I fagiolini sono ortaggi o legumi? Un dubbio legittimo e che accomuna molte persone. Potremmo probabilmente dire che dal punto di vista pratico sono un mix tra le due tipologie. Da un un punto di vista botanico il fagiolino è una pianta della famiglia delle leguminose anche detta Fabaceae o Papilionaceae. Inoltre è un baccello non maturo del fagiolo o Phaseolus vulgaris. Viene quindi raccolto in una fase in cui i semi non sono maturi ed ingrossati, al contrario di quanto avviene con fagioli, ceci e piselli. Questa possibilità è legata ad un carattere anatomico che alcune varietà hanno: la presenza o l’assenza nel baccello dei tessuti fibrosi. Nel caso del fagiolo i baccelli presentano valve che si separano con facilità per la presenza di un cordone fibroso lungo le linee di saldatura e per una 'pergamena' interna che divide i vari semi. Nel caso del fagiolino invece i baccelli sono senza filo e senza 'pergamena' e quindi rimangono teneri e carnosi e si adattano perfettamente per un consumo dell'intero frutto.
 

IL FAGIOLINO

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Oggi in base ai dati Istat del 2018 (mese di rilevamento 07/2018) il fagiolo e fagiolino in pieno campo in Italia sono coltivati su una superficie di 17.352 ettari per una produzione di 1.485.997 quintali. La prima regione è la Campania con 3.963 ettari per una produzione di 464.180 quintali. Rispetto al 2007 la superfice complessiva è calata (gli ettari erano 21.235), così come la produzione (i quintali erano 1.925.044).
In coltura protetta nel 2017 il solo fagiolino (mese di rilevamento settembre) è stato coltivato su una superficie di 79.147 ettari per una produzione di 170.061 quintali. La prima regione è la Sicilia con 24.696 ettari per una produzione di 41.930 quintali. Rispetto al 2007 la superfice complessiva è calata, quando gli ettari erano 89.451, così come la produzione, quando i quintali erano 189.779.

Tutto il volume prodotto è destinato sia al mercato fresco che alla lavorazione industriale. Dal punto di vista dei consumi il fagiolino vive un momento tutto sommato positivo, grazie al crescente interesse verso i legumi, di cui fa parte, da parte del consumatore. In base ad un'indagine Ismea-Nielsen nel 2017 gli italiani hanno speso circa il 13% del budget mensile destinato al supermercato in legumi, orientandosi soprattutto su piselli (seguito poi da fagioli, lenticchie, ceci ed infine fave). Questo trend è stato possibile grazie alla diffusione di diete incentrate su prodotti di origine egetale, ma anche al ridotto potere d’acquisto delle famiglie (il prezzo ad esempio del fagiolino nel 2017 è stato di 2,89 euro/kg in base ai dati Ismea).
 
Baccelli di fagiolino, leguminosa, pronti per essere consumati
Il trend del fagiolino in Italia è abbastanza positivo
(Fonte foto: © Pixel1 - Pixabay)

Il fagiolino ha un basso potere calorico: 17 Kcal per 100 grammi di sostanza. E' molto ricco di fibra alimentare, oltre essere fonte di vitamine (in particolare vitamina A e vitamina C) e sali minerali, in primis potassio e ferro. 
"Il fagiolino - spiega Orogel nel proprio sito internet - non ha scarto: quello che siamo abituati a mangiare infatti è il baccello, che scartiamo quando consumiamo fagioli o piselli. Il loro consumo è gradito anche ai bambini, forse perché attratti dalla loro forma o dal loro gusto delicato. Una porzione di fagiolini, pari a 200 grammi, apporta la stessa quantità di potassio di una banana. Sono molto ricchi di fibre e per questo aiutano a regolarizzare la motilità intestinale, specialmente nelle persone che soffrono di stipsi. Nei cambi di stagione, periodi in cui l'organismo tende a lasciare il vecchio per far spazio al nuovo, sarebbe ideale consumarne 3-4 porzioni alla settimana, poiché i fagiolini vantano proprietà depurative e diuretiche".

Per il futuro le prospettive sembrano buone grazie anche alla capacità di essere completamente meccanizzabile. Inoltre essendo una leguminosa, e quindi un'azoto fissatrice, rientra perfettamente in quella rivoluzione delle proteine vegetali richiesta nella Pac 2014-2020 per soddisfare il rispetto del greening (pratiche agricole benefiche per il clima, l'ambiente ed il suolo) da parte degli agricoltori al fine di poter accedere ai finanziamenti europei.

Si segnala che il 17 aprile 2018 il Parlamento europeo ha approvato una strategia europea per promuovere le colture proteiche ed incoraggiarne la produzione (Risoluzione P8_TA-PROV2018/0095). Documento che segue la 'Dichiarazione europea sulla soia e sulle leguminose' firmata il 17 luglio 2017 dall'Italia e da altri 13 paesi europei allo scopo proprio d'incrementare la produzione di leguminose per alimentazione umana ed animale come contributo allo sviluppo di un sistema agricolo ed alimentare sostenibile e resiliente. L'Italia inoltre nel febbraio 2018, in una riunione presso il Mipaaft, ha espresso la volontà di sviluppare una strategia per lo sviluppo delle leguminose inserendosi proprio nella logica europea.

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