La Commissione europea esprime un apprezzamento positivo sulla relazione adottata dal Parlamento europeo, recante raccomandazioni per la futura politica dell’Ue in materia di cambiamenti climatici.
L'approvazione della relazione conclusiva della commissione temporanea sul cambiamento climatico denota il fermo sostegno del Parlamento all’azione ambiziosa dell’Ue volta ad affrontare la sfida del clima. Le raccomandazioni formulate collimano con la posizione della Commissione, enunciata nella comunicazione della scorsa settimana su un nuovo accordo globale sul clima.
'Questa relazione di ampio respiro dimostra ancora una volta il chiaro impegno del Parlamento europeo in favore di un’ambiziosa politica climatica dell’Ue e la sua volontà di contribuire attivamente all’elaborazione di tale politica', ha dichiarato il commissario per l’ambiente Stavros Dimas.
'Questa comunanza di vedute tra le istituzioni è essenziale per mantenere la leadership europea in sede di negoziati internazionali per un nuovo patto globale sul clima. Dobbiamo lavorare insieme e impegnare tutte le nostre risorse affinché venga raggiunto un accordo forte ed efficace alla conferenza di Copenaghen sul clima in dicembre'. Il commissario Dimas ha aggiunto: 'Poiché questa relazione segna la fine del mandato della commissione temporanea, vorrei cogliere l’occasione per congratularmi con i membri della commissione per il lavoro svolto, in particolare gli onorevoli Sacconi e Florenz, rispettivamente presidente e relatore'.
La relazione evidenzia come, affrontando i cambiamenti climatici, sarà possibile creare nuove attività economiche e opportunità di lavoro, rendere l'Europa meno dipendente dalle importazioni di combustibili fossili e procurare benefici sociali ai cittadini. E' questa la visione che sottende alla strategia integrata per l'energia e il clima, proposta dalla Commissione e avallata dai leader europei.
La Commissione si compiace per il sostegno, espresso nella relazione, alla proposta secondo cui i paesi sviluppati dovrebbero impegnarsi congiuntamente a ridurre le emissioni di gas serra del 25-40% entro il 2020 e di almeno l’80% entro il 2050, rispetto ai livelli del 1990. Questi obiettivi sono perfettamente in linea con l'opinione della Commissione, esposta nella comunicazione della settimana scorsa sull’accordo di Copenaghen (IP/09/141), e con le conclusioni del Consiglio Ambiente dell’ottobre 2008.
L’Ue ha dato l’esempio predisponendo le misure atte a ridurre le emissioni del 20% (IP/08/1998) e impegnandosi a portare al 30% tale riduzione se a Copenaghen altri paesi sviluppati accettano di operare tagli simili.
Il commissario Dimas ha dichiarato: 'Sono lieto di constatare, nella relazione, l’esplicito riconoscimento del fatto che la crisi economica e finanziaria non deve essere una scusa per ritardare l’azione contro i cambiamenti climatici. Rinviare la riduzione delle emissioni non farebbe che renderla più difficile e costosa. Dobbiamo invece considerare l’attuale necessità di ripresa dell’economia come un incentivo ad intensificare gli investimenti nelle industrie a bassa emissione di carbonio e nell’occupazione 'verde' del domani. La Commissione ha colto questa opportunità nel suo piano europeo di ripresa economica, incentrato sugli investimenti “intelligenti” intesi a promuovere una prosperità sostenibile'.