci che sono stati messi a confronto prevedono l'utilizzo di principi attivi residuali e antigerminello, prodotti di contatto con anche effetto spollonante e prodotti sistemici, sia a base di glifosate che di altre molecole", ci spiega Simone Lavezzaro, tecnico di Agricola 2000.
"Le principali molecole saggiate sono state flazasulfuron e propizamide, considerando i prodotti antigerminello. Entrambe le molecole hanno avuto un'ottima efficacia nel controllo delle infestanti, compreso Erigeron canadensis. Per quasi tutte le tesi è stata poi necessaria una seconda applicazione con prodotti di contatto con effetto spollonante e prodotti graminicidi per contenere l'orzo selvatico".
Guarda il video di Campo Demo Diserbo Vite 2022
La resistenza di Erigeron canadensis al glifosate
Il problema principale emerso da Campo Demo Diserbo Vite 2022 è stata la resistenza di Erigeron canadensis al glifosate, l'erbicida sistemico più utilizzato in viticoltura. Il continuo utilizzo, anno dopo anno, di uno stesso principio attivo ha prodotto una pressione di selezione che ha portato all'emersione di popolazioni di Erigeron canadensis resistenti a questa sostanza.
Si tratta di un problema emergente in Romagna, ma che invece è molto più sentito in altre parti d'Italia, come ad esempio in Piemonte, dove sono presenti anche popolazioni resistenti di loietto.
Erigeron canadensis, chiamata anche Conyza canadensis o seppola, è una pianta infestante proveniente dal Nord America che crea problemi in vigneto per due ragioni. Innanzitutto perché ha una crescita vigorosa che sottrae nutrimento alle viti. In secondo luogo perché ha una statura elevata che interferisce con la corretta gestione della fascia a grappolo.
Nella tesi in cui è stato usato solo il glifosate è possibile vedere distintamente le piante di Erigeron canadensis sopravvissute al trattamento
(Fonte foto: AgroNotizie)
"Durante il Campo Demo sono state testate diverse strategie per la gestione di questa difficile malerba, che oggi può essere devitalizzata efficacemente grazie a sostanze attive quali flazasulfuron e propizamide", ci spiega Lavezzaro.
"Bisogna tuttavia abbandonare le strategie che si basano esclusivamente sull'utilizzo del glifosate e adottare invece strategie più complete, sfruttando i diversi meccanismi d'azione disponibili, e posizionando i trattamenti sempre tenendo in considerazione il meteo".
Accanto all'utilizzo di prodotti di sintesi è stato testato anche il controllo meccanico e l'impiego di prodotti di origine naturale, come l'acido pelargonico. Lo sfalcio del cotico erboso non si è tuttavia dimostrato davvero efficace nel controllare E. canadensis.
"Lo sfalcio non fa che eliminare la parte aerea della pianta. Annullando la dominanza apicale induce la comparsa di gemme dal colletto che poi danno vita ad una pianta con portamento cespuglioso, molto più ingombrante rispetto ad una con un solo apice", ci spiega Andrea Borio, tecnico di Agricola 2000.
"Anche l'acido pelargonico, seppure efficace nell'essiccare la parte aerea delle piante con cui entra in contatto, non è stato sufficiente a mantenere il sottofila pulito, a meno di non ripetere più volte l'applicazione".
Serve una gestione integrata delle infestanti
Sfortunatamente non esiste un prodotto erbicida in grado di controllare ogni tipologia di infestante in maniera sempre completa. Il glifosate è sicuramente la sostanza attiva più efficace sul mercato, nonché a basso costo e con una scarsa persistenza nell'ambiente. Tuttavia, proprio per le sue caratteristiche positive negli anni se n'è fatto un uso eccessivo, causando la selezione di popolazioni resistenti.
L'obiettivo tuttavia non deve essere quello di avere una tabula rasa nel sottofila, ma eliminare tutte quelle infestanti che possono arrecare danno alla coltura. Specie come il trifoglio, il geranio e l'orzo non rappresentano un problema se presenti in maniera limitata.
Campo Demo Diserbo Vite 2022 è stato organizzato presso l'Azienda agricola Miltonia
(Fonte foto: AgroNotizie)
Gli agricoltori si devono inoltre abituare a mettere in campo tutti gli strumenti a loro disposizione per un controllo efficace delle malerbe. Erbicidi di sintesi inseriti in strategie antiresistenza. Prodotti di origine naturale per rispondere alle richieste di maggiore sostenibilità avanzate dall'Unione Europea e dai consumatori. Ma anche lavorazioni meccaniche effettuate con attrezzi selezionati sulla base delle condizioni di campo.
Il giusto mix di tutti questi elementi porta ad una vera gestione integrata della flora spontanea in vigneto che permette all'agricoltore un controllo efficace e sostenibile, sia dal punto di vista economico che ambientale.