Nelle scorse settimane sono state rilevate infestazioni di T. absoluta in strutture serricole e in pieno campo in agro di Policoro. Si tratta di un insetto (lepidottero gelechide noto come "Tignola del pomodoro" di origine neotropicale) segnalato in Italia per la prima volta lo scorso anno e particolarmente pericoloso sulle solanacee (pomodoro, peperone, melanzana e patata).
Dopo la schiusura delle uova le larve penetrano nelle bacche di pomodoro, nelle foglie e negli steli creando evidenti mine e gallerie. Anche i frutti sono attaccati. Le mine fogliari sono irregolari e tardivamente tendono a necrotizzare. Le gallerie negli steli alterano il regolare portamento delle piante. L'insetto preferisce i germogli apicali, fiori o nuovi frutti.
Questi sintomi, ad un'analisi superficiale, potrebbero essere confusi con attacchi di Liriomyza spp. Le mine causate da T. absoluta sono solitamente a chiazze con estensioni digitoformi, al contrario di quelle di Liriomyza spp. che sono a serpentina. Le larve di Liriomyza, inoltre, attaccano esclusivamente le foglie, al contrario di quelle di T. absoluta che infestano anche i frutti ed i fusti. L'osservazione delle larve con una lente d'ingrandimento potrà fugare ogni dubbio: le larve di Liriomyza (che sono ditteri) sono completamente apode e con capo non evidente, mentre quelle di T. absoluta (come in tutti i lepidotteri) hanno zampe e pseudopodi ed un capo evidente.
In Italia sono pochi gli insetticidi registrati su solanacee e specificamente utilizzabili contro generici "fillominatori" o "lepidotteri". E' recente l'estensione di registrazione dello spinosad.
La lotta chimica alla tignola del pomodoro non è facile per il sovrapporsi degli stadi di sviluppo, il forte potenziale biotico e la capacità a sviluppare resistenze. Essa, per il momento, si basa sull'uso razionale di prodotti autorizzati sulle solanacee quali: Bacillus thuringiensis, abamectina, azadiractina, spinosad, indoxacarb, olio minerale o di colza, metaflumizone. Il controllo chimico deve mirare principalmente agli stadi larvali, con prodotti di contatto nelle fasi vaganti e con sostanze ad azione citotropica o translaminare che agiscano per ingestione nelle fasi endofite. E' importante la rotazione di prodotti con meccanismo d'azione diverso.
La lotta integrata in ambiente protetto può essere più semplice che in pieno campo se le serre sono isolate con reti antiafidi. La disponibilità del feromone di T. absoluta consente di utilizzare le trappole sessuali per il monitoraggio ma anche per la cattura massale. Questa andrà iniziata alle prime catture rilevate con le trappole spia. Sono molto efficaci le trappole artigiani ad olio, disposte al centro della serra in numero minimo di 2-3 ogni 1.000 mq, distanziate tra loro di circa 25 metri. In pieno campo occorrono 1-2 trattole ogni 3.500 mq circa. L'attività degli adulti è crepuscolare e i voli sono solitamente radenti al suolo. Per questo le trappole andranno installate a non oltre 1 m dal terreno.
Avendo disponibilità di elettricità in serra, sembrano piuttosto efficaci anche le trappole elettro-luminescenti (vanno bene quelle comunemente utilizzate per le zanzare) posizionandone una ogni 500-1.000 mq, sempre ad un'altezza non superiore al metro. L'attrazione luminosa è, tuttavia, aspecifica e può provocare l'eliminazione di insetti indifferenti o utili.
Le larve mature di T. absoluta tendono ad incrisalidarsi prevalentemente nel terreno ma anche sulla vegetazione infestata. E' importante pertanto che a fine coltura i residui della vegetazione infestata vengano rimossi e bruciati rapidamente. Per lo stesso motivo, anche gli organi attaccati durante la coltivazione vanno raccolti in buste ed eliminati.
Il terreno andrà lavorato o disinfestato per devitalizzare le crisalidi e sarebbe buona norma effettuare rotazioni con colture differenti dalle solanacee.
Sia nella serra che al suo esterno è importante eliminare rapidamente le numerose specie infestanti che possono ospitare l'insetto (Solanum, Datura, Nicotiana, Lycium, ecc.) e che, molto probabilmente, nel prossimo anno saranno le principali responsabili della diffusione della Tuta dalle serre alle colture primaverili-estive di pieno campo.
Per ulteriori informazioni consultare il sito http://www.alsia.it/Notizie/primo_piano_0118.html
A cura di Arturo Caponero e Tonia Colella
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Fonte: Alsia - Agenzia lucana di sviluppo e di innovazione in agricoltura