Si sono aperte nei giorni scorsi le celebrazioni dei 110 anni di Agraria dell'Università di Firenze, una realtà nata nel 1914 come Regio Istituto Forestale Nazionale e che ha continuato ad essere attiva, evolvendosi per oltre un secolo fino ai giorni nostri.
Celebrazioni che si uniscono a quelle del centenario dell'Ateneo fiorentino e che il 18 gennaio 2024 hanno visto la loro giornata di apertura, con un convegno a cui sono intervenute varie personalità del mondo accademico, politico e imprenditoriale agricolo della Toscana.
Un convegno intitolato "Il futuro è nell'agrAria" per sottolineare l'importanza strategica che le discipline agrarie hanno e avranno nell'ottica di uno sviluppo sostenibile e della gestione dei cambiamenti climatici, oltre che economici e sociali, in corso e che si prospettano in modo sempre più rilevante per i prossimi anni.
Come ha dichiarato al convegno il professor Simone Orlandini "la longevità di Agraria si deve alla sua comunità accademica, migliaia di ricercatori, docenti, funzionari amministrativi, studenti che in tutti questi anni, ben 110, hanno saputo intercettare e anticipare i cambiamenti del nostro territorio, adeguando strumenti culturali, tecnologici, l'offerta formativa, offrendo infine ampie opportunità occupazionali in Italia e nel mondo".
Ma cosa fa oggi il Dipartimento di Scienze e Tecnologie Agrarie, Alimentari, Ambientali e Forestali (Dagri) di Firenze, come è strutturato, e dove sta andando? Lo abbiamo chiesto proprio al professor Orlandini.
Professore, il Dagri non è un 'semplice' dipartimento universitario, è una struttura più complessa, un qualcosa di particolare a livello nazionale, che coordina varie realtà di ricerca, didattica e attività sul territorio. Come è strutturata?
"Il ruolo nevralgico del Dagri all'interno dello scenario regionale, nazionale e internazionale va di anno in anno crescendo e ciò è strettamente legato alle competenze e capacità del Dipartimento di fornire risposte e soluzioni in molti ambiti, all'interno dei quali svariati documenti e programmi di indirizzo a livello nazionale e sovranazionale hanno fissato obiettivi strategici di ampio respiro con importanti ricadute ambientali, sociali ed economiche".
Il professor Simone Orlandini
(Fonte: Dagri - Unifi)
Oggi quali sono le prospettive professionali che si aprono ai vostri studenti?
"L'offerta formativa nasce da una lunga tradizione di studi nel settore agro-silvo-pastorale e ambientale dell'Università di Firenze. Negli ultimi decenni l'offerta formativa è stata definita integrando le esigenze della società, recepite attraverso contatti ed esperienze con le parti interessate del mondo del lavoro, con le eccellenze scientifiche che caratterizzano il Dipartimento.
L'offerta formativa del Dipartimento è stata oggetto di alcuni cambiamenti anche in anni recenti con l'attivazione di un corso di laurea magistrale in Biotecnologie per lAmbiente e lo Sviluppo Sostenibile (Bioemsa), parzialmente erogato in lingua inglese, di una laurea professionalizzante in Tecnologie e Trasformazioni Avanzate per il settore legno, arredo, edilizia (TEMA Legno) e la revisione di alcuni curricula delle lauree triennali e magistrali. Un ulteriore punto di forza è rappresentato sia dal corso di laurea magistrale in Natural Resources in Tropical Rural Development, erogato in lingua inglese, unico in Italia e che attrae numerosi studenti stranieri, sia del corso di laurea interateneo in Innovazione Sostenibile in viticoltura ed enologia.
Ne risulta quindi un'offerta formativa varia e diversificata e continuamente aggiornata, non solo nel numero e tipologie di corsi di laurea ma anche di contenuti, tra le più complete a livello nazionale nel settore.
Il monitoraggio e il riesame continuo, anche attraverso i continui contatti con il mondo del lavoro e delle professioni, potranno comunque suggerire ulteriori revisioni dell'offerta formativa per meglio includere e presentare all'esterno i contenuti innovativi dei corsi di studio e dei relativi insegnamenti, nell'ambito di temi strategici quali la sostenibilità, l'economia circolare, la digitalizzazione, la qualità e sicurezza alimentare, i cambiamenti climatici".
A livello di ricerca quali sono le tematiche che la Scuola sta portando avanti?
"Le attività di ricerca, condotte da una comunità di circa 350 ricercatori, personale tecnico amministrativo, dottorandi, assegnisti e borsisti, sono orientate a studi integrati e multidisciplinari per determinare una gestione sostenibile delle risorse agricole, animali e forestali, mantenendo e recuperando la qualità ambientale e delle diverse componenti della vita (suolo, microrganismi, clima, piante, animali, biodiversità).
I ricercatori del Dagri conducono progetti di ricerca di livello regionale, nazionale e internazionale nel campo dell'idrologia, dell'agricoltura, delle foreste e dell'ingegneria ambientale, delle biotecnologie microbiche, della scienza degli alimenti e della produzione di cibo, delle scienze animali, della legislazione e dell'economia agraria e ambientale, dello studio, gestione e monitoraggio del paesaggio".
La scuola ha anche rapporti molto attivi con il mondo degli istituti superiori, cosa viene fatto nel concreto?
"I rapporti con il territorio sono molti forti e questo include le relazioni con gli istituti superiori. In particolare, è in corso un progetto di orientamento (cofinanziato anche dal ministero) per raggiungere in modo capillare gli istituti superiori per presentare agli studenti l'offerta formativa e gli sbocchi occupazionali che risultano particolarmente interessanti in quanto abbracciano temi di estrema attualità. Basti pensare ai green jobs, che comprendono aspetti quali l'economia circolare, l'energia rinnovabile, la biodiversità, i cambiamenti climatici, la sicurezza alimentare, la sostenibilità".
E quali sono i progetti e le attività su cui sta puntando per gli anni a venire?
"Il Dipartimento si propone di raccogliere molte delle grandi sfide riguardanti agricoltura, ambiente, sostenibilità, alimentazione. Si pensi al documento Ue Green Deal, in cui due obiettivi principali sono: 'Progettare un sistema alimentare giusto, sano e rispettoso dell'ambiente' e 'Preservare e ripristinare gli ecosistemi e la biodiversità', dove le risorse forestali sono una componente fondamentale.
Centrali nelle attività del Dagri sono gli obiettivi fissati da Agenda 2030 e dal Pnr, il Programma Nazionale della Ricerca. Anche nel Piano Nazionale di Ripresa e di Resilienza, Pnrr, la linea di indirizzo centrale 'rivoluzione verde e transizione ecologica' vede come obiettivi principali 'rendere la filiera agroalimentare sostenibile, preservandone la competitività' e 'contrastare il dissesto idrogeologico ed attuare un programma di riforestazione'.
I predetti temi, a cui possiamo aggiungere la bioeconomia, l'economia circolare, i cambiamenti climatici, le biotecnologie, la cooperazione allo sviluppo, possono beneficiare di un know how ampiamente sviluppato e consolidato nel Dagri, come testimoniano i corsi di studio, i dottorati, i master, i progetti di ricerca e le collaborazioni nazionali e internazionali attivate dal personale del Dipartimento".