"I rilievi mossi dalla Corte dei Conti Ue sulla proposta di riforma della Pac confermano le nostre perplessità. Con l'orientamento della Commissione di Bruxelles c'è il rischio che le risorse vadano a chi non esercita alcuna attività agricola e si evidenzia un quadro normativo complesso che può accrescere i costi di gestione dei singoli Paesi ripercuotendosi sui produttori agricoli". Lo afferma il presidente della Cia, Confederazione italiana agricoltori Giuseppe Politi che condivide le critiche dall'organismo comunitario di controllo della gestione finanziaria europea all'Esecutivo comunitario sulla futura politica agricola.

"Le risorse, che si annunciano sempre più esigue, devono essere destinate - rimarca Politi - ai veri agricoltori professionali, alle aziende che operano nel mercato dei prodotti e del lavoro. La linea della Cia, su questi aspetti, coincide con quella della Corte dei Conti Ue. La nuova Pac deve avere precisi obiettivi: l'efficienza del mercato; il rafforzamento delle organizzazioni di produttori; la diffusione dell'economia contrattuale; valide misure per favorire il ricambio generazionale; il sostegno degli strumenti per contenere gli effetti della volatilità dei prezzi e delle crisi di mercato".

"La proposta della Commissione di Bruxelles perde di vista la centralità del'impresa, della produzione - aggiunge Politi -. Ci attiveremo per tutelare il reddito di chi vive di agricoltura. Rinnoviamo l'appello al governo affinché porti avanti una posizione forte e condivisa in grado di far valere le ragioni degli agricoltori. Una posizione del 'sistema Paese'. Occorre un 'gioco di squadra'. E' fondamentale saldare l'azione con il Parlamento europeo e con il presidente della Commissione agricoltura Paolo De Castro, che si è espresso per una riforma equilibrata ed efficiente".

"La proposta della Commissione Ue - conclude Politi - contiene elementi penalizzanti per l'agricoltura che rischiano di mettere fuori mercato molte imprese. I rilievi della Corte dei Conti Ue rappresentano un elemento in più su cui discutere per favorire una riforma orientata a un giusto sviluppo del mondo agricolo europeo".