Mi fermo un secondo a godermi il risultato, perché quello raggiunto ieri al Consiglio dei ministri agricoli dell’Unione europea, sotto la presidenza italiana, è un risultato eccezionale. Storico. Anzi, ultra-storico. Senza precedenti per i giovani agricoltori”.

Il commento alle stelle è dell’italianissimo Matteo Bartolini, imprenditore agricolo umbro che si è inventato in parallelo la professione di truffle-teacher, di docente in “tartufologia”, se così si può dire, ma che soprattutto è il presidente del Ceja, il Consiglio dei giovani agricoltori europei.

Ieri, come già riportato da Agronotizie, è stato sostenuto dalla maggioranza degli Stati membri il documento a sostegno del ricambio generazionale in agricoltura, che è stato presentato dalla Presidenza italiana. Il dossier giovani si basa su tre punti chiave.
Innanzitutto, la concessione di crediti dedicati da parte della Bei (Banca europea degli investimenti), in modo da assicurare un sostegno economico ai giovani agricoltori che intendono accedere ai finanziamenti.
Un punto sul quale il Ceja ha lavorato dallo scorso gennaio, arrivando a presentare ufficialmente la propria proposta nel corso del Consiglio informale dei ministrio agricoli europei lo scorso settembre a Milano”, ricorda Bartolini.

Poi, misure specifiche per l’accesso alla terra da parte di giovani, anche in deroga alle attuali norme in materia di aiuti di Stato; posizione sulla quale si sono riscontrate le maggiori difficoltà, con il voto contrario di Danimarca, Olanda, Regno Unito, Svezia e Lituania sul paragrafo 11, che riconosceva prestiti a tasso zero per l’acquisto di terreni, considerati da tali Paesi come un auto di Stato.

Ultimo elemento cardine del dossier, l’istituzione di un Erasmus per i giovani agricoltori europei, finalizzato a facilitare lo scambio di informazioni e di esperienze professionali tra le diverse realtà agricole europee.

Relativamente alla proposta di un fondo di garanzia bancaria europea, Bartolini è ampiamente soddisfatto.
Era la proposta ipotizzata dal Ceja – ribadisce – ed è senz’altro un segnale positivo, che dà fiducia ai giovani che devono avviare un’impresa agricola o che intendono svilupparla”. Non si tratta, precisa Bartolini, di “un finanziamento diretto al singolo imprenditore che presenta un business plan e capacità professionali adeguate, ma guarda oltre, con due finalità: liberare il credito, sia nel nostro paese che a livello europeo, e abbattere i tassi di interesse”.

Un sistema, avverte il numero uno del Ceja, “che dovrà ora trovare una declinazione concreta nei vari Stati membri e che in Italia potrà fare leva anche sulle misure specifiche per i giovani, adottate con Campolibero. E la Bei dovrà instaurare una relazione con gli istituti di credito, impostando regole comuni e chiare per accelerare l’iter che ciascun Paese dovrà poi mettere a frutto. Per questo come Ceja saremo in campo per facilitare la realizzazione”.

L’accesso alla terra.Anche questa misura è interessante – afferma Bartolini – in modo particolare nelle operazioni di compravendita fra privati, perché in caso di terreni demaniali o pubblici, la mia sensazione è che sia meglio adottare la formula dell’affitto a lungo termine, che può così investire il capitale non per l’acquisto di terre, ma per innovazione, macchinari, un po’ come l’esempio della Toscana ha evidenziato”.

Il progetto Erasmus.Anche questo punto mi trova soddisfatto – commenta Bartolini – perché la formula della permanenza per 2-3 mesi, un semestre o un anno si può adattare alle esigenze dei giovani non ancora insediati, mentre l’opportunità di un pacchetto di visite della durata di 2-3 fino a 5 giorni favorisce le relazioni fra giovani, permette di conoscere realtà e modelli agricoli interessanti in Europa, senza che l’imprenditore agricolo distolga troppo tempo dalla propria attività aziendale”.