Nel capoluogo siciliano l’incontro con il vicepresidente del Parlamento europeo, Mairead McGuinness, l’assessore regionale all’Agricoltura, Antonello Cracolici, il sottosegretario all’Agricoltura Giuseppe Castiglione e il deputato europeo Giovanni La Via (Ap/Ppe), che ha organizzato l’incontro.
Forti gli stimoli giunti dai presenti a Catania verso il commissario. E se per la Sicilia da Hogan sono giunte promesse di interventi ad hoc per l’ortofrutta dell'isola, in nome del principio europeo di flessibilità delle politiche continentali, per l'agricoltura italiana il commissario ha promesso di far inserire le valutazioni d'impatto in tutti i trattati bilaterali di interesse per il settore. E subito è arrivata una prima risposta positiva da parte delle organizzazioni agricole per bocca di Confagricoltura, con il presidente nazionale Mario Guidi, presente a Catania, ed il direttore Luigi Mastrobuono, presente a Caserta.
A Caserta le organizzazioni agricole avevano già incassato la "tutela delle denominazioni di origine negli accordi bilaterali come condizione necessaria" e la "tracciabilità per tutti i prodotti agroalimentari e per tutte le filiere” promesse da Hogan ed avevano incalzato il commissario europeo con la necessità “Di intervenire subito su quattro aspetti – aveva sintetizzato Alessandro Mastrocinque, vicepresidente nazionale Cia - difesa del principio di reciprocità degli standard produttivi e commerciali tra Ue e paesi terzi, rafforzamento delle politiche a sostegno delle filiere e dell’aggregazione di organismi interprofessionali, estensione degli strumenti assicurativi di gestione del rischio e di stabilizzazione del reddito, e, ultimo ma non ultimo, semplificazione burocratica per le misure del Psr ”.
“I nostri agricoltori hanno bisogno di un’Europa che faccia l’Europa. Nell’Unione europea non sempre le regole sono uguali per tutti" ha detto ieri sera l’assessore regionale all’Agricoltura Cracolici, presente a Catania per la conferenza su sviluppo e agricoltura nel Mediterraneo, promossa dal gruppo del Partito Popolare europeo.
“Nel territorio comunitario troppo spesso vengono introdotti prodotti alimentari di cui poco o nulla si conosce, sulla provenienza e sulle garanzie di sicurezza e tracciabilità. Questo penalizza i produttori siciliani che su qualità e sicurezza alimentare non sono secondi a nessuno" ha aggiunto Cracolici.
Le parole dell’assessore fanno riferimento alla crisi di mercato del pomodorino siciliano, messo in ginocchio dall’import dal nord Africa, ma anche al caso delle arance provenienti dall’Africa sub sahariana, che con l’accordo tra la Ue ed i paesi di quell’area- recentemente ratificato dall’Europarlamento – rischiano non solo di invadere il mercato europeo a prezzi bassissimi, ma anche di far importare nuove fitopatie fino ad oggi sconosciute, come il Citrus Black Spot, non presente oggi negli areali agrumicoli italiani. Secondo la Cia un’eventuale infezione in Sicilia di Cbs, già colpita dal virus Tristeza, determinerebbe la necessità di spiantare altri agrumeti, con danni al potenziale produttivo incalcolabili.
Hogan risponde con la “flessibilità”, che secondo il commissario è la parola chiave. Flessibilità delle politiche da adattare alle esigenze del territorio.
Ecco le strategie promesse da Hogan dinnanzi alla platea del convegno catanese: “Lo scorso luglio ho annunciato l’erogazione di 500 milioni di euro, di cui 21 per il latte, e per la Sicilia sono previste misure ad hoc per l’ortofrutta, a partire da gennaio 2017”, informa il commissario, spiegando che per gli accordi bilaterali, ha chiesto che si faccia “una valutazione di impatto sia per gli aspetti negativi, sia per quelli positivi, da pubblicare entro novembre”. Il commissario ha inoltre sottolineato le necessità del “coinvolgimento degli agricoltori nella filiera alimentare e di un rinnovamento generazionale”.
"Abbiamo apprezzato la visita del commissario europeo per l'agricoltura e lo sviluppo rurale Phil Hogan in due realtà di spicco della nostra agricoltura meridionale. L'attenzione e la disponibilità del commissario ci fanno sperare che i problemi sul tappeto possano essere affrontati e risolti" hanno commentato il presidente ed il direttore generale di Confagricoltura, Mario Guidi e Luigi Mastrobuono.
"La politica agricola comune in vent'anni - hanno sottolineato Guidi e Mastrobuono - è stata modificata cinque volte slegando gradualmente i suoi strumenti dalle evoluzioni del mercato. L'impegno ora deve essere quello di pensare a nuovi strumenti di politica adeguati alle esigenze dei comparti produttivi e capaci di aiutare le imprese a fronteggiare le crisi".
Per quanto attiene l'agricoltura meridionale, i rappresentanti di Confagricoltura hanno evidenziato l'impatto notevole che provocano gli accordi di libero scambio su base bilaterale, a partire quelli con i paesi mediterranei e l'Africa subsahariana.
"Serve un cambiamento di rotta della Commissione europea - hanno concluso - che non può non tener conto delle giuste richieste delle imprese agricole del Mezzogiorno per una preventiva valutazione di impatto delle intese commerciali su base bilaterale, per una vera reciprocità e allineamento degli standard di produzione e per una maggiore cautela dal punto di vista sanitario e fitosanitario nelle importazioni di prodotti agricoli".