“Sento solo parlare di budget, di primo e secondo pilastro, ma non di approccio sostenibile dell’agricoltura – ha tuonato nei giorni scorsi da Bruxelles Tony Long, il direttore dell’Ufficio politico del Wwf -. Bisognerebbe impostare una politica agricola in grado di ridurre concretamente le importazioni, contenere i rifiuti, le emissioni di gas serra e il consumo di suolo. Invece ci troviamo a discutere di una Pac che non guarda avanti, ma indietro”.
Attenzione, però. La Pac non va eliminata, ma semplicemente ripensata in un’ottica più ecologica e verde.
“E’ ora di cambiare – ha insistito Long con la stampa agricola di tutta Europa – e dedicare maggiore attenzione all’ambiente, per che è questo che vuole la gente”.
A supporto di tale tesi, il Wwf cita un approfondimento di Eurobarometro, secondo cui i cittadini desiderano che i fondi europei vengano destinati prevalentemente per la protezione dell’ambiente, tenuto conto che ogni cittadino comunitario paga 105 euro l’anno per la Pac e di questi la bellezza di 80 euro prendono la via degli aiuti diretti.
“La proposta di riforma della Pac mantiene abbondantemente lo status quo, col 75% delle risorse destinate al primo pilastro – specifica il WWF in un documento sulle Politiche agricole comunitarie -. Tenuto conto che la Pac rappresenta il 41% di tutto il budget dell’Unione europea, è logico che debba dimostrare ai cittadini che porta benefici”.
Benefici che devono essere tanto ambientali quanto occupazionali. “Il Wwf intende sostenere il lavoro in tutte le nazioni – ha affermato Long – ma vorrei dire che non è automatico che aumentando le risorse della Pac aumenti anche l’occupazione, a maggior ragione se i fondi vengono allocati per gli aiuti diretti”.
Fra le priorità della più grande organizzazione mondiale per la conservazione della natura c’è il greening, naturalmente da incentivare attraverso una migliore protezione dei pascoli permanenti, l’obbligo del 10% delle aree ecologiche (“che non significa set aside”, ha precisato Long), la rotazione effettiva delle colture e il rispetto delle misure di “inverdimento” come requisito per accedere ai pagamenti diretti.
Il WWF auspica inoltre che le risorse per il secondo pilastro della Pac arrivino nel 2020 al 50% delle risorse totali; il passaggio dal 25 al 50% del budget per le misure ambientali all’interno dello sviluppo rurale; un più elevato cofinanziamento comunitario (all’80%) per le misure ambientali (agro ambiente, cambiamenti climatici, direttiva acqua, Natura 2000), creare un sottoprogramma per le aziende più verdi.
Fuori dal discorso Pac un altro tema caldo. A chi chiedeva conto al direttore del Wwf della relazione fra Ogm e aumenti produttivi, Long è rimasto lontano dalle polemiche. “Non ho visto – ha tagliato corto – studi che dicano che esiste una correlazione automatica fra organismi geneticamente modificati e aumento delle produzioni”.