Dopo le prime anticipazioni dello scorso anno, l'Istat ha diffuso i dati ufficiali relativi al Censimento Generale dell' Agricoltura del 2010. L'operazione, come si ricorderà, è stata effettuata con riferimento alla data del 24 ottobre 2010 e ha avuto luogo in un periodo complesso per l'agricoltura italiana influenzata fortemente dalla crisi economica, dalla volatilità dei prezzi delle commodity agricole, dai mutamenti nella Politica agricola comunitaria nonché dalle nuove sfide legate alla sostenibilità ambientale.

Dal punto di vista tecnico-organizzativo, quello del 2010 ha introdotto numerose e importanti novità, conseguendo un elevato standard qualitativo dei dati e ampia diffusione dei risultati che costituiscono una base conoscitiva insostituibile per la definizione di politiche di settore a livello europeo, nazionale e regionale.
Sul piano dell'organizzazione è stato adottato un nuovo modello che ha coinvolto direttamente Regioni e Province autonome nella costituzione e gestione della rete territoriale di rilevazione.  Sul piano metodologico la novità più importante è rappresentata da un ampio utilizzo di archivi amministrativi sia nella preparazione della lista precensuaria delle unità di rilevazione, sia nei metodi di controllo e correzione dei dati raccolti. 

Fatta questa premessa di tipo metodologico, ricordiamo - spulciando nelle fitte tavole statistiche - i dati chiave sui principali  cambiamenti del sistema agricolo italiano rispetto al precedente decennio cui faceva riferimento il Censimento 2000: il drastico crollo del numero di aziende agricole (-32,4% rispetto al 2000) e il parallelo aumento della dimensione media delle aziende;  233mila i lavoratori stranieri impiegati nelle aziende agricole italiane, di cui il 57,7% proviene da Paesi dell'Unione Europea; il primato della produzione biologica va al Mezzogiorno, dove si trova il 63% delle aziende impegnato in questo tipo di attività, ma anche la forte presenza di capi azienda di sesso femminile, con una quota del 30,7%.

Tra i tanti capitoli del corposo lavoro statistico, in questo articolo abbiamo scelto di approfondire lo stato dell'arte del tasso di informatizzazione delle aziende agricole italiane che utilizzano Internet e i programmi informatici per la gestione delle coltivazioni o degli allevamenti o per i servizi amministrativi.

I numeri contenuti nelle apposite tabelle indicano che sono ancora poche le aziende italiane informatizzate e che usano la rete: nel complesso, la fotografia scattata dall'Istat ne ha rilevate poco meno di 61.000, pari al 3,8% delle censite. Tuttavia, la situazione (tab 2) appare piuttosto differenziata nelle diverse ripartizioni geografiche: la quota raggiunge i livelli massimi nel Nord-ovest (10,9%) e nel Nord-est (8,1%), mentre tocca i valori minimi nelle Isole (2,0%) e nel Sud (1,3%). Tra le Regioni spiccano i valori elevati della Lombardia (15,3%) e delle due Province autonome di Bolzano (14,9%) e Trento (11,4%). 

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