E' quanto emerso durante il convegno "Melannurca Campana Igp, le modifiche al disciplinare di produzione: opportunità e vantaggi", organizzato dal Consozio di tutela, e tenutosi il 22 aprile 2017 a Caserta presso la Sala Mediterraneo di Fiera agricola.
Dopo il saluto del presidente del Consorzio di tutela Melannurca Campana Igp, Giuseppe Giaccio, ha introdotto i lavori Marcello Forlani, docente di Arboricoltura generale all'Università degli studi Federico II di Napoli, estensore delle modifiche al disciplinare di produzione.
Forlani è intervenuto sulla storia della Mela Annurca e sulle intuizioni che hanno suggerito la necessità di modificarne il disciplinare di produzione, ponendo l'attenzione sulla necessità di incrementare le rese per ettaro per sostenere la competitività del comparto, che si misura con la vasta produzione di mele italiane ed europee.
Il perito agrario Vincenzo De Micco ha spiegato come costituire un nuovo meleto o infittirne uno preesistente aumentandone decisamente la produttività. Si potrà passare da 1.200 a 1.666 piante ad ettaro, con una produzione fino a 45 tonnellate per ettaro, rispettando comunque un sesto d'impianto di un metro e mezzo.
Una innovazione che consente di incrementare la produttività della mela annurca fino a 10 tonnellate ad ettaro rispetto al vecchio disciplinare di produzione, attestato a 35 tonnellate. Per assecondare l'infittimento dei meleti, le forme di allevamento delle piante sono state liberalizzate.
Il meleto più fitto e produttivo infine pone più stringenti problemi rispetto alla difesa ed al mantenimento delle mele, anche se le Annurche sono note per la notevole serbevolezza anche in assenza di refrigerazione.
Sul tema della conservazione post raccolta della Mela Annurca è intervenuto l'agronomo Giuseppe Simioli, key account di Bayer, che ha ricordato come una buona serbevolezza è funzione delle scelte agronomiche, oltre che degli accorgimenti post raccolta.