Ci sono novità sulla moria di olivi nel Sud della Puglia, fino ad oggi attribuita esclusivamente all'attacco del batterio Xylella fastidiosa subspecie pauca. Quella che pure inizialmente era stata descritta come una malattia multifattoriale - il complesso del disseccamento rapido dell'olivo - trova oggi una conferma da una ricerca effettuata da un pool interdisciplinare del Consiglio per la Ricerca in Agricoltura e l'Analisi dell'Economia Agraria, i cui risultati sono integralmente pubblicati su Pathogens (Patohogens 2022, 11, 53) nell'articolo "Neofusicoccum mediterraneum Is Involved in a Twig and Branch Dieback of Olive Trees Observed in Salento (Apulia, Italy)" ovvero "Neofusicoccum mediterraneum è coinvolto nel deperimento di rami e branche di olivi osservati nel Salento (Puglia, Italia)".

Il Neofusicoccum mediterraneum è un fungo ed è stato segnalato, negli ultimi dieci anni, come agente causale di disseccamenti di rami e branche di olivo in Spagna, Tunisia e California. In Salento - prima del ritrovamento di Francavilla Fontana relativo a questo lavoro - era già stato identificato e segnalato su drupe di olivo nel 2008. Una data che coincide con l'ultima datazione di arrivo della Xylella in Puglia (su tanto leggere con attenzione un articolo recentissimo apparso su Nature Italy).

Neofusicoccum mediterraneum si propaga attraverso le operazioni di potatura, incluse le spollonature, ma anche mediante la pioggia e il vento. In condizioni favorevoli questo fungo patogeno può portare a disseccamento completo l'albero nel volgere di un anno. AgroNotizie ha raggiunto Marco Scortichini, batteriologo vegetale che ha lavorato nel pool di ricerca Crea pervenuto a questa scoperta, ed autore di un protocollo per il controllo della Xylella fastidiosa in area infetta, il quale spiega in questa intervista come può cambiare lo scenario nel Sud della Puglia oggi, alla luce di questa recente scoperta.

Neofusicoccum mediterraneum è un fungo patogeno, bene, che si sappia da letteratura, quali piante arboree può attaccare oltre l'olivo?

"Oltre all'olivo colpisce l'Eucalipto (in Sardegna), la Vite (Spagna), il Mango (Sri Lanka) e il Noce (California)".

Dall'esito della ricerca sembra di capire che i danni arrecati su olivo in zona infetta da Xylella fastidiosa possano essere in parte almeno attribuibili a Neofusicoccum mediterraneum, è giusto?

"Per quanto si tratta di un primo lavoro che ha preso in considerazione un solo comune, sintomi riferibili a quelli causati da Neofusicoccum mediterraneum sono visibili in tutte le province salentine (Taranto, Brindisi, Lecce). Il problema è che quando si osserva il disseccamento nella sua fase finale, può essere facilmente confuso con i sintomi indotti da Xylella fastidiosa. Solo un'accurata analisi di laboratorio è in grado di stabilire l'identità del microrganismo coinvolto nel disseccamento. È comunque possibile che il fungo e il batterio possano coesistere nello stesso albero. Per quanto riguarda il disseccamento a carico degli oliveti salentini, l'iniziale definizione di 'complesso', cioè un insieme di agenti patogeni, che causano il disseccamento sembra più corretta, alla luce del rinvenimento del fungo. L'aver decretato poco dopo il rinvenimento di Xylella fastidiosa che i funghi non sono coinvolti nella sindrome del disseccamento non ha consentito di effettuare approfondite indagini epidemiologiche già durante i primi anni della segnalazione della malattia. Per le coltivazioni arboree tali studi sono di fondamentale importanza anche per la gestione e il controllo delle fitopatie".

Posto che almeno una parte dei disseccamenti di olivi in Puglia meridionale siano attribuibili in via esclusiva a questo fungo, esiste la possibilità che abbia fatto da apripista alla Xylella fastidiosa, che mai prima che in Puglia aveva attaccato gli olivi, rendendo gli esiti dell'infezione batterica ancora peggiori, oppure è più verosimile il contrario, ovvero che batta la Xylella sul tempo?

"Al momento è difficile stabilirlo con esattezza. Si pone in evidenza, comunque, che i due patogeni sono in grado di portare a morte un albero di olivo su di un arco temporale diverso tra loro. Xylella impiega, come è ormai ben noto, da uno a quattro anni a far disseccare completamente la pianta, il fungo molto meno, da qualche mese ad un anno, per quanto è stato rilevato nelle altre nazioni. È chiaro che l'eventuale coesistenza dei due agenti fitopatogeni sullo stesso albero rappresenta un evento letale per la pianta. Comunque, viste le modalità di trasmissione dei due patogeni, è possibile che entrambi possano dare inizio alle infezioni a carico dell'albero e proseguire nella colonizzazione delle strutture legnose indipendentemente l'uno dall'altro. È, altresì, chiaro che un albero già infettato da uno dei due microrganismi avrà meno capacità di resistenza agli attacchi del successivo".

Quali azioni e sostanze possono essere utilizzati con successo nella lotta a Neofusicoccum mediterraneum su olivo ed eventualmente anche su altre arboree da reddito?

"Al momento stiamo studiando quali siano i fungicidi più efficaci nel contenere le capacità di moltiplicazione del fungo. In ogni caso, va sottolineato che il controllo del fungo va effettuato al comparire dei primi sintomi (apparizione di lesioni bruno rossicce marginali sulle foglie). Trattamenti tardivi, quando gran parte della chioma risulta compromessa, non possono avere gran successo di contenimento. È lo stesso principio che abbiamo verificato per il controllo di Xylella fastidiosa con il protocollo".

Dovendo - in zona infetta da Xylella fastidiosa in Puglia - combattere anche contro Neofusicoccum mediterraneum, quale potrebbe essere una strategia globale?

"È chiaro che vanno potenziate tutte quelle indagini che consentono, in tempi ragionevoli, di stabilire se un disseccamento è provocato dal fungo e dal batterio. Questo perché, come già accennato, l'impostazione del controllo sarà diversa. Nel caso del fungo si potrà procedere con trattamenti mirati mentre nel caso di Xylella si potrà applicare un protocollo già sperimentato che consente, qualora adottato con continuità e tenendo conto degli altri aspetti tecnico agronomici altrettanto importanti (controllo degli stadi giovanili dei vettori mediante lavorazioni meccaniche del terreno in primavera, ripristino e/o miglioramento della fertilità del terreno, potature regolari) di poter convivere con il batterio".

Quali le azioni di prevenzione in zona indenne da Xylella fastidiosa per evitare l'attacco di Neofusicoccum mediterraneum?

"Il monitoraggio dell'oliveto durante tutto l'anno e, con particolare riferimento al fungo, nei mesi più caldi per individuare i primi eventuali sintomi sono la chiave di volta per prevenire attacchi diffusi da parte del fungo. Si ricorda, infatti, che il fungo, nel nostro studio, ha mostrato di sopravvivere anche con temperature di 50°C. Inoltre, studi effettuati in Spagna evidenziano che Neofusicoccum risulta maggiormente aggressivo in concomitanza di periodi siccitosi. Il fungo, quindi, sembra ben adattato alle attuali caratteristiche dell'estate mediterranea (temperature molto spesso al di sopra dei 40°, prolungata siccità). Molta attenzione va anche posta durante le operazioni di potatura, vista la capacità di essere trasmesso da forbici e seghe da un albero all'altro. Quindi, dopo aver potato un albero, è bene disinfettare gli attrezzi prima di passare al successivo. Stessa cautela va posta durante le operazioni di spollonatura, vista la notevole capacità di colonizzazione dei tessuti legnosi da parte del fungo. Infine, è bene proteggere con mastice o pece i tagli più grandi (maggiori di 2-3 cm di diametro) per impedire l'eventuale colonizzazione della ferita da parte delle spore fungine".