Oltre a comunicare con gli altri membri della loro specie, i batteri comunicano con specie batteriche diverse, coinvolgendo anche quelle ritenute innocue e portando ad un aggravio della malattia.

E' quanto ha scoperto, l'équipe guidata da Vittorio Venturi, del Centro internazionale di ingegneria genetica e biotecnologie, Icgeb, di Trieste, in collaborazione con i colleghi del dipartimento di Scienze agrarie e ambientali dell'Università degli Studi di Perugia e con alcuni ricercatori dell'Istituto di agraria e medicina veterinaria 'Hassan II' di Agadir in Marocco. Lo studio è stato pubblicato quest'estate sulle prestigiose riviste scientifiche internazionali Nature Middle East e Isme Journal,  International society for microbial ecology.

La ricerca ha studiato le interazioni tra batteri patogeni e la flora microbica apparentemente innocua residente sulla pianta e i risultati sono sorprendenti: la comunità batterica della 'Rogna dell'olivo', costituita dalla convivenza di tre batteri all'interno della stessa nicchia ecologica, la galla infettiva, risulta essere un consorzio molto stabile che comunica al suo interno e che stimola e sostiene l'infezione e il propagarsi della malattia. Le tre specie batteriche, posseggono lo stesso sistema di comunicazione intercellulare che ne regola la crescita e la densità in risposta alle condizioni ambientali presenti. Non solo, ma producono anche gli stessi segnali chimici e utilizzano le stesse molecole-messaggio. Utilizzano, insomma, lo stesso linguaggio.

"Questi risultati - spiega Venturi - indicano che alcune malattie delle piante possono essere polimicrobiche e che per sconfiggerle, dovremo sviluppare nuove strategie di lotta in grado di interrompere l'azione sinergica di entrambi i tipi di batteri, sia quelli patogeni sia quelli residenti, finora ritenuti innocui".