La scorsa settimana scrivevo di Crispr/CAS9, la nuova tecnologia genetica destinata a rivoluzionare la vita dell’uomo del futuro: dalla medicina all’agricoltura. Adesso mi sto guardando dei video presentati al Fira 2020, il Forum internazionale di robotica in agricoltura organizzato dalla francese Gofar (Global organization for agricultural robotics).

Nei prossimi giorni andrò a visitare una coltivazione in aeroponica, una tecnica che l’anno scorso mi aveva più che entusiasmato: roba da fantascienza - produzioni straordinarie e impatto ambientale ridottissimo. Lecito domandarsi come sarà l’agricoltura del futuro: oggi siamo a una svolta. Una svolta dal punto di vista tecnologico, dal punto di vista economico, ambientale e politico. E alle svolte - ovvero alle virate, come fanno i marinai - bisogna prepararsi. Molto presumibilmente la robotica avrà uno sviluppo prepotente in agricoltura con risultati simili alla prima meccanizzazione - si sottrarrà quindi ulteriore manodopera alle operazioni di campagna.

E la manodopera agricola in tutti i paesi del mondo sviluppato è divenuta un problema. Molte operazioni diventeranno più sostenibili, pensiamo per esempio al diserbo: un robot potrà selezionare le malerbe e distruggerle anche lavorando sulle file continuativamente per 24 ore. Molte coltivazioni potranno essere industrializzate in maniera estrema: per esempio nelle serre verticali e attraverso la già citata aeroponica – tecniche capaci di enormi produzioni in spazi ridotti e privi di illuminazione naturale.

Il problema, presumo, sarà nel capitale, questa sarà un'agricoltura che richiede attrezzature senza dubbio sofisticate e ovviamente molto costose. Di contro e presumibilmente in parallelo avrò un'agricoltura ambientale, attenta alle risorse naturali e paesistiche – un'agricoltura conservativa che dovrà limitare al massimo il proprio impatto e anzi riuscire ad esercitare una azione benefica su tutto l’ambiente naturale.

Un'agricoltura che produrrà forse per pochi; per chi lo vuole e/o se lo può permettere. Un caro amico aveva una tal sfiducia nel futuro che faceva progetti solo per il passato. Forse si sbagliava (forse).