La canapa, questa sconosciuta. Non solo effetti psicoattivi ma anche ricreativi, industriali, medici, cosmetici o alimentari. Lo scrive un Rapporto della Conferenza delle Nazioni Unite sul Commercio e lo Sviluppo (Unctad) sulla canapa industriale. Può catturare dalle 9 alle 13 tonnellate di CO2 per ettaro coltivato, è fonte di proteina vegetale ed è utilizzata per alcuni medicinali. La Francia e altri Paesi Ue fanno scuola di come si possa includerne la coltivazione nei Piani nazionali di attuazione della Politica di Agricola Comune (Pac).

 

Canapa: perché inserirla nei Piani Pac

Da millenni la canapa viene utilizzata per diversi scopi: dall'elaborazione dei materiali edili, al settore del tessile, alla cura della persona, i suoi usi e i suoi benefici sono molteplici.

 

Infatti, non solo la piantagione e la produzione della canapa può essere fonte di reddito aggiuntivo, ma presenta dei vantaggi anche per la sostenibilità ambientale.

 

Secondo il Rapporto della Conferenza delle Nazioni Unite sul Commercio e lo Sviluppo sulla canapa industriale, la canapa è in grado di catturare dalle 9 alle 13 tonnellate di CO2 per ettaro coltivato, più di ogni altra coltura e addirittura più delle foreste, che in confronto assorbono dalle 4 alla 40 tonnellate di CO2 per ettaro all'anno durante i primi venti anni di crescita degli alberi.

 

Inoltre, per produrre la canapa servono pochi fattori di produzione, può essere una fonte di proteina vegetale ed è utile per la rotazione delle colture.

 

In Commissione Agricoltura al Parlamento Europeo alcuni funzionari dell'Unctad e della Direzione Generale Agricoltura della Commissione Europea hanno sottolineato come tutti questi fattori possano contribuire positivamente agli obiettivi del Green Deal europeo, motivo per cui inserire la canapa nei Piani Pac dei Paesi in Ue porterebbe a non pochi benefici.

 

Ma che cos'è la canapa?

La canapa non è solo la "pianta della droga" a causa del suo componente principale, il tetracannabidiolo (THC), che provoca effetti psicoattivi, ma tra le componenti troviamo altri elementi. Dalle radici, ai semi, ai fiori, all'olio - che può provenire dai semi o dalla resina - gli usi della canapa possono essere ricreativi, industriali, medici, cosmetici o alimentari, e in Unione Europea sono presenti delle normative per tutti questi settori.

 

Il secondo componente più abbondante nella pianta è il cannabidiolo (CBD), una sostanza non psicoattiva che può essere utilizzata nei medicinali per prevenire o curare alcune malattie, per usi cosmetici, così come per i prodotti alimentari.

 

Nel 2020 la Corte di Giustizia dell'Ue ha ritenuto che il CBD non fosse uno stupefacente e, da quel momento, sono state avanzate diverse richieste verso l'Autorità Europea per la Sicurezza Alimentare (Efsa) per l'approvazione dell'uso della canapa nei prodotti alimentari. Tuttavia, ancora oggi mancano sufficienti dati e studi sulla canapa per fornire le adeguate autorizzazioni, motivo per cui è fondamentale un aumento della ricerca scientifica sulla canapa, così come una riforma dei regolamenti dell'Ue per favorirne l'uso.

 

Ue leader nella coltivazione di canapa, ma la produzione resta bassa

Secondo i dati dell'Unctad, con circa 32mila ettari coltivati nel 2021 l'Unione Europea è la zona principale di coltivazione della canapa nel mondo. Leader nella coltivazione è la Francia con 18mila ettari, seguita da Germania e Polonia, rispettivamente con un'area di 4,6 e 2,1mila ettari coltivati.

 

Tuttavia, Marco Fugazza, degli Affari Economici dell'Unctad, ha denunciato in Commissione Agricoltura durante il dibattito "La canapa nella riforma della Pac" come la canapa resti ancora una coltura marginale, dal momento che copre meno dello 0,01% della terra arabile nel mondo e lo 0,05% in Ue. Per quanto riguarda la produzione di canapa industriale (per cui sono disponibili dei dati solo per le fibre e per i semi), il Rapporto dell'Unctad mostra come da un lato la Cina ha sempre avuto un ruolo predominate, in particolare nella produzione di fibre, altri produttori storici sono invece la Francia e i Paesi Bassi.

 

Anche a livello commerciale l'Ue sembra essere l'operatore commerciale più importante per i prodotti di canapa, ma ci sono poche informazioni per quanto riguarda i dati sulle sementi, e il settore presenta ancora delle lacune informative.

 

Aiuti accoppiati e canapa nei Piani Pac: la Francia fa scuola

Dai dati della Direzione Generale Agricoltura della Commissione Europea è emerso che alcuni Paesi Ue, come Francia, Polonia, Romania e Finlandia già eroghino aiuti accoppiati per i semi di canapa, mentre Belgio, Fiandre, Francia e Lituania sostengono la produzione della canapa nei loro Piani Strategici Pac tramite gli ecoregimi. Se già con l'agricoltura del carbonio la Francia si era mostrata un passo avanti rispetto al resto d'Europa, anche questa volta, essendo l'unico Paese Ue ad appoggiare il settore della canapa con gli aiuti accoppiati e sostenendolo nel proprio Piano Strategico, fa scuola ai suoi alleati in Ue.

 

Dati i benefici e il buon andamento sul mercato, l'Unione Europea ambisce ora a supportare con maggiori investimenti la commercializzazione della canapa, sostenendola con ecoregimi, misure agroambientali e aiuti accoppiati, ma anche tramite il sostegno per lo sviluppo rurale in modo da supportare gli stoccaggi, l'acquisto di macchinari e la commercializzazione.

 

La canapa in futuro

A livello di potenziale economico, la canapa offre una fonte di reddito per chi la coltiva e la trasforma. Secondo le stime dell'Unctad, il mercato della canapa aumenterà di quattro volte e raggiungerà circa 20 miliardi di dollari entro il 2027, con tassi di crescita annuali che andranno oltre il 20% nei prossimi anni per qualsiasi tipo di prodotto e impiego della canapa.

 

Una riforma del quadro normativo internazionale potrebbe permettere un'agevolazione all'utilizzo di tutta la pianta, diversificando il prodotto e promuovendone la resilienza.