A tanto ammontano gli stipendi pagati in agricoltura dalle aziende 'regolari', vera spina dorsale di un comparto primario che impegna oltre un milione di lavoratori con una crescente stabilità dei livelli occupazionali negli ultimi otto anni nonostante la crisi economica, vede aumentare l'export, calare del 25% in cinque anni gli infortuni e nascere nuove figure professionali.
E' questa la fotografia del mercato del lavoro in agricoltura emersa a Roma nel corso dell'Academy 2016 di Confagricoltura "Impresa e lavoro in agricoltura"; l'immagine di un settore vitale e innovativo, con grandi potenzialità di crescita, che offre occupazione sempre più stabile e di qualità e che rivendica massima considerazione e pari dignità rispetto al mercato del lavoro degli altri settori produttivi nazionali.
Forte di questi numeri Mario Guidi, presidente di Confagricoltura, pur non negando la presenza di problemi, si lamenta dell'immagine 'pubblica' del settore: "Sui media e sui social, - ha dichiarato Guidi - l'agricoltura sembra solo caporalato e voucher, voucher e caporalato. Una criminalizzazione del settore indiscriminata e ingiusta, che getta discredito sulle centinaia di migliaia di imprese agricole che operano in modo trasparente e creano occupazione e ricchezza".
I dati che circolano di recente in merito al fenomeno del caporalato e dello sfruttamento del lavoro, in effetti, appaiono quantomeno discutibili, rileva Confagricoltura: se questi fenomeni dovessero veramente riguardare più di 400mila lavoratori, riguarderebbe in pratica tutti i lavoratori agricoli del nostro Paese.
I dati ufficiali Istat e Inps, infatti, rivelano chiaramente che gli occupati mediamente denunciati ogni mese in agricoltura sono più o meno 450mila. "Con questo non vogliamo certamente sminuire la gravità del fenomeno - ha continuato Guidi - ma vogliamo solo ricondurlo nelle giuste dimensioni, anche al fine di combatterlo più efficacemente".
Il confronto di Confagricoltura con queste problematiche prosegue da più di un decennio ed ha portato alla sottoscrizione di quattro avvisi comuni con i sindacati, alla partecipazione dell'associazione alla nascita delle politiche e delle procedure per il controllo dell'immigrazione.
Recentemente, inoltre, ha firmato il "Protocollo sperimentale contro il caporalato e lo sfruttamento del lavoro agricolo" e introdotto un codice etico che impone agli associati il rispetto delle norme sul lavoro pena dell'esclusione dalla base associativa.
Tra i temi scottanti sollevati, anche quello della Rete del lavoro agricolo di qualità, che secondo Confagricoltura avrebbe perso la sua funzione originaria di promozione della regolarità sul lavoro.
"L'adesione alla Rete del lavoro agricolo di qualità rimane facoltativa, ma alcuni importanti operatori commerciali le stanno attribuendo un valore diverso, considerandola come condizione indispensabile per la fornitura dei prodotti agricoli" sottolinea Guidi.
"La legge, inoltre, nega l'iscrizione anche in presenza di violazioni amministrative lievi e meramente formali che, in alcuni casi, nulla hanno a che vedere con la regolarità del lavoro".
Sul tema del caporalato, unanime l'imperativo di combatterlo facendo ciascuno la sua parte. Meno chiaro e unanime però il percorso da seguire nella battaglia.
Confagricoltura si è dichiarata critica a proposito del disegno di legge, di cui condivide l'intento ma non le misure, ritenute eccessivamente gravose sul sistema imprenditoriale agricolo e non sufficientemente incisive verso le deficienze dello Stato o della Pubblica amministrazione.
Particolarmente preoccupante appare all'associazione degli agricoltori l'introduzione di un criterio induttivo di valutazione della congruità della manodopera occupata che rischia di penalizzare le aziende che ottimizzano i fattori della produzione e le risorse umane.
Per Susanna Camusso andrebbero introdotte norme adeguate nel disegno di legge, mentre per il sottosegretario al Lavoro, Luigi Bobba, il testo va bene così com'è, e si dovrebbe lavorare per risolvere il conflitto tra formazione e lavoro; per Maurizio Sacconi, presidente della Commissione Lavoro del Senato, infine, il mondo migliore per contrastare i fenomeni di illegalità sarebbe una combinazione di "controllo istituzionale con un attivo controllo sociale", unito ad un sistema di repressione proporzionale alla gravità dell'infrazione.
Sul tema dei controlli si è espresso anche il direttore dell'Ispettorato nazionale del lavoro Paolo Pennesi, secondo il quale con gli attuali mezzi a disposizione, come il sistema Uniemens, è già possibile effettuare i controlli dopo un'attenta analisi di congruità.
Quantomeno spinoso è stato anche il tema dei voucher, che per Confagricoltura hanno dimostrato di essere un notevole supporto nella lotta contro il lavoro nero agricolo, al punto di ipotizzare l'innalzamento del tetto massimo annuo utilizzabile a 7mila euro senza incorrere nel rischio di destrutturazione del rapporto di lavoro.
"Del resto - ha precisato Guidi sull'argomento - non è certo l'agricoltura il settore nel quale si è registrata un'esplosione del numero dei voucher nel 2015, giacché i buoni lavoro utilizzati dagli agricoltori rappresentano meno del 2% della quota totale". Da numeri probabilmente diversi deve essere partito Tito Boeri, presidente Inps, secondo il quale, invece, i voucher in agricoltura "non hanno fatto emergere il lavoro nero".
Sui temi sollevati si sono espressi anche i numerosi ospiti, a cominciare dai sindacati rappresentati dal segretario generale della Cgil, Susanna Camusso, Luigi Sbarra, segretario generale della Fai-Cisl e da quello di Uila-Uil, Stefano Mantegazza, che hanno ribadito come la stretta e continua collaborazione con Confagricoltura stia portando a risultati positivi sul fronte contrattuale.
"Non c’è alcuna contrapposizione tra associazioni imprenditoriali e sindacati, come dimostrano i molti avvisi comuni firmati insieme, - ha dichiarato Mantegazza - anzi abbiamo una battaglia da combattere fianco a fianco contro il lavoro nero. L'obiettivo del disegno di legge sulla Rete del lavoro agricolo di qualità prevede che Fai, Flai e Uila, Confagricoltura, Coldiretti e Cia gestiscano insieme domanda e offerta di lavoro: un grande sistema bilaterale che valorizzi la rappresentanza e le aziende insieme al sindacato".
Meno conciliante il segretario generale di Uila-Uil è stato sul tema dei voucher, definendo l'eliminazione dell'attuale tetto di 2mila euro per committente "una mostruosità" che consentirebbe di pagare con i voucher 191 giornate di lavoro, oggi retribuite con regolari buste paga.
Sovrapponibili nella sostanza a quella di Mantegazza le posizioni espresse da Luigi Sbarra e Susanna Camusso, con quest'ultima che, dopo aver strappato un applauso alla platea mostrando una certa elasticità di fronte alle richieste del mondo agricolo e riconoscendone le specificità, ha ribattuto alle accuse di spettacolarizzazione del fenomeno caporalato da parte dei sindacati mosse da Guidi, evidenziando che non è tacendo un problema che esso scompare.
La peculiarità del mondo del mercato del lavoro agricolo è stata anche riconosciuta da Tito Boeri, presidente Inps, e dal sottosegretario al Lavoro Luigi Bobba. La tesi prevalsa è stata quella di Boeri, che ha definito l'agricoltura un settore con 'specificità' che non devono essere però considerate eccezionalità, e la cui legislazione va uniformata a quella generale.
"La lotta all'illegalità e all'irregolarità - ha concluso Guidi - non può essere condotta introducendo ulteriori adempimenti a carico dei datori di lavoro, costretti quotidianamente a confrontarsi con una burocrazia ridondante, ma piuttosto alleggerendo la pressione fiscale sul lavoro; migliorando la qualità dei controlli, utilizzando al meglio la mole di informazioni già nella disponibilità delle diverse amministrazioni, facendo finalmente dialogare in modo efficace le banche dati".