Molto si è discusso e si discuterà sul così detto Superbonus 110%, l'agevolazione fiscale per la realizzazione di interventi sugli edifici per aumentarne l'efficienza energetica. Tanti sostengono che si tratti di una mano santa per l'economia nazionale, capace di sostenere il Pil in periodi indubitabilmente critici. Altri vedono una iniquità nel far pagare a tutti i contribuenti migliorie che in certi casi il proprietario non avrebbe alcuna difficoltà a pagarsi da solo. Di certo quello degli incentivi fiscali è un meccanismo noto e adottato in diverse parti del mondo.

 

Nel Regno Unito, per esempio, entrerà a breve in vigore una superdeduzione addirittura del 130% a favore delle società che investono in tecnologie future (di contro è previsto l'innalzamento dell'imposta sui profitti dall'attuale 19% fino al 25%). Noi pensiamo che anche l'agricoltura e con essa l'ambiente e il territorio potrebbero essere il proficuo obiettivo di bonus e incentivi - magari anche super. La Fao ha appena indicato le linee guida su cui intervenire nei prossimi 10 anni per contrastare il degrado dei suoli.

 

In Italia, oltre al degrado dei suoli, bisogna pensare al degrado idrogeologico - che ogni anno comporta immensi danni e che purtroppo è destinato ad accentuarsi per effetto della modificazione climatica. Il cambiamento climatico poi rende necessaria una modifica del nostro sistema agricolo e agroalimentare per renderlo più resiliente riducendone nel contempo l'impatto ambientale. È oggi assolutamente necessario gestire diversamente le risorse idriche (aumentando per esempio la capacità di invaso) per creare/incentivare fonti energetiche alternative (e.g. biogas), gestire proficuamente, non solo dal punto di vista economico, la risorsa boschiva. Tutte operazioni dispendiose che necessitano di grandi capitali e soprattutto di tempi lunghi.

 

L'incentivo fiscale potrebbe attirare maggiori capitali nelle campagne anche nelle aree più disagiate di collina e di montagna. Ma soprattutto potrebbe portare alla realizzazione di opere che si dimostreranno utilissime nei decenni a venire. A differenza dei bonus edilizi, l'aumento di investimenti in opere agricole e ambientali avrebbe la caratteristica di generare un'occupazione specializzata anche in opere produttive e quindi non solo destinata a un effimero utilizzo (i muratori oggi impegnati che faranno finito il superbonus?).

 

Le opere sarebbero in gran parte destinate in aree oggi spopolate (colline, montagne) e che necessitano di una rivitalizzazione. Anche questa è tecnologia futura, anzi, forse, il futuro.