Il Decreto legislativo 81/08, che detta le norme per la sicurezza nei luoghi di lavoro, mal si adatta alle attività agricole e forestali. A differenza di quanto si verifica all’interno di un capannone industriale, di un laboratorio o di un qualsiasi ufficio, le condizioni in cui si svolge il lavoro agricolo sono infatti estremamente variabili.
Occorre dunque una normativa specifica per la sicurezza in agricoltura, che consideri proprio la natura particolare del lavoro agricolo e che possa contribuire alla riduzione degli incidenti (149 morti lo scorso anno secondo i dati Ispesl). Questa la richiesta che emerge dal GASForum 2010 (Global Agricultural Safety Forum), promosso dall’Ente nazionale per la meccanizzazione agricola (Enama) svoltosi oggi a Roma, presso la Casa del Cinema a Villa Borghese.

Lavorando nei campi - spiegano i tecnici Enama - le condizioni di luce cambiano in modo sostanziale nel corso della giornata; elementi come il vento, la polvere, l’umidità influiscono in maniera rilevante sulle condizioni di lavoro; la presenza di pioggia modifica radicalmente i parametri di sicurezza, specialmente quando le macchine debbono operare su terreni scivolosi e in pendenza.
La natura stessa del lavoro agricolo mette a repentaglio la sicurezza: gli agricoltori sono costretti infatti a lavorare spesso su terreni lontani da strutture di controllo, e a svolgere i più diversi tipi di lavoro all’interno dell’azienda, passando in modo rapido dall’uso di un trattore all’uso di una motosega, da una mungitrice a un prodotto antiparassitario, fatto che rischia di abbassare la vigilanza e le condizioni di sicurezza.

“Un testo unico rivisto per il settore agricolo che consideri le sue specifiche esigenze – ha sostenuto aprendo il Forum il
direttore di Enama, Sandro Liberatoripuò essere un buon punto di partenza per una nuova politica di sicurezza in agricoltura”.