Per migliorare la competitività del settore occorre incoraggiare l’ingresso di giovani imprenditori in agricoltura. Questo è, da diversi anni, uno degli obiettivi strategici a livello nazionale e comunitario. Nonostante ciò, nello scorso anno, il numero di imprese agricole è sceso dello 0,95%, mentre quello delle imprese condotte da giovani, del 3,04%. Un calo più di tre volte maggiore della media e a cui occorre porre freno, visto che i giovani imprenditori, oltre a rappresentare il futuro del settore, sono anche promotori di innovazione e di investimenti.

In questo quadro, l’imminente apertura del bando Ismea per la concessione delle agevolazioni per l’insediamento di giovani in agricoltura, che prevede uno stanziamento di 60 milioni di euro, rappresenta un momento fondamentale. E già nelle prossime settimane si potranno presentare le domande per accedere alle agevolazioni.

Per questo Confagricoltura, di concerto con Ismea, oggi, 14 marzo 2016, ha realizzato un seminario rivolto ai tecnici dell’organizzazione, per fornire informazioni specifiche sulla normativa e sulle modalità di accesso ed utilizzo degli strumenti informatici necessari per la presentazione delle domande di ammissione alle agevolazioni.

Il sostegno alle giovani generazioni, attraverso la concessione delle agevolazioni per il loro insediamento in agricoltura, rappresenta un momento fondamentale perché è l’unico strumento con il quale si può finanziare, pur in una misura contingentata, l’acquisto di terra: uno dei fattori di produzione meno fruibili sul mercato per chi intende insediarsi ed avviare un’attività di impresa.

Rendere finalmente praticabile il ricambio generazionale del settore, come hanno più volte denunciato i giovani di Confagricoltura, è una priorità. Come dimostrano i dati del Centro studi dell’organizzazione (vedi tabella), il numero di imprese attive gestite da conduttori con meno di 35 anni, è in costante calo (nel 2015 siamo scesi per la prima volta sotto le 50mila imprese registrate alle Cciaa; solo cinque anni fa eravamo a quota 65mila) e la percentuale sul totale delle imprese rimane sempre in calo ed anche piuttosto esigua: ormai 6,5% del totale, sempre nel 2015.