Le temperature alte fuori stagione, soprattutto a marzo, hanno accelerato il risveglio vegetativo delle colture dando vita a una finta primavera. ma le hanno rese più vulnerabili ai temporali violenti e alle gelate, compromettendo in parte i raccolti in parte la qualità delle produzioni in campo, con conseguenze dirette sulla manodopera agricola, soprattutto al Nord (-11,8 per cento) e al Sud (-6,4 per cento). A questo va aggiunto l’impatto sulle aziende del settore, e quindi sui lavoratori, del calo persistente dei consumi alimentari anche nel primo bimestre del 2014 (-1 per cento in volume e -2,3 per cento in valore).
Tuttavia - osserva la Cia - va ricordato che finora l’agricoltura ha “tenuto” dal punto di vista occupazionale nonostante la crisi, dimostrandosi vitale e in grado di difendere i suoi posti di lavoro, creandone di nuovi soprattutto tra i giovani (+5,1 per cento l’aumento dei dipendenti “under 35” nel 2013 in netta controtendenza rispetto all’andamento generale).
È per questo che è quanto mai opportuno prendere provvedimenti che agevolino le imprese dal punto di vista fiscale e burocratico, innescando così nuova occupazione tra i giovani, visto che oggi i 15-24enni senza lavoro sfondano il 46 per cento e raggiungono il 61 per cento nel Mezzogiorno.
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