Davanti a duecento ragazzi che presto entreranno nelle aziende agricole o proseguiranno gli studi, Roberto Confalonieri dell'Università degli studi di Milano e fondatore di Cassandra Lab, ha voluto mettere in guardia i ragazzi riguardo a tre errori da non commettere approcciandosi all'agricoltura digitale.
Prima di tutto non essere chiari nel confrontarsi con gli agricoltori sulla reale potenzialità ed economicità delle soluzioni innovative proposte. In secondo luogo rincorrere le mode tecnologiche, ma piuttosto guardare sempre alla concretezza delle soluzioni. Infine non investire in formazione, propria, ma soprattutto dell'operatore finale che poi dovrà implementare la nuova tecnologia in campo.
Sul mercato ci sono sempre nuove piattaforme dedicate all'agricoltura 4.0 che se fino a qualche anno fa erano acerbe, oggi sono più rodate e anche gli agricoltori più in là con gli anni iniziano ad avere dimestichezza con questi nuovi strumenti. D'altronde ogni operatore ha in tasca uno smartphone che può essere un potente strumento per migliorare le performance aziendali.
Il potenziale della genetica
Nella sfida di produrre cibo sufficiente per una popolazione mondiale in espansione e di assicurare una sostenibilità economica ed ambientale dell'attività agricola, la genetica può rivestire un ruolo fondamentale. Come ben spiegato da Adriano Marocco, professore di Genetica agraria all'Università Cattolica del Sacro cuore di Piacenza, il miglioramento genetico è stato uno dei due pilastri su cui si è basata la rivoluzione verde che ha reso possibile la produzione di derrate alimentari di alta qualità a buon mercato.La genetica, attraverso le tecniche tradizionali o quelle più innovative, rappresentate dalle New breeding techniques (Nbt), può aiutarci a risolvere anche le sfide del futuro. Come ad esempio la sempre più frequente carenza di precipitazioni. La realtà dei fatti di questo 2019 appena iniziato dimostra che l'acqua è una risorsa sempre più scarsa e che quindi deve essere gestita bene sia a livello agronomico sia a livello genetico, selezionando piante che resistano bene agli stress idrici.
Ma il miglioramento genetico può anche portare ad avere piante in grado di utilizzare input produttivi con una maggiore efficienza e resistere meglio agli attacchi di parassiti e malattie. Secondo Marocco uno dei campi che avrà un maggiore sviluppo nei prossimi anni sarà lo studio dell'apparato radicale delle piante e di come questo interagisce con i microrganismi del terreno.
L'importanza della formazione, anche internazionale
Come trait d'union fra il mondo della ricerca e i ragazzi presenti in sala è stato invitato Maurizio Chiurazzi, un ventiquattrenne di Napoli che dopo aver frequentato il liceo classico e aver studiato agraria alla Federico II è voltato in Olanda nella prestigiosa Wageningen University. Il messaggio che Maurizio ha voluto lanciare ai ragazzi in sala è semplice: non abbiate paura di sperimentare, la curiosità deve essere un elemento cardine della vita da studenti e da lavoratori.A una domanda di una studentessa in sala che chiedeva che cosa ne pensasse della fuga dei cervelli Maurizio ha risposto che bisogna cogliere le opportunità dovunque si presentino, anche all'estero. Sia che si tratti di percorsi di studio, sia che riguardino attività di networking internazionale come lo Youth-AG Summit, che ogni anno riunisce cento ragazzi da tutto il globo per discutere del futuro dell'agricoltura e che nel 2017 ha portato Maurizio a Bruxelles.
Tra le tante domande presentate dei ragazzi in sala c'è stata anche la richiesta di consigli per entrare nel mondo del lavoro. E su questo Confalonieri ha voluto essere chiaro: oltre alle normali materie curricolari le aziende oggi chiedono agli studenti una conoscenza della statistica e dell'informatica, compresa la capacità di programmare.