Il 27 aprile 2016 alle ore 12, presso la sala “Giovanni Falcone” del ministero della Giustizia a Roma si è insediato il nuovo Consiglio nazionale degli agrotecnici e degli agrotecnici laureati, con la conferma di Roberto Orlandi (dell’albo di Forlì) alla presidenza dell’ordine, che è avvenuta con voto a scrutinio segreto.

Eletti anche il vicepresidente, nella persona di Lorenzo Gallo (dell’albo di Asti), ed il segretario nella persona di Mario Fassola (dell’albo di Imperia).

Gli altri consiglieri sono Fabrizio Bucchi (dell’albo di Bologna), Ezio Casali (dell’albo di Cremona), Domenico De Luca (dell’albo di Napoli), Ugo Falqui (dell’albo di Oristano), Valentino Laiti (dell’albo di Verona), Federico Minotto (dell’albo di Padova), Moreno Moraldi (dell’albo di Arezzo-Perugia), Enrico Perrino (dell’albo di Bari), Giuseppe Strano (dell’albo di Catania) e Franco Volpe (dell’albo di L’Aquila).

E’ stato insediato anche il primo Consiglio nazionale di disciplina, in ossequio a quanto prevede il Dpr n.137/2012 di riforma delle professioni, composto dal presidente Attilio Iaccarino (dell’albo di Napoli), dal segretario Vittorio Di Perna (dell’albo di Latina) e dal consigliere Giovanni Inghisciano (dell’albo di Ragusa).

La decisione di riconfermare Roberto Orlandi alla presidenza è stata determinata dai risultati ottenuti negli ultimi cinque anni, nei quali la professione di agrotecnico ed agrotecnico laureato ha registrato una crescita impetuosa.

A partire dal 2011 l’albo infatti è diventato il primo nel suo settore (quello in cui operano anche gli albi degli Agronomi e forestali, dei Periti agrari e dei Tecnologi alimentari) come numero di candidati che ogni anno affrontano gli esami abilitanti; è anche profondamente cambiata la composizione delle nuove leve ormai rappresentate (dati 2015) dal 72% di laureati (a loro volta suddivisi per 1/3 in lauree magistrali in agraria, scienze naturali, ecc. e per i 2/3 in lauree triennali).

L’apertura dell’albo a nuove classi di laurea, come i biotecnologi od i naturalisti, in affiancamento ai tradizionali profili agrari e forestali, ha permesso un approccio multidisciplinare alla professione e la nascita prima di studi associati e poi di società professionali, quasi tutte in forma di cooperativa, anche nell’ambito di specifici accordi che il Collegio nazionale ha stipulato con le due principali centrali cooperativistiche italiane (Legacoop e Confcooperative).

Il tirocinio professionale, della durata di sei mesi, viene ormai quasi sempre svolto durante il corso di studi, nell’ambito delle molte convenzioni esistenti fra il Collegio nazionale e le Università: allo stato sono 57 gli Atenei ed i Dipartimenti convenzionati, per un totale di 201 corsi di laurea.
Sotto questo profilo gli agrotecnici sono stati antesignani rispetto anche a ciò che prevede il Dpr n.137/2012 di riforma delle professioni per ciò che riguarda l’esercizio della professione in forma societaria.

Il numero di professionisti effettivamente esercenti aumenta ogni anno. Nel 2015 il saldo netto delle partite Iva aperte, tolte quelle cessate, ha fatto segnare un incremento del +7,87% (anche maggiore di quello registrato negli anni precedenti: +5,56% nel 2014 e +5,25% nel 2013) mentre i redditi medi dichiarati sono cresciuti di oltre il 3%; e tutto questo in uno scenario economico negativo, che ha visto quasi tutte le altre professioni tecniche perdere terreno, redditi ed iscritti.

Ad insediamento avvenuto il nuovo Consiglio nazionale degli agrotecnici ha ricevuto la visita di Giovanni Melillo, capo di gabinetto del ministro della Giustizia Andrea Orlando, che ha portato il saluto del ministro, di Michele Forziati, nuovo direttore generale della Giustizia civile e di Irene Tinagli, consigliere del ministro della Giustizia.