Le Dop e le Igp italiane valgono 16,6 miliardi di euro e un valore dell'export da 9,5 miliardi, con un lieve calo a livello di valore della produzione (-2%) e le esportazioni stabili (-0,1%). Questi le cifre principali del Rapporto Ismea-Fondazione Qualivita, presentato lo scorso 14 febbraio, in merito ai principali dati 2020 della punta di diamante del settore agroalimentare made in Italy.

La Dop economy conferma la sua importanza per il Paese, con 200mila operatori coinvolti e 286 consorzi di tutela del comparto cibo e vino. Il settore Dop e Igp, considerati i 16,6 miliardi di euro di valore, vale il 19% del fatturato totale dell'agribusiness made in Italy, mentre il valore dell'export, come detto a 9,5 miliardi, vale il 20% delle esportazioni nazionali di settore. A livello locale, tutte le regioni registrano un impatto economico importante per le filiere Dop e Igp, anche se la maggiore concentrazione la troviamo al Nord Italia. Guidano la classifica Treviso, Parma e Verona, che registrano un impatto territoriale per oltre 1 miliardo di euro.

A livello vitivinicolo, il settore coinvolge 113mila operatori, 121 consorzi autorizzati e 12 organismi di controllo. 24,3 milioni di ettolitri di vino Ig imbottigliati, in crescita dell'1,7% in un anno), con dati importanti per Dop (68% della produzione) e Igp (32%). L'imbottigliato vale 9,3 miliardi di euro, mentre lo sfuso raggiunge i 3,2 miliardi, con l'export che nel 2020 si è lievemente contratto rispetto al 2019 (5,6 miliardi di euro, -1,3%).

"I dati del Rapporto Ismea-Qualivita sul settore Dop e Igp si riferiscono a un modello produttivo orientato alla differenziazione, alla qualità e alla connessione con il territorio - ha spiegato il presidente di Ismea Angelo Frascarelli a margine della presentazione dei dati del Rapporto - l'agroalimentare deve continuare a puntare su differenziazione e innovazione, cercando di uscire dalla logica delle commodity".

"I prodotti a denominazione di origine si sono confermati anche nel 2020 una componente fondamentale per il made in Italy e la sua crescita sui mercati globali, oltre che un motore di promozione e tutela delle eccellenze italiane - ha ricordato il ministro dell'Agricoltura Stefano Patuanelli - ancora una volta grazie a distintività e tradizione il settore agroalimentare è traino per l'economia nazionale. Il 2022 sarà un anno impegnativo per la revisione del quadro normativo dell'etichettatura che per quello del regolamento Dop e Igp. Proprio per questo è necessario salvaguardare e tutelare l'intero sistema produttivo dai rischi che potrebbero essere generati dall'omologazione alimentare, i sistemi di etichettatura fuorvianti e i tentativi di imitazione".