Formare e informare tecnici e agricoltori per migliorare l’efficienza della distribuzione dei fitofarmaci garantendo, da un lato, più resa produttiva e meno sprechi di prodotto e, dall’altra, la salvaguardia della salute umana e dell’ambiente. E’ lo scopo del ciclo di incontri interregionali organizzato da Istituto agrario di San Michele all’Adige, Regione Veneto e Veneto Agricoltura.
Il secondo momento di approfondimento dedicato alla “specificità per le colture arboree” si è tenuto nei giorni scorsi alla presenza di oltre 150 rappresentanti del mondo agricolo trentino, e non solo.

Introdotto da Michele Pontalti, dirigente del Centro per l’Assistenza tecnica dell’Istituto agrario e coordinato da Paola Nobili dell’Enea, Ente per le nuove tecnologie, l'energia e l'ambiente di Roma, l’incontro ha fatto il punto con i massimi esperti italiani del settore sulle normative e sulle soluzioni tecnologiche per la distribuzione degli agrofarmaci (Paolo Balsari, Univ. Torino), sui dosaggi e sulla distribuzione ottimale (Claudio Rizzi, Iasma), sulle attività di controllo degli atomizzatori in Trentino (Alessandro Dalpiaz, Apot), sulle sfide derivanti dalla tecnologia satellitare (Matteo Bertocco, Università di Padova). Non è mancato, infine, un riferimento ai contenuti tecnici (Cristiano Baldoin, Università di Padova) della giornata macchine programmata per la Mollaro.

Al centro delle relazioni la necessità di mettere gli agricoltori in condizione di conoscere in maniera approfondita le migliori modalità per condurre una difesa fitosanitaria efficace minimizzando i rischi per la salute degli operatori, in primo luogo, in quanto soggetti che direttamente manipolano queste sostanze, ma anche per le diverse matrici ambientali (aria, acque, suolo), dato che la distribuzione dei prodotti fitosanitari comporta inevitabilmente la dispersione di miscela nell’ambiente.
In particolare, Paolo Balsari dell’Università di Torino ha parlato degli aspetti legislativi in fase di sviluppo a livello nazionale ed europeo che riguardano la fase di distribuzione di questi prodotti, dalla preparazione della miscela alla gestione dei prodotti residui del trattamento (contenitori di fitofarmaci, acque di lavaggio della macchina irroratrice, miscele residue del trattamento). Il progetto europeo “Topss”, per il quale è stato organizzato un apposito seminario all’Istituto Agrario e di cui il professor Balsari è coordinatore per il Sud Europa, si propone di informare gli agricoltori sulle buone pratiche per una migliore protezione delle acque dalla contaminazione da agrofarmaci. Tanto per citarne alcune: utilizzare macchine irroratrici certificate e sottoposte a controlli periodici, non effettuare trattamenti su terreni allagati o innevati, stoccare gli agrofarmaci in locali o armadi chiusi a chiave, impiegare macchine dotate di serbatoio lava-impianto, impiegare volumi di distribuzione adeguati in funzione del tipo di trattamento. “Dobbiamo guardare sempre più alla certificazione aziendale – ha sottolineato, inoltre, Balsari- per garantire sotto tutti i punti di vista la qualità dei prodotti”.

Come controllare le fitopatie attraverso l’uso ragionato dei fitofarmaci? La risposta è arrivata da Claudio Rizzi del Centro di saggio Iasma che ha presentato il metodo TRV per il calcolo del volume fogliare al fine di un corretto uso dei fitofarmaci, un metodo attualmente in fase di sperimentazione a San
Michele. “Il metodo - ha spiegato Rizzi - consente di realizzare un deposito corretto della quantità di prodotto necessaria per garantire una buona e sicura efficacia, fornire risultati costanti di efficacia biologica, ridurre l‘impatto ambientale e migliorare la gestione dei residui”.