Il parere obbligatorio è stato richiesto ai sensi dell'articolo 57, comma 1, del Decreto legislativo 19 agosto 2005, n. 214 “Attuazione della direttiva 2002/89/CE concernente le misure di protezione contro l'introduzione e la diffusione nella Comunità di organismi nocivi ai vegetali o ai prodotti vegetali”, ed è pertanto da intendersi quale atto di adeguamento tecnico dell’Italia alle numerose osservazioni provenienti dall’Unione europea, che hanno invitato il paese a dotarsi per l’appunto di un piano organico di risposta complessiva all’infezione. Sul piatto, tra risorse già stanziate - 100 milioni - e in arrivo - altri 70 milioni di euro - ci sono circa 170 milioni.
“Oggi le Regioni italiane hanno dato l’intesa sul decreto del ministro Centinaio sulla Xylella". Aveva dichiarato mercoledì l’assessore alle Risorse agroalimentari della Regione Puglia, Leonardo di Gioia, a margine della Conferenza Stato-Regioni che ha definitivamente reso operativo il Piano. "Il testo contiene, oltre a tutta la parte dedicata alle misure fitosanitarie e alle buone pratiche agronomiche per il contenimento della malattia, anche degli spunti per la rinascita del sistema agricolo e agroalimentare delle zone colpite dalla batteriosi – aveva ricordato di Gioia - Nei prossimi giorni valuteremo insieme al ministro l’utilizzo dei 100 milioni di euro che potranno essere utilizzati, da subito, per i reimpianti, le riconversioni e, in generale, a vantaggio sia dei frantoi che dei vivai".
"Si tratta – secondo di Gioia - di un importante strumento di programmazione e sostegno del comparto agricolo e agroalimentare dei territori vessati dalla fitopatia”.
Un piano da 170 milioni da spendere in 5-6 anni
Il Piano di intervento per il rilancio del settore agricolo e agroalimentare nei territori colpiti da Xylella, in 38 pagine, dettaglia tutti gli interventi da farsi in Puglia nei prossimi 5-6 anni per rendere più efficace il contenimento della fitopatia e al tempo stesso rigenerare le zone più duramente colpite del Salento. Per gli interventi individuati il Piano apposta circa 100 milioni di euro, parte dei quali, ben 52,60 appaiono a carico della Regione Puglia. In realtà, i soldi sono di più. Poiché nella quota Stato non sono ancora ricomprese le risorse della seconda tranche promesse dal Governo sul Fondo sviluppo e coesione e pari a 70 milioni di euro.Le risorse statali indicate nel Piano assommano al momento a poco più di 48,05, milioni di euro, 30 dei quali sono rappresentati dalla prima tranche a valere sul Fsc, già deliberata dal Comitato interministeriale per la programmazione economica e che dal 6 febbraio gode anche della registrazione presso la Corte dei Conti. In pratica il piano può, nel volgere del 2019 può arrivare a mettere insieme oltre 170 milioni di euro.
Misure fitosanitarie e buone pratiche agricole: ottimizzare l'esistente
La prima parte del Piano riassume le misure di carattere fitosanitario già esistenti, e quelle proposte, per lo più sotto la forma della raccomandazione, non vanno molto oltre quelle già precedentemente assunte, ma vanno viste in un’ottica di potenziamento della capacità di contenimento. Si va dalla previsione di un incremento del personale regionale utile al coinvolgimento degli enti locali – Comuni in testa – al fianco degli uffici regionali dell’Osservatorio fitopatologico, in vista soprattutto di incrementare la capacità di contenimento mediante lotta agli insetti vettori sui terreni di proprietà degli enti pubblici così come su quelli abbandonati. Viene introdotto il monitoraggio puntuale degli insetti vettori, finalizzato all’ottimizzazione dell’utilizzo tanto degli insetticidi quanto degli erbicidi e del pirodiserbo per contrastare le malerbe tra le quali questi proliferano.Gli interventi di lotta al vettore – già obbligatori in zona di contenimento, gli ultimi 20 chilometri di zona infetta verso nord, e zona cuscinetto – diventano raccomandati anche più a sud, ovvero nella zona infetta non soggetta a misure obbligatorie, questo per diminuire la capacità di inoculo della popolazione di Philaenus spumarius, la cicalina sputacchina, in quelle zone dichiarate infette che però in realtà non sono ancora irrimediabilmente danneggiate e che possono così essere più facilmente recuperate ad uso produttivo. Altra mossa interessante per il contrasto alla cicalina sputacchina è la raccomandazione dell’inerbimento con graminacee, perché queste sono sgradite all'insetto vettore; la sputacchina infatti predilige e prolifera invece tra le dicotiledoni.
Tra le misure di prevenzione è consigliata la potatura delle piante potenzialmente ospiti, per ridurre la superficie potenziale di inoculo e favorire l’utilizzo di agrofarmaci per il contrasto dell'insetto vettore. Per quanto riguarda il monitoraggio, le metodologie già adottate secondo quanto disposto dalla Decisione comunitaria 789/2015 sono integrate dall’adozione del rilevamento aereo. Nella zona infetta a sud dell’area di contenimento, inoltre, non solo dovrà continuare il monitoraggio, ma dovranno essere incentivate le rimozioni di piante infette. Il piano prevede inoltre un potenziamento della rete di laboratori che oggi effettuano diagnosi di Xyella fastidiosa, e offre dettagli sull'attività ispettive da effettuarsi in zona infetta e nei vivai.
Misure per la ricerca, investimenti e aiuti alle imprese agricole
Tra le misure di rilancio del settore agricolo c’è la finalizzazione della ricerca operativa sulla Xyella, che dovrà sempre più puntare alla verifica dell’immunità a Xylella fastididiosa Pauca ST53 delle nuove specie o cultivar che si intendono introdurre nella zona infetta. Ma anche puntare ad individuare modalità alternative di lotta quali ad esempio lo sviluppo di microorganismi in grado di sconfiggere il batterio da quarantena.Tra le misure agronomiche previste dal piano, figurano l’incentivazione della rimozione di alberi e piante colpiti da Xyella e la correlativa incentivazione della piantumazione di cultivar di olivo resistenti (Favolosa e Leccino). Strumento per il ripristino del potenziale produttivo degli oliveti sarà la misura 5.2 del Programma di sviluppo rurale della Puglia 2014-2020, con una forma di aiuto ad ettaro compresa tra i 7mila ed i 15 mila euro. Alla dotazione finanziaria di questa misura, pari a 10 milioni di euro, si aggiungeranno i soldi dell’Fsc.
Per quanto riguarda invece la riconversione produttiva verso altre forme di arboricoltura, potranno essere utilizzate le misure del Psr 5.2, 8.1 e la 4.1c, che ha nello specifico una dotazione di 32 milioni di euro. Questa misura del piano prevede anche investimenti nel miglioramento fondiario e può essere accompagnata dai fondi del Piano irriguo nazionale per quanto attiene le opere irrigue. Anche questa misura del piano comporta la possibilità di incrementare ulteriormente il budget delle misure Psr con risorse provenienti dal Fsc.
La tutela degli olivi monumentali è affidata alla misura 5.1a del Psr Puglia 2014-2020, anche in questo caso integrata dalle risorse aggiuntive del Fsc. La fase di transizione delle aziende colpite in area infetta sarà poi sostenuta dal Fondo di solidarietà nazionale per tutte le provvidenze previste dal Dlgs 102/2004, incluso un sostegno per mancato reddito, sotto forma di premio a superficie, per il primo anno successivo ai nuovi impianti. Da questo punto di vista la partita finanziaria è legata a quanto il Governo riuscirà a rimpinguare il Fondo di solidarietà nazionale. Ma anche alla eventuale disponibilità del Fondo di solidarietà della Ue.
Interventi per vivai, frantoi, giovani e comunicazione
Per le imprese vivaistiche delle zona infetta, danneggiate o comunque impegnate a riprodurre la propria attività in ambiente protetto, e con tutti i sovraccosti del caso, è previsto il ricorso al Fondo di Garanzia Ismea a costo zero, nell’ambito del de minimis finalizzato all’abbattimento del costo della garanzia. Sempre per i vivai, che siano aziende agricole, è prevista anche la misura 5.1 del Psr finalizzata alle opere che possano definirsi di prevenzione del contagio e che comportino un significativo aumento dei costi di produzione, inclusa la necessità di trasferimento. Il piano prevede poi uno stanziamento di 5 milioni per opere di ricomposizione fondiaria, al fine di evitare l’abbandono delle terre e il conseguente propagarsi della fitopatia. Questa risorsa sarà attivata col prossimo bando Ismea per il primo insediamento dei giovani agricoltori.Sono inoltre previste misure aggiuntive per la rottamazione delle aziende agricole, per la diversificazione produttiva e la protezione del paesaggio. Risorse sul Psr Puglia e sul Fsc sono infine individuate per il sostegno ed il rilancio dei frantoi oleari. Infine è previsto un robusto piano di comunicazione, che dovrà avere lo scopo di rendere pubbliche le misure del piano e facilitare la comunicazione tra i vari attori della filiera, favorendo la conoscenza di tutto quanto necessario a combattere la Xyella fastidiosa.