Una vernice spray fatta di amidi naturali biodegradabili per 'foderare' il terreno ed evitare che crescano piante infestanti. Il gruppo di ricerca diretto da Mario Malinconico, dell'Istituto di chimica e tecnologia dei polimeri (Ictp) del Consiglio nazionale delle ricerche, ha messo a punto una soluzione acquosa, contenente una miscela di polisaccaridi derivabili da alghe, crostacei, frutta e residui dell'industria conserviera che si solidifica, come uno strato di vernice, sotto gli occhi dell'agricoltore ed è una soluzione non inquinante per sostituire la diffusa pratica agricola della pacciamatura. Questa prevede che il terreno da coltivare venga coperto con una plastica nera che serve a bloccare la radiazione solare fotoattiva, impedendo la crescita delle erbe spontanee. Solo nei fori praticati lungo il film, dove viene impiantato il seme o la piantina, la luce solare continua a operare.

Per la pacciamatura oggi vengono impiegati soprattutto polietilene (PE) e copolimeri etilene-vinilacetato (EVA). Per una superficie di 100.000 ettari, il consumo annuale è di circa 65.000 tonnellate. Una volta rimosse, queste pellicole sporche e contaminate da diserbanti e fertilizzanti, non sono economicamente appetibili per operazioni di riciclo e per la maggior parte (circa l'80%) vengono abbandonate sul terreno o bruciate in modo incontrollato, con conseguente immissione di sostanze nocive nell'atmosfera e nel suolo.

La vernice spray per la pacciamatura è stata sviluppata all'interno del progetto europeo Life 'Biocoagri', che ha coinvolto anche l'Istituto di cibernetica 'E. Caianiello' del Cnr, le Università di Napoli (Federico II), Bari e Osnabrueck in Germania, la società svedese PSS che produce rivestimenti polimerici per la conservazione dei monumenti. Come sub contraenti hanno partecipato anche l'azienda Novamont di Novara e la PolyEur di Benevento. Il brevetto è in fase di deposito. 

La vernice spray può essere depositata sul terreno, opportunamente lavorato per limitare le asperità, tramite uno spruzzatore che può essere manuale (quando le estensioni sono limitate) o tramite un macchinario (una pompa montata su trattore) che serve a irrorare superfici di grandi dimensioni e si degrada in un tempo che dipende dalla formulazione, studiata in base alla durata richiesta. In ogni caso, prove effettuate dall'Ictp e dai suoi partner hanno mostrato che dopo 2 mesi dalla fresatura non si trovano tracce del polimero. La resa del raccolto, in sperimentazioni condotte su fragole, asparagi, pomodori e lattuga, è stata in alcuni casi superiore rispetto alla pacciamatura. 

I prodotti utilizzati nella soluzione acquosa sono interamente biodegradabili, atossici e già approvati per uso alimentare; l'assenza di ecotossicità, prevista nel progetto, è stata verificata.

Le applicazioni della soluzione di polisaccardi non riguardano solo la pacciamatura: possono essere incorporati nella 'vernice' pigmenti per dare effetti fotocromici, importanti sia per il 

controllo della crescita delle piante, sia per la lotta ai parassiti, o agrofarmaci, che normalmente vengono diffusi senza diluizione, mentre in questo modo possono essere rilasciati in maniera 

prolungata, ottimizzando le quantità. Inoltre il film protegge il frutto (fragole, lattuga, melone, pomodoro, ecc.) dal contatto con la terra e con i concimi. Poiché mantiene il terreno più caldo, permetterebbe anche l'anticipo del raccolto nei mesi invernali.

Il prodotto, secondo Malinconico, è pronto per l'uso nella florovivaistica, un settore dove c'è molto valore aggiunto e alti costi per diserbare i vasi (attualmente l'unico metodo è quello di strappare le erbacce a mano). La coltivazione in vaso è caratterizzata da una maggiore omogeneità del terreno, e perciò la vernice può aderire efficacemente, tanto che il trattamento può durare anche sei-otto mesi. Per le applicazioni su superfici molto estese invece servono ulteriori sperimentazioni, poiché il tipo di terreno, che può essere di varia composizione, può provocare problemi di compattezza nella vernice. Sono perciò necessari volumi di materiale considerevole e gli scienziati sono alla ricerca di finanziamenti per passare dalla scala dimostrativa, tipica dei progetti Life, a una scala industriale. Da questi esperimenti, che dovrebbero protrarsi per almeno due stagioni colturali, dipenderà il tempo di commercializzazione.

 

Gruppo di ricerca diretto da: Mario Malinconico - Istituto di chimica e tecnologia dei polimeri (Ictp) del Cnr di Pozzuoli (Napoli) - e mail: mali@ictp.cnr.it - tel/phone: 081/8675212

 

Articolo tratto da Italian Applications

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