Le organizzazioni agricole europee affilano le armi sul futuro della Politica Agricola Comune post 2027, minacciata dalla proposta della Commissione Ue e non ancora adeguatamente difesa da Parlamento e Consiglio Ue. Il Copa Cogeca ha indetto per il 18 dicembre 2025 una manifestazione di protesta che si terrà a Bruxelles in contemporanea con una riunione del Consiglio Ue.
I motivi della protesta
La decisione è stata assunta perché - nonostante le modifiche proposte dalla Commissione - resta in piedi l'architettura della nuova Pac: abolizione dei due Pilastri, la mancanza di un fondo dedicato ed esclusivo con l'accorpamento alle politiche di Coesione nel Fondo Unico, la nazionalizzazione degli interventi mediante i Piani di Partenariato Nazionali e Regionali alla stregua dei Pnrr per il Recovery Fund, senza contare il finanziamento garantito di appena 300 miliardi di euro da dividere tra i 27 Stati dell'Unione Europea, tagliato rispetto alla Pac corrente - pari a 378,5 miliardi - del 20,74% del valore nominale della Pac oggi vigente.
Significa che in realtà il taglio è maggiore, poiché c'è da aggiungervi la svalutazione monetaria tra i due periodi, da calcolare sull'intero ammontare della Pac 2020-2027, che non verrà recuperata.
Al momento il Parlamento Ue è pronto a trattare su due proposte di modifica inerenti budget della futura Pac: la possibilità per le regioni - totalmente escluse dalla gestione della Pac post 2027 - di ricorrere alla Commissione Europea qualora ravvisino un comportamento discriminatorio da parte degli Stati membri nell'attribuzione territoriale dei vari regimi di aiuto.
Due versioni su quanti soldi ci sono per l'agricoltura
Inoltre, la proposta della presidente Ursula von der Leyen vincolerebbe gli Stati membri a destinare almeno il 10% delle risorse dei Piani Nazionali all'agricoltura e alle regioni su un "obiettivo rurale", che - calcolato sul budget dei Piani Nazionali e Regionali comuni addirittura incrementerebbe il budget agricolo fino a 385,5 miliardi, 7 miliardi in più di quello attuale. "Obiettivo rurale" prenderebbe il posto del Secondo Pilastro della Pac, lasciando i 300 miliardi tutti sulle misure attualmente gestite sul Primo Pilastro. Se così fosse, ci si troverebbe di fronte - al livello dei 27 Stati membri della Ue - ad una modesta crescita del budget agricolo in termini nominali (+1,85%), seppur al di fuori di una voce di spesa univoca per l'agricoltura, e comunque in perdita in termini reali.
Ma - come spiega più avanti il vicecommissario esecutivo della Commissione Ue, Raffaele Fitto - il 10% di "obiettivo rurale" andrebbe calcolato non sull'intero budget dei Piani Nazionali e Regionali, pari a oltre 855 miliardi, bensì sul budget dei soli fondi destinati alla Coesione nelle aree urbane, rurali e della pesca (453 miliardi di euro), in pratica un gruzzoletto per lo Sviluppo Rurale da 45,3 miliardi di euro.
E solo calcolando anche i soldi posti su altri pilastri del bilancio Ue, ricerca per l'agricoltura e la bioeconomia e infrastrutture idriche, si andrebbero a stanziare le stesse risorse della programmazione 2020-2027 per l'intero settore agricolo in termini reali.
Il taglio alla Pac resta
Il fatto che esistano allo stato due versioni in seno alla Commissione Ue su quanti soldi andrebbero in realtà al settore agricolo, avvalora ancor più le stime di Confagricoltura, che invece calcola il 10% per "obiettivo rurale" sui Piani Nazionali e Regionali, ma al netto dei 300 miliardi di euro già stanziati, quindi su un montante di 555 miliardi di euro.
In questo caso questi denari, 55,5 miliardi di euro, avrebbero il solo scopo di abbassare il taglio della Pac a circa il 10% in termini nominali. Ma non entrano in questo calcolo i denari appostati sui pilastri ricerca e infrastrutture. Segno di quanto si fatichi a capire quanti soldi ci siano a disposizione del settore. Per le organizzazioni agricole la proposta di modifica del bilancio è un'operazione di distrazione di massa, che hanno così deciso la via della protesta.
Ma a spianare la strada alla protesta c'è anche un'altra preoccupazione: l'accordo Ue-Mercosur, che così come congegnato rischia di essere pericoloso per molte aziende agricole e zootecniche europee.
Confagricoltura, la battaglia sulla Pac è per il futuro di tutti
"Confagricoltura scenderà in piazza per protestare contro una proposta sulla futura Pac che, non solo non risponde alle esigenze attuali delle aziende agricole, ma addirittura taglia le risorse per il settore primario. Siamo davanti ad un'ipotesi di riforma che è poco lungimirante, nonché esigua sotto il profilo del budget" è scritto in una nota dell'organizzazione agricola.
Da Palazzo Della Valle fanno sapere che "Gli agricoltori europei si sono dati appuntamento il 18 dicembre a Bruxelles, per una grande mobilitazione insieme al Copa Cogeca, in concomitanza con il Consiglio Europeo. Confagricoltura sarà presente con una numerosa delegazione dall'Italia per ribadire l'urgenza di un forte correttivo alla proposta, che, così com'è, è inaccettabile".
"Abbiamo più volte spiegato che una Pac forte, stabile, con un bilancio adeguato, ma soprattutto con una struttura in grado di potenziare l'agricoltura del domani, garantisce il futuro dell'Europa stessa e dei suoi cittadini - continua la nota - chiediamo regole chiare, semplificazione e reciprocità negli accordi internazionali e, conseguentemente, di fermare la ratifica del Mercosur".
"In un contesto globale estremamente difficile, il mercato è altrettanto complesso e imprevedibile. L'incertezza non permette alle imprese di fare investimenti. Le nostre imprese garantiscono cibo e rappresentano uno dei pilastri dell'economia italiana ed europea" afferma ancora Confagricoltura.
Per l'organizzazione "Gli agricoltori non possono garantire gli stessi standard produttivi con i tagli prospettati dalla Commissione Europea per l'agricoltura: sono tagli che bloccano di fatto le economie di interi territori e altrettante popolazioni".
"La battaglia sulla Pac è la battaglia per il futuro di tutti" conclude Confagricoltura: "Riteniamo necessario un piano ambizioso di sostegno al settore primario, che garantisca agli agricoltori e ai cittadini europei quella sicurezza alimentare che, fino ad oggi, gli agricoltori di tutta Europa hanno assicurato".
Cia, l'attacco alla Pac indebolisce l'Europa
Intanto il 20 novembre scorso si è tenuta a Roma l'Assemblea Nazionale di Cia - Agricoltori Italiani. Il presidente Cristiano Fini - come riportato da Agra Press - ha annunciato la partecipazione alla mobilitazione di Bruxelles - dove saranno presenti 5mila agricoltori - anche della sua organizzazione. Presenti all'apertura dell'assemblea di Cia il vicepresidente della Commissione Ue Raffaele Fitto e il ministro dell'Agricoltura Francesco Lollobrigida. Per il presidente di Cia "all'Unione Europea serve una scossa politica forte contro il rischio della fine dell'agricoltura" ha affermato, auspicando che "le istituzioni siano dalla parte di chi protesta ma sottolineando che il confronto deve essere basato sul dialogo".
"L'agricoltura non chiede privilegi, pretende rispetto. Non può essere una voce residuale del bilancio Ue, perché è la condizione stessa dell'Europa: garantisce cibo sicuro, tutela dell'ambiente, resilienza dei territori e futuro delle comunità. Per questo, il 18 dicembre saremo in piazza a Bruxelles, con oltre 5mila agricoltori e almeno mille trattori in arrivo da ogni parte del continente, per ribadire che il settore è primario per un motivo", ha detto Fini.
"Oggi siamo a una svolta pericolosa, il rischio di un progressivo smantellamento della Pac dopo il 2027, delineato dal nuovo Quadro Finanziario Pluriennale, appare sempre più concreto", ha spiegato Fini. "Questo significherebbe un taglio drastico delle risorse e la loro dispersione in un Fondo Unico, destinato a generare conflitti tra comparti e a compromettere il mercato unico. Sarebbe la fine di un sistema equo: avremmo agricolture di serie A e agricolture abbandonate alla serie B. Ecco perché rilanciamo una mobilitazione senza tregua, finché non vedremo un cambio di passo vero, non di facciata. Ora l'Italia assuma con forza la guida di questa battaglia decisiva per il futuro dell'agricoltura e le istituzioni nazionali ed europee dimostrino davvero, con fatti e non parole, di essere dalla nostra parte", ha dichiarato il presidente di Cia.
Per la Cia "La proposta della Commissione è considerata pericolosa e miope: trasformare la Pac post 2027 in un capitolo indistinto del Quadro Finanziario Pluriennale e tagliare le risorse del 22% indebolirebbe il settore e l'intero impianto comunitario. Il peso dell'agricoltura nel bilancio Ue crollerebbe dal 31% al 15% e solo per l'Italia significherebbe passare da 40 miliardi a circa 31, con 9 miliardi di perdita netta".
"Non è una riforma tecnica: è un cambio di paradigma. E a perderci sarebbero agricoltori, cittadini e territori", ha puntualizzato Fini. Per la Cia "ridurre la Pac a una voce qualsiasi del bilancio significa indebolire l'Europa stessa. Il prossimo Quadro Finanziario Pluriennale 2028-2034 e la futura Pac sono il banco di prova decisivo per lo sviluppo dell'Europa in cui crediamo", ha detto il presidente di Cia, lanciando un appello diretto: "La Pac deve restare fuori dal Fondo Unico. Va rafforzata e finanziata di più, non ridimensionata, e va preservata nella sua autonomia, non rinazionalizzata. Non è in gioco solo il reddito degli agricoltori, ma anche la sicurezza alimentare e il mercato unico europeo".
Fini ha anche criticato "le ultime correzioni proposte dalla Commissione" perché "si tratta di aggiustamenti estetici, non cambia la sostanza. Non risolvono le criticità strutturali né rispondono alle istanze del mondo agricolo".
Le dichiarazioni di Fitto, il taglio non c'è
Secondo Agra Press, sia Fitto che Lollobrigida hanno preso atto della manifestazione, ma il vicepresidente esecutivo ha precisato che pur essendo la manifestazione legittima, il dialogo deve rimanere aperto con spirito costruttivo con tavolo comune di confronto, mentre il ministro dell'Agricoltura ha lodato lo spirito unitario della protesta.
Fitto, durante il punto stampa a margine dell'assemblea Cia dichiara: "Dal punto di vista finanziario le risorse messe a disposizione del settore agricolo sono esattamente quelle della scorsa programmazione, non ci sono i tagli, ma la nuova struttura della proposta di bilancio che prevede una gestione nell'ambito del Piano Nazionale e Regionale Comune del Secondo Pilastro dell'agricoltura, quello dello Sviluppo Rurale, insieme alla Politica di Coesione e della Pesca".
Da questa dichiarazione sembra di capire che il montante sul quale calcolare il 10% di "obiettivo rurale" siano i 453 miliardi della Coesione, che Fitto poi somma ai 300 miliardi della Pac. Il vicepresidente esecutivo della Commissione infatti precisa: "Il Primo Pilastro ha un suo finanziamento già attribuito di quasi 300 miliardi di euro, si tratta di definire meglio gli aspetti collegati alla governance di tutto questo. Mi sembra che il confronto tra le tre presidenti di Commissione, Parlamento e Consiglio Ue abbia portato a soluzioni molto utili e positive e c'è un impegno a implementare e migliorare questo ambito, mi sembra che la strada sia giusta".
In questa dichiarazione il budget agricolo secondo Fitto sale in chiaro a 345,3 miliardi, quindi qualcosa come 33,2 miliardi in meno rispetto alla Pac 2020-2027. Ma a questo conto mancano ancora i soldi dispersi sulle voci Competitività (infrastrutture idriche per l'agricoltura) e Ricerca (per bioeconoma e agricoltura) e toccherà - in questa visione - alla governance del nuovo bilancio il pilotaggio unitario e coerente delle risorse, stanziando in termini nominali lo stesso importo del 2020-2027.
Fitto poi ricorda come i denari della Pac già oggi non siano i soli che vanno al settore agricolo: "Nell'ambito del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza - sia nella revisione del 2023 che nell'attuale revisione le risorse per l'agricoltura sono cresciute in modo notevole, penso ai contratti di filiera, che hanno visto un aumento di 2 miliardi e 800 milioni di euro nella prima revisione e nell'attuale revisione, che si dovrebbe concludere nei prossimi giorni, altri 2 miliardi e 800 milioni di euro, un importo che non era mai stato assegnato in questa dimensione, così come le risorse assegnate ai parchi agrifotovoltaici, che sicuramente tra la prima e la seconda revisione arrivano a superare il miliardo e mezzo di euro".
Lollobrigida, la Commissione deve fare altri passi avanti
Di parere completamente diverso il ministro Lollobrigida, che raggiunto dalle domande dei giornalisti afferma: "Crediamo che le scelte fino ad ora attuate non siano state fatte nella direzione corretta, intanto per i rischi di riduzione dei fondi a livello europeo per gli agricoltori, e poi per il quadro di rinazionalizzazione dei fondi che mina alla base quella che è una pianificazione comune e che è stata dal 1957 immaginata come scelta strategica dell'Europa".
Incalzato dai giornalisti sulla dichiarazione di Fitto, secondo il quale non ci sono tagli al settore agricolo nella proposta della Commissione per il Qfp, il ministro risponde: "Io ringrazio pubblicamente Raffaele Fitto, perché il suo ruolo è stato importantissimo, ricordiamo che si partiva da un fondo indistinto in cui non c'era alcun tipo di previsione per il mondo agricolo, tuttavia, i passi che sono stati fatti, nonostante il suo impegno, non sono sufficienti a tranquillizzare il mondo agricolo, del resto, gli agricoltori non amano perdere tempo e non sono certo protagonisti di manifestazioni che non abbiano senso, quindi anche quella del 18 dicembre è un segnale di grande insofferenza".
Dopo di che Lollobrigida ricorda la posizione assunta dall'Italia all'ultimo Consiglio Agrifish contro il progetto di Pac attualmente proposto dalla Commissione e afferma: "Se la stragrande maggioranza dei ministri dell'Agricoltura dei 27 Paesi dell'Unione sono contrari a questo progetto, se il mondo agricolo europeo protesta, significa che la Commissione deve compiere ulteriori passi avanti". E cita la necessità di "riannodare il filo" con la "visione strategica" dei padri fondatori dell'Europa di oggi, quella di una Pac unica, europea e non frammentata in tanti capitoli di bilancio e 27 piani nazionali.
Conclusioni
La partita sulla Pac 2028-2034 è ancora aperta e a questo punto - oltre alle manifestazioni di piazza degli agricoltori - un ruolo determinante lo avrà il Parlamento Ue, sia nella trattativa sul Quadro Finanziario Pluriennale, dove però non ha il potere di proporre emendamenti, ma solo posizioni politiche. Resta al Parlamento Ue la possibilità di approvare o respingere il bilancio unionale, una volta portata a termine la trattativa. Altra leva importante è quella che può azionare nei triloghi sulla struttura della Pac con Commissione e Consiglio Ue. Insomma, la battaglia sulla Pac si annuncia lunga e avrà ripercussioni politiche a livello Ue non da poco.






























