“Il problema dell’Imu agricola è una ferita aperta che penalizza un gran numero di aziende che operano in aree svantaggiate ma a cui non è riconosciuto più tale status – sottolinea Agrinsieme -. Senza dimenticare la situazione relativa alla crisi del prezzo del latte, la diminuzione di produzione di importanti settori (olivicolo e vitivinicolo), la legge di stabilità che prevede l’incremento delle accise sul gasolio agricolo e la riduzione dell’assegnazione”.
“Le aziende agricole – evidenzia Agrinsieme - sono penalizzate anche dalla burocrazia, dalle disparità di valore nelle filiere, dalle quotazioni all’origine non remunerative e dai costi che crescono. Il settore primario invece vuole essere competitivo, innovativo, puntare sull’export ed essere al passo con le agricolture dei Paesi concorrenti, cogliendo tutte le opportunità che verranno da Expo 2015”. Ieri si sono svolte molteplici iniziative in Toscana, Piemonte e Lazio. Si sono tenuti incontri con i sindaci e prefetti, sensibilizzata la popolazione, sit-in in piazza a cui, spesso, hanno aderito attivamente anche i sindaci dei comuni ‘ex-svantaggiati’.
Gli agricoltori delle province di Siena ed Arezzo hanno portato i lori trattori al casello A1 Valdichiana, a Bettolle (Sinalunga-Si), coinvolgendo gli automobilisti in ingresso e uscita dall’autostrada. Sit-in, incontri con i prefetti, le istituzioni, i parlamentari, anche a Firenze, Grosseto, Pisa, Viterbo, Torino, Alessandria e Bologna. Altre iniziative - ricorda Agrinsieme - sono in programma, nei prossimi giorni, in molte altre province per tenere alta l’attenzione sui problemi del settore agricolo che attendono, da troppo tempo, risposte concrete.
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Fonte: Confagricoltura