"Una hirundo non facit ver" dicevano i latini per esprimere il concetto che una prima rondine da sola non può essere l'annuncio della primavera ma bisogna aspettarne altre. Allo stesso modo dobbiamo immaginare che qualche prima nocciola già formata, più facile da trovare negli impianti più giovani, non può essere da sola il segnale di un prossimo copioso raccolto.

 

Sicuramente il clima mite di quest'ultimo inverno ha favorito sia l'emissione di alcuni fiori femminili con largo anticipo, sia la loro fecondazione da parte degli amenti precocemente sviluppati e maturati dopo la loro comparsa nei corileti già fin dall'inizio dell'estate dell'anno passato.

 

Frutti formati già ad aprile

Frutti formati già ad aprile

(Fonte: Fondazione per l'Istruzione Agraria Perugia)

 

Al di là delle eccezioni, le normali infruttescenze sono già in corso di formazione su tutte le piante di nocciolo e sono per gran parte già ben visibili. È prematuro poter dare un giudizio sull'andamento della produzione del 2024, ma alcune premesse lasciano ben sperare. Innanzitutto le piante hanno avuto una agevole ripresa vegetativa in assenza di traumi e di rallentamenti legati al freddo invernale.

 

Quest'anno dalle osservazioni su varie piantagioni dell'Umbria non emergono danni da freddo di alcun tipo. Questo è già di per sé un gran vantaggio tenendo conto che in passato nei medesimi luoghi e soprattutto nelle pianure di fondovalle alcune cultivar, come ad esempio la Tonda di Giffoni, avevano mostrato sofferenze diffuse con interi rami privi di vegetazione a causa dei ritorni di freddo.

 

A questi ripetuti danneggiamenti era stato sopperito utilizzando le cultivar a germogliamento più tardivo come la Tonda Francescana®. In questo inverno particolarmente mite il vantaggio di quest'ultima varietà si è attenuato, ma resta sempre la differenza del potenziale produttivo legato alla caratteristica degli internodi, molto più ravvicinati nella Tonda Francescana® rispetto alle altre cultivar tradizionali così da avere molte più infiorescenze a parità di lunghezza dei rami fruttiferi.

 

I produttori di nocciole se da un lato hanno potuto trovare giovamento da un inverno temperato dall'altro devono lamentare alcuni svantaggi. In particolare l'anticipo del clima primaverile ha favorito il lussureggiamento del tappeto erboso, che già in aprile può essere paragonato a dei prati quasi pronti per la fienagione. Altrettanto anticipata è stata la comparsa dei nuovi polloni basali, ben sviluppati già nel mese di aprile.

 

Tappeto erboso in corileto

Tappeto erboso in corileto

(Fonte: Fondazione per l'Istruzione Agraria Perugia)

 

Dai sopralluoghi effettuati in alcune aziende situate nella Valle Umbra e lungo quella del Tevere, a conduzione sia biologica che integrata, è stata sempre riscontrata l'abbondanza di insetti pronubi nei fiori del tappeto erboso e anche la copiosa presenza di Adalia decempunctata, meglio conosciuta come coccinella. Quest'ultima è sicuramente rappresentativa di una buona biodiversità entomologica, oltre a garantire un buon controllo degli afidi, insetti che sicuramente in questa stagione caldo-umida non mancheranno di essere presenti.

 

A cura dell'agrotecnico libero professionista Moreno Moraldi, Studio di consulenza "ProVerde"