In breve
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Ci sono grandi marchi italiani fra i protagonisti della fondazione "Filiera Italia", che ora darà battaglia per la difesa del nostro agroalimentare a livello internazionale.
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Parigi insiste nel proporre la sua ricetta per le etichette in formato "semaforico". L'Italia risponde con una sua proposta, al momento si chiama "NutrInform". Ma non piace a tutti.
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Se etichetta deve essere, che sia almeno uguale per tutti, evitando che ogni paese della Ue faccia a modo suo.
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Per evitare l'inasprimento dei dazi statunitensi Bruxelles tenta la carta della diplomazia. Una tregua c'è, ma sembra fragile.
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Apre i battenti a Verona Fieragricola e fra i temi dibattuti c'è quello ambientale. Ma fuori dai cancelli fieristici gli agricoltori protestano. Chiedono risposte per la lotta alla cimice asiatica.
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Aiuti in vista per l'emergenza Xylella che ha colpito gli olivi pugliesi. Non tutti sono d'accordo su come spenderli.
Questi sono solo alcuni degli argomenti incontrati sui quotidiani in edicola in questi ultimi giorni. Vediamoli più in dettaglio di seguito.
Filiera Italia
Si chiama Filiera Italia ed è un nuovo strumento del quale si è dotato il mondo agroalimentare per presentarsi sulla scena internazionale con l'obiettivo di dare più forza al made in Italy.Si tratta di una fondazione nella quale figurano fra i più importanti marchi italiani sia del settore agroalimentare sia più in generale del mondo economico e delle rappresentanze agricole.
Come si legge su “Italia Oggi” del 24 gennaio, fra questi nomi figurano Eni, Snam, Enel, Cassa depositi e prestiti, solo per citare alcuni fra i più importanti nella cinquantina di grandi player che figurano all'interno del nuovo sodalizio.
A presiedere la fondazione, come si apprende nello stesso giorno da “Libero”, è chiamato Enzo Moavero Milanesi, già ministro per gli Esteri e direttore della School of law della Luiss, come precisa “Il Sole 24 Ore”.
Si torna a parlare di Filiera in Italia il 26 gennaio sulle pagine de “La Stampa”, in questo caso per raccontare come la partecipazione di Eni sia finalizzata ad esaltare le forme di economia circolare a scarto zero, in cui i prodotti inutilizzati delle singole filiere sono valorizzati nella produzione di energie rinnovabili.
Il ruolo in Filiera Italia dei grandi nomi dell'economia nazionale è poi approfondito in “Italia Oggi” del 29 gennaio, che ospita una intervista a Luigi Scordamaglia, consigliere delegato della stessa Filiera Italia.
L'obiettivo ultimo, spiega Scordamaglia, è quello di impiegare tutte le energie del nostro sistema per sostenere e valorizzare il vero e totale made in Italy alimentare.
La voglia di aggregazione si allarga alla Confcommercio, che unisce sette federazioni agroalimentari in un nuovo organismo: il "Confali". Lo si apprende il 30 gennaio in una breve nota pubblicata da "Il Giornale".
Etichette, la proposta italiana
Il tema delle produzioni made in Italy si collega idealmente alle discussioni in corso a livello europeo sulla applicazione delle etichette "a semaforo", ribattezzate per l'occasione in Nutriscore.Già in passato questa "formula" era stata proposta in Gran Bretagna, raccogliendo però le critiche di molti e dell'Italia in particolare, in quanto si presta a penalizzare molte delle nostre eccellenze alimentari.
Ora il tema è tornato alla ribalta per una proposta francese che presenta tuttavia analoghi difetti.
L'Italia risponde a sua volta proponendo una diversa tipologia di etichette, definita "a batteria", come si legge sul “Giornale di Brescia” del 29 gennaio.
La proposta italiana, scrivono “Italia Oggi” e “Il Sole 24 Ore” del 29 gennaio, è già al vaglio di Bruxelles e ora si attendono le risposte che verranno da quella sede.
Intanto dalle pagine de “Il Resto del Carlino” del 26 gennaio interviene Paolo De Castro, primo vicepresidente della Commissione Agricoltura del Parlamento europeo, che ricorda come gli attuali sistemi siano su base volontaria, creando così differenze fra un paese e l'altro e aumentando le difficoltà per i produttori e per la circolazione delle merci.
La tregua sui dazi
La necessità di promuovere e al tempo stesso tutelare la produzione agroalimentare italiana sui mercati internazionali, trova conferma nelle difficoltà che potrebbero insorgere con l'inasprimento dei dazi statunitensi.Il problema, si legge il 24 gennaio sul “Corriere della Sera”, è per il momento solo rimandato.
Merito a quanto pare della posizione presa dalla presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen, che al tavolo degli incontri di Davos sull'economia mondiale, è riuscita ad aprire un dialogo costruttivo con il presidente statunitense.
Una tregua che però è definita fragile da “QN” del 26 gennaio e “Repubblica” del 25 gennaio si dice preoccupata per le conseguenze delle nostre esportazioni, che oggi possono vantare una importante crescita.
Si discute di applicazione dei dazi anche per il riso, ma in questo caso a impensierire i produttori italiani sono le agevolazioni tariffarie che Bruxelles vorrebbe applicare per le importazioni dalla Cambogia.
Come si apprende da “La Provincia Pavese” del 29 gennaio, di questo argomento si discuterà nella capitale belga il prossimo 12 febbraio e l'Ente risi presieduto da Paolo Carrà accusa la Commissione europea di "ottusa miopia".
L'agricoltura che verrà
Restiamo a Bruxelles con “Il Sole 24 Ore” del 24 gennaio che ospita un'intervista a Paolo De Castro che si interroga sulle prospettive del settore agricolo, in parte condizionate dallo stallo nella definizione della nuova Pac.A questo proposito De Castro auspica che venga abbandonata la linea della Commissione che propone una riduzione dei contributi degli Stati membri all'1,1%, che si tradurrebbe in un taglio pesante di risorse per lo sviluppo rurale.
Il Parlamento europeo propone invece di portare questa quota all'1,3%, cosa che eviterebbe sacrifici.
Cosa ne sarà dell'agricoltura europea è poi al centro dei dibattiti che si svolgono a Fieragricola, in pieno svolgimento a Verona, dove chiuderà i battenti il primo febbraio.
Come evidenzia “Il Gazzettino” del 29 gennaio, fra i temi più dibattuti c'è quello ambientale e il "Green new deal" che l'Unione europea ha fatto suo già all'insediamento del nuovo governo europeo, guidato da Ursula von der Leyen.
In pieno tema ambientale gli incontri previsti in Fieragricola per dibattere sulle opportunità offerte del biogas, argomento del quale si parla ancor prima della apertura della manifestazione sulle pagine de “Il Sole 24 Ore” del 24 gennaio.
Degli incontri nella manifestazione veronese si continua a parlare il 30 gennaio sulle pagine de "L'Arena", con un ampio servizio dedicato allo studio realizzato dall'Osservatorio Fieragricola-Nomisma sulle potenzialità inespresse dell'Africa in tema di produzioni agricole.
Le proteste
Si sono dati appuntamento a Verona anche gli agricoltori che hanno inteso manifestare la loro inquietudine per come è stato trascurato il problema della invasione delle cimici asiatiche, che ha messo in ginocchio parti importanti della nostra frutticoltura.A Verona, come pure a Ferrara, gli agricoltori sono scesi in piazza per lamentare, come mette in luce “La Stampa” del 26 gennaio, non solo i ritardi nell'affrontare il problema, ma anche le lentezze dovute alla burocrazia. Dalla loro protesta, si legge il 28 gennaio su “Il Resto del Carlino”, gli agricoltori sperano di poter ricevere non solo attenzione, ma soprattutto risposte.
L'importanza del problema è evidenziata da “Il Giornale” che ricorda che solo in Piemonte l'invasione delle cimici ha procurato danni per 180 milioni di euro.
Risponde alle proteste la ministra per le Politiche agricole Teresa Bellanova che intervenendo a Verona conferma il via libera all'utilizzo della vespa samurai per contrastare la cimice asiatica. E' quanto si apprende sfogliando la "Tribuna di Treviso" del 30 gennaio.
Sulla “Gazzetta del Mezzogiorno” del 29 gennaio si parla invece di Xylella, per commentare i contenuti del decreto in via di approvazione in Puglia con il quale vengono stabiliti i criteri per l'erogazione degli aiuti destinati al settore olivicolo.
A proposito di Xylella, il "Quotidiano del Sud" del 30 gennaio riporta la notizia dell'approvazione in sede di Conferenza Stato-Regioni del provvedimento che stanzia 300 milioni di euro da destinare agli indennizzi, agli investimenti e alla ricerca in campo olivicolo.
Di soldo in soldo
In tema di aiuti “La Stampa” del 26 gennaio prende in esame la composizione degli oliveti, segnalando che solo l'1% delle piante ha una età di cinque anni, cosa che imporrebbe uno "svecchiamento" degli impianti, difficile da realizzare senza adeguati incentivi.Aiuti sono invece previsti per le reti irrigue alle quali andranno 86 milioni. Ma attenzione alle scadenze, le domande vanno presentate entro il 30 giugno, come informa “Italia Oggi” del 28 gennaio.
Ed è ancora “Italia Oggi” che nello stesso giorno riporta la notizia del via libera al decreto ministeriale per l'erogazione degli aiuti alle aziende avicole che fra il 2017 e il 2018 sono state colpite dall'influenza aviaria.